RADICALI ROMA

King Cymbeline

Al Nuovo Teatro Colosseo “King Cymbeline” ovvero quando il palcoscenico è delle donne.

di Lucio De Angelis


Al Nuovo Teatro Colosseo, ‘le donne di Shakespeare’ della Compagnia Klesidra hanno di recente presentato al pubblico ‘Uno studio su King Cymbeline’, diretto da Imogen Kusch.

Undici attrici che, al contrario dell’epoca elisabettiana, quando recitare a teatro era severamente vietato al gentil sesso, hanno interpretato i ruoli, per la maggior parte maschili, di una delle opere più complesse e controverse del Bardo, vestendo i panni di re, generali e giovani innamorati, le cui vicende si intrecciano sullo sfondo di una sanguinosa guerra.

Siamo nel pieno dell’età augustea e la vicenda di ‘Cimbelino’ si svolge tra Roma e la Britannia di cui, appunto, è re. Sullo sfondo c’è la contesa fra romani e britanni, con questi ultimi che, dopo le sconfitte subite da Giulio Cesare, si proclamano pronti a riconquistare libertà e autonomia anche a costo di muovere guerra a Roma: un contorno politico costruito ad arte per solleticare il giovane nazionalismo britannico (Giacomo I, salito al trono nel 1603 dopo la morte di Elisabetta, aveva riunificato i regni d’Inghilterra e di Scozia).

Ma c’è da giurare che il pubblico dell’epoca impazziva per la trama amorosa, con Iachimo che minaccia (con la menzogna) la fedeltà coniugale di Imogen, moglie di Postumo e figlia di Cimbelino. A differenza che in Otello, il raggiro viene scoperto in tempo e accanto al trionfo dell’amore e dell’onestà si consuma il tardivo e inutile pentimento di Iachimo.


Cimbelino (Cymbeline) è un’opera scritta probabilmente nel 1609 e pubblicata nel 1623. Ritenuta inizialmente una tragedia (e inclusa in quel gruppo nel cosiddetto ‘First folio’), oggi la critica è unanime nell’includerla nei romances. Raramente messo in scena e poco amato dalla critica, Cimbelino presenta una trama molto ricca e articolata oltre alla presenza di alcuni dei versi tardivi più belli e interessanti ad opera del Bardo.

È così poco chiara la trama, che molti critici nel corso dei secoli hanno protestato che non fosse frutto della mano di Shakespeