PACS – ll 68,7%dei cattolici italiani interpellati dall’Eurispes è favorevole all’introduzione dei pacs, i patti civili di solidarietà. Il 39% considera la convivenza come un modo per provare il rapporto prima del matrimonio e il 26,3% ritiene che la convivenza sia una scelta di vita personale mentre per il 26,8% è una scelta di chi non vuole assumersi responsabilità.
FECONDAZIONE ASSISTITA ED EUTANASIA – Il 58,7% dei cattolici è favorevole alla fecondazione assistita. Il 38,1% è favorevole all’eutanasia, il 48,1% è contrario ma gli indecisi sono il 13,8%.
GIOVANI – Si reca alla Messa tutte le domeniche il 30,8% degli intervistati tra i 18 e i 24 anni, a fronte del 22,4% e del 28,5% dei soggetti intervistati appartenenti rispettivamente alle fascia d’età 25-34 e 35-44 anni.
PREGHIERA – Per il 76,2% la motivazione principale che li spinge a recarsi in chiesa è la preghiera. Il 16,4% invece va in chiesa solo per tradizione familiare e un 14% ne avverte la necessità per trovare la «forza» nei momenti più difficili della vita. Tra le donne (77,4%) il bisogno di preghiera risulta più diffuso che fra gli uomini (74,7%).
SACRAMENTI – I sacramenti più «sentiti» dai cattolici sono quelli del battesimo, importante per l’86,8% del campione, e quello del matrimonio (85,3%). Seguono i sacramenti dell’eucaristia e della cresima. Alla confessione viene attribuito un livello di importanza decisamente inferiore. Solo il 54,3% degli intervistati (cattolici e non cattolici) afferma di credere nei miracoli, e sono assolutamente increduli il 37,2% degli intervistati. Tra coloro che hanno dichiarato di non credere ai miracoli, quasi uno su due (48,9%) giustifica il proprio scetticismo affermando che si tratta di eventi naturali, che non hanno ancora trovato una spiegazione scientifica.
POLITICA – Per quel che riguarda l’appartenenza politica, gli elettori di sinistra (71,1%) e di centrosinistra (50%) ritengono che la Chiesa intervenga più del consentito sulle questioni etiche, mentre fra i sostenitori di centro e centrodestra sono particolarmente numerosi coloro che considerano «nella giusta misura» l’intervento dell’istituzione ecclesiastica su tali problemi (rispettivamente il 66,7% e il 48,6%).