RADICALI ROMA

IZZO, RADICALI ROMA: SECONDO IL VICARIATO SOLO I CITTADINI ROMANI NON DEVONO GODERE DI CERTI DIRITTI

cupolaDichiarazione di Paolo Izzo, Segretario di Radicali Roma

Leggendo la nota del Vicariato di Roma contro la delibera consiliare per l’istituzione di un registro delle unioni civili a Roma, le gerarchie ecclesiastiche sembrano più inclini a estendere l’istituto del matrimonio anche alle coppie omosessuali che ad accettare il riconoscimento delle unioni civili anche nella Capitale, come avviene ormai in tutte le maggiori città italiane, per non dire delle altre capitali Europee. E, forse, sarebbe proprio questo un utile spunto affinché proprio dal Comune di Roma partisse la richiesta alle istituzioni nazionali di adeguare il diritto di famiglia in tal senso, forti di una Costituzione che non fa alcuna menzione del sesso dei coniugi.
Ma l’attacco del Vicariato, con il suo linguaggio giovanilistico ciellino, in perfetto stile Papa-boys, malcela la solita ingerenza del Vaticano non sul piano etico bensì proprio su quello giuridico e legislativo, riguardante in particolare la sola città di Roma.
Dopo quasi un decennio di battaglie radicali per l’istituzione di un registro delle unioni civili nella Capitale, con decine di migliaia di firme di cittadini romani raccolte a sottoscrizione di delibere popolari in tal senso, potevamo ben aspettarci l’intervento a gamba tesa del Vicariato e richiama alla memoria il 2007, quando bastò un incontro tra il sindaco Veltroni e il cardinale Bertone, di fatto una coppia, per escludere le vere coppie di fatto persino da un dibattito in Campidoglio.
Oggi quel tentativo viene riproposto e pericolosamente ci dice che i cittadini romani hanno meno diritti, secondo la Curia, rispetto a quelli di altre città, che resterebbero più garantiti nella libera espressione della loro affettività e delle loro relazioni umane e civili.