Interrompo fino a domenica pomeriggio, prima giornata del II° grande Satyagraha ‘italiano’ (delle persone, della conoscenza, del vivere civile, delle Istituzioni), il mio sciopero della fame e della sete, che riprenderò nel momento stesso in cui si concluderà il “nostro” Congresso Nazionale SDI-Rosa nel Pugno.
Lo interrompo, fino ad allora, per 3 motivi principali:
1) Oggi, al Senato l’assenza del 40% almeno dei senatori di centro-sinistra (53/131) ha vanificato l’assenza del 49% dei senatori di centro-destra e ha donato al Senato la bocciatura della proposta della Rosa nel Pugno, generosamente appoggiata da alcuni compagni e compagne parlamentari dei DS e della Margherita.
Domani, alla Camera, ci sarà l’ora della verità, fra una maggioranza di Governo che, oggi, cercava di farsi battere ipocritamente, anche perché la maggioranza dei Senatori di FI viveva con grande sofferenza l’imposizione indecente di una politica indegna anche di un minimo rispetto per uno Stato di Diritto, e per la vita civile, liberale.
Allora, poiché lotto per proposte, e non per “protesta”, voglio che domani non vi siano falsi alibi – falsamente, ahimè, falsamente compassionevoli di passione civile e umana – a dar ulteriore “forza” al desiderio del potere di riuscire a vivere e vincere nel rispetto della sua propria legalità, che ho tentato di proporre con quei 17 chili di me, che in 9 giorni sono riuscito a dedicar loro, e a tutti, in luogo di “parola” e “immagine” mie negate da decenni alla democrazia italiana.
La splendida battaglia di questi giorni degli eletti SDI, oggi rappresentanti istituzionali della Rosa nel Pugno, è prova vissuta del recupero del socialismo di lotta sociale e vincente di Loris Fortuna, che rischia altrimenti di spegnersi come stanco richiamo liturgico-burocratico, vieto perché vietato, nel presente socialista e italiano.
2) Perché il mio Collegio medico è giunto all’estremo del suo impegno professionale, deontologico, culturale, umano, nel comunicarmi che, in scienza e coscienza, anche una nuova “bevuta” di alcunché (arance o urine) di per sé, non avrebbe più consentito loro di assistermi, e da stasera avrebbe dovuto declinare l’”incarico”.
D’altra parte il “farmaco” del quale avevamo bisogno, di tipo “esterno”, è stato negato con dna-antropologica scientificità dalla etnia oligarchica, imperante e putrefacentesi, prepotente in misura geometricamente potenziata dalla sua impotenza, a due “velocità”.
3) In modo per una volta straordinariamente duro e ripetuto, un opinion-leader come Mannheimer ha voluto pubblicamente affermare, mettere in guardia da, una “evidenza” letteralmente “incredibile”. Della Rosa nel Pugno, nemmeno una piccola parte dell’”osso duro” mezzosecolare radicale è informata. E’ il risultato di cinquanta, di venti anni, di semestri recenti, per i quali la classe oligarchica dominante vive come ossessione malefica la conoscenza (della quale i loro popoli disarmati sono in rischio perenne di indemoniarsi), da scongiurare, comunque annientare, spegnere.
Le sole 4 parole, l’altra sera, di Vasco Rossi, deve averli sconvolti e decisi una volta di più con rabbia impotente e quasi inconsapevole a farla finita.