RADICALI ROMA

IN NOME DEL PAPA RE

L’ultima uscita del Presidente della Conferenza episcopale italiana Camillo Ruini sui referendum abrogativi della legge sulla fecondazione assistita non è che l’ennesima tappa di una lunga stagione di pressioni delle gerarchie vaticane nella vita politica italiana e della sconcertante genuflessione della politica italiana di fronte a queste pressioni

Una legge voluta dal Papa ed imposta ad un Parlamento che si rivelava ancora una volta pronto ad obbedire recependo supinamente l’ordine impartito dal Vaticano. Questo lo scopo dell’incontro del 22 maggio 2003 quando il Santo Padre, ricevendo i promotori della legge, esprimeva l’auspicio di una rapida approvazione stigmatizzando i tentativi di “superare frontiere invalicabili” da parte di coppie che non riescono ad avere un figlio. “Embrioni generati in soprannumero, selezionati, congelati – ammoniva – vengono sottoposti a sperimentazione distruttiva e destinati alla morte con precisione premeditata”.

Un susseguirsi di ingerenze e moniti di ogni tipo per far approvare la legge prima, per impedire il raggiungimento del quorum, e quindi scongiurare la validità della consultazione referendaria, ora. Una lunga stagione di insulti alla luce del sole, ma anche al buio delle stanze dei palazzi del Potere e delle segreterie di partito, con inviti della C.E.I. ad un comportamento conforme alle richieste del Papa-Re, inviti troppo spesso sostenuti da una forte componente “economica” piuttosto che etica e morale.
In tutto questo si continua a precisare che la legge 40/2004 non è una legge cattolica, ma sembra che alle gerarchie vaticane piaccia moltissimo, visto l’accanimento con cui viene difesa.

La questione parte da lontano, ci ricorda Ruini nel discorso pronunciato dal cardinale l’11 febbraio 2005 a Roma, al convegno dell’Opera Romana Pellegrinaggi:”(…) l’epoca delle ideologie totalitarie, che oggi può sembrare una tragica parentesi della storia europea, ma che in realtà ha lasciato tracce profonde: tra queste soprattutto l’idea che non ci siano valori indipendenti dagli scopi di costruzione di una “nuova umanità”, che dovrebbero essere conseguiti con la realizzazione storica dell’ideologia.

Così la persona umana diventa uno strumento, e non necessariamente un fine.(…) Questa è forse la ragione più profonda del fallimento storico di quelle ideologie e dei sistemi che vi si rifacevano, ma è una ragione ancora oggi poco riconosciuta come tale: pertanto quel capovolgimento in qualche misura rimane, giustificato ora dal relativismo e da uno scientismo naturalistico, e si esprime soprattutto nella tendenza ad applicare all’uomo le biotecnologie a prescindere da considerazioni etiche e in ultima analisi dalla originalità irriducibile dell’uomo stesso.(…)tende ad essere universale la diffusione del relativismo e dello scientismo naturalistico, come conseguenza, sia pure indebita, della diffusione planetaria del trinomio di scienze, tecnologie e progresso.”.

Chiaramente anche su queste parole si reggono i manifesti che equiparano i promotori dei referendum ai nazisti.

Passiamo alla politica italiana ed alle genuflessioni dei “nostri rappresentanti” E’ impossibile riportare tutte le testimonianze che parlano di un Ruini abile manovratore in politica, ma possiamo elencare alcuni articoli significativi:

Miriam Mafai, La Repubblica, 25 febbraio

«Il vertice della Cei ha dato la garanzia allo stato maggiore del centrodestra che i cattolici del centrosinistra (dall’Udr agli ex ppi, ai prodiani)avrebbero impedito l’intesa tra l’Unione e Pannella. Insomma, si sarebbero prestati per fare un’operazione di cui il Cavaliere sarebbe stato sicuramente uno dei beneficiari. Per fare dei nomi, Camillo Ruini e i vescovi italiani si sono mossi non solo su personaggi di primo piano come Pierluigi Castagnetti, Franco Marini e lo stesso Prodi, ma anche sui singoli candidati alla presidenza delle regioni (lo stesso Ruini ha ricevuto quello del
centrosinistra per il Lazio, Piero Marrazzo) per bloccare l’alleanza con i radicali».

Augusto Minzolini, Panorama

«Non ignoro che a questa decisione si è arrivati in un clima nel quale settori influenti e autorevoli della Chiesa cattolica si sono esercitati in pressioni politiche che tutti speravamo appartenessero a un’epoca del passato»

Dichiarazione del segretario dello Sdi Enrico Boselli, Agenzia Ap Biscom del 24 febbraio

«È indubbio che la Conferenza episcopale italiana veda i referendum come il fumo degli occhi; che soprattutto tema un sovrapporsi della campagna referendaria a quella per le Regionali: cosa che di fatto costringerebbe i vescovi a schierarsi con la Casa delle libertà, legando loro le mani. Certo, è vero che dopo molto tempo i vescovi e la Chiesa hanno ripreso a interessarsi di politica attiva. Un «fattore C» che si spiega però con i molti interessi che ruotano intorno alle regioni, dal sostegno economico alle parrocchie alla sanità, alle scuole».

Sito internet del settimanale Panorama, 24 febbraio

«Dunque il cardinale Ruini anche questa volta si è fatto ascoltare e rispettare dal presidente del Consiglio. Ma la vera sorpresa, i sintomi di una risorgente egemonia cattolica è arrivata nelle ultime quarantott’ore. I cattolici democratici del centrosinistra , imitando gli omologhi del Polo, sono letteralmente insorti contro l’accordo con i radicali».

