RADICALI ROMA

Indulto, accordo sul testo Liberi 12 mila detenuti

Un indulto di tre anni per alleggerire la pressione sulle carceri con la liberazione immediata di 12 mila detenuti. Ieri, la commissione Giustizia della Camera ha adottato il testo predisposto dal relatore Enrico Buemi (Rosa nel Pugno) che già la prossima settimana verrà votato per poi passare in aula il 24 luglio. Ci vorra infine il via libera del Senato e solo dopo qualche settimana si registreranno i primi effetti sulla popolazione carceraria.

 

 

 

 Alla decisione di adottare come base di partenza il testo Buemi, con il voto contrario di Lega e An, si è arrivati al termine di un vertice notturno dell’Unione nel corso del quale il responsabile Giustizia dei Ds, Massimo Brutti, ha concordato con gli alleati del centrosinistra una serie di interventi che dovranno accompagnare l’indulto. Pierluigi Mantini (Margherita) ha spiegato che già martedì prossimo verra presentata una proposta di legge che aumenta le pene edittali per il furto in appartamento, la rapina e la violenza sessuale.

 

 

 

 Nel testo di indulto (l’atto di clemenza che condona in tutto o in parte la pena inflitta ma non cancella il reato) c’è un limite temporale: i reati commessi dopo il 2 maggio 2006 non verranno contemplati. E, all’ultimo minuto, è stata anche allungata la lista delle esclusioni che inizialmente comprendeva mafia, terrorismo, sequestri di persona, riciclaggio legato al sequestri di persona, traffico di droga. Poi è stato deciso di alzare l’asticella, aggiungendo i reati a sfondo sessuale, compreso il possesso di materiale pedopornografico. L’indulto vale comunque anche per i recidivi ma prevede una condizione tassativa: chi torna a delinquere nei 5 anni successivi finisce in carcere a scontare anche gli anni che sono stati cancellati.

 

 

 

 Invece, i reati contro la pubblica amministrazione non sono stati esclusi dal testo base predisposto da Enrico Buemi. La scelta dell’Unione non è piaciuta all’Italia dei Valori di Antonio di Pietro che ora minaccia di votare no, come ha spiegato il capogruppo Massimo Donadi: “Questo indulto è inaccettabile perchè comprende la corruzione e quei reati finanziari con i quali gli ex responsabili della Parlamat e i ”furbetti del quartierino” hanno messo ginocchia a terra un milione di famiglie”. Donadi contesta anche l’inclusione nel progetto di indulto dei reati contro l’amministrazione della giustizia pensando, probabilmente, alla condanna definitiva a sei anni per corruzione in atti giudiziari inflitta all’ex ministro Cesare Previti (Forza Italia): al quale, con l’indulto, verrebbe riconosciuto l’affidamento ai servizi sociali.

 

 

 

 Nel due Poli, tuttavia, il fronte giustizialista è minoritario. E così, al termine di un lungo confronto tra Gaetano Pecorella (FI) e Massimo Brutti (Ds), è stata siglata l’intesa tra i due maggiori partiti (per varare un provvedimento di clemenza servono i due terzi del Parlamento, ndr) per votare l’indulto subito e l’amnistia dopo l’estate. E ieri, Paola Balducci (Verdi) ha chiesto la calendarizzazione delle proposte di legge di amnistia subito dopo la pausa estiva.

 

 

 

 Nel centrodestra, invece, la Lega ha duramente contestato il deputato Mario Pepe (FI) che ha parlato in commissione  «di indulto utile per favorire il reinserimento nella società dei detenuti». Per Carolina Lussana (Lega) Pepe sbaglia: «Perché ora torneranno in libertà soprattutto gli extracomunitari che poi sono quelli a più alto tasso di recidiva».