La Stampa, 24 febbraio

«La Cei ha, nei modi discreti ma efficaci che le sono propri, compiuto un vero e proprio take over su tutte e due le coalizioni per quanto riguarda i referendum… Su tutto litigano i due schieramenti, tranne che sul feticcio della libertà di coscienza in materia referendaria. Se la lista Coscioni fosse accolta in uno schieramento spezzerebbe questa stupefacente cappa di piombo che l’Italia non ha conosciuto neanche ai tempi della Dc imperante, e sotto cui vive invece oggi, a causa di un sistema politico incerto e timoroso, costantemente bisognoso di protezione da parte di qualche potere forte, in doppiopetto o in tonaca poco importa. (…) Sembra che il nome di Luca Coscioni non possa stare in un simbolo elettorale, né nella casa delle libertà né nell’altra casa. Perché evoca battaglie per la libertà della ricerca scientifica, attraverso il corpo di un uomo martoriato dalla malattia, che ha deciso di continuare a sperare in quella cosa che una volta era il faro della cultura occidentale, di destra o di sinistra che fosse, e che si chiama progresso, scoperta».

Il Riformista, 24 febbraio

La risposta di Luca Coscioni oggi sul Corriere della sera:

«Aspettiamo a parlare di fallimento. Sto reagendo con la consapevolezza di un rilancio politico forte, sorridendo ironicamente sulla durata della seduta della camera di consiglio dell’Unione: troppo lunga per pronunciare una verità tenuta nascosta ma chiara da sempre, la paura di possibili minacce di tremende pene dell’inferno. Ma noi non ci rassegniamo. Stiamo raccogliendo a decine le disponibilità di malati, scienziati, cattolici del dissenso che entrino a far parte delle Liste Radicali-Luca Coscioni. Ma anche la disponibilità di politici, militanti referendari che, entrando nelle nostre liste, facciano cadere il veto». Evidentemente il veto non è caduto.

Oggi il cardinale chiede “grande compattezza” nell’astensione ai referendum, “per non favorire, sia pure involontariamente, il disegno referendario” bisogna “impedire il grave peggioramento della legge sulla procreazione assistita che avrebbe luogo se i referendum avessero esito positivo”.

E’ in questo clima che ci troviamo a difendere la libertà dei cittadini italiani, ad affermare la necessaria laicità dello Stato, a difendere le firme raccolte nelle strade e nelle piazze d’Italia grazie al lavoro di centinaia di militanti che si sono prestati gratuitamente con uno slancio ammirevole di volontà e libertà che ricorda altre mobilitazioni straordinarie degli italiani contro il potere del clero e delle Istituzioni ad esso asservite.

Ma quante divisioni armate possiede il Vaticano per questa battaglia?

Intanto è bene ricordare che il Vaticano incassa un MILIARDO di euro l’anno dall’otto per mille, comprese le quote di quei cittadini che, intendendo sottrarsi alla scelta di destinare la propria quota di tasse, non firmano nessuna preferenza e di quei cittadini che, riconoscendosi in un’etica laica, scelgono lo Stato italiano e loro malgrado sono quasi totalmente aggiunti alla quota riservata alla Chiesa Cattolica, in virtù di uno stratagemma che prevede, in caso di scelta non espressa da parte dei contribuenti, la destinazione in proporzione alle scelte espresse e dei proventi dell’otto per mille che lo Stato comunque elargisce alla Chiesa sotto altra forma di finanziamento.

Un esercito di parroci che si fanno strumento di propaganda, anche durante le funzioni, ricordando quanto il Santo Padre afferma nella sua ultima fatica Memoria e Identità, ricordare le parole di Giovanni Paolo II è la chiave per rendere la missione “non voto” la più efficace possibile; i preparatissimi laici “funzionari” addestrati dal Movimento per la vita; gli “interessati” professori e scienziati del giorno dopo, quelli che hanno scoperto la fede il giorno dopo, ma che risultavano prima contrari alla legge, e non perché troppo poco cattolica. Le Università , le scuole di ogni ordine e grado, ogni ambiente si prepara a mobilitarsi contro il voto al referendum, ma soprattutto l’informazione, quella di regime, quella che già sta facendo sparire il tema referendum dai dibattiti televisivi che contano, dalle pagine dei quotidiani, e pian piano si renderà complice della C.E.I., del suo potere.

Cosa abbiamo noi?

Rispetto alle risorse che mette in campo la gerarchia vaticana ben poco, quei pochi volontari disposti a difendere le loro firme, e risorse economiche incapaci di reggere il confronto. Ci attiviamo per difendere il nostro diritto ad avere uno Stato laico, a poter scegliere, a restituire al referendum il suo ruolo di strumento che una democrazia offre ai propri cittadini per decidere in libertà evitando che si trasformi in un pretesto per una crociata volta ad affermare nuovamente il potere del Vaticano sulle sorti d’Italia.

Per questo l’associazione Radicaliroma, che ha lavorato duramente a Roma per raccogliere le firme necessarie, ben 75.000 firme utili, e ha continuato a lavorare per difendere il referendum, chiede aiuto in questa battaglia alle persone che provano sconforto per la dimostrazione di strapotere del Vaticano in Italia, ma che non provano rassegnazione. Per questo firmare l’appello, in home page, che chiede la disponibilità ad attivarsi, a contribuire in ogni modo, perché il referendum sia una occasione di confronto, la possibilità di una scelta serena, informata, consapevole.

Diego Sabatinelli Segretario Associazione Radicaliroma

conto corrente 61539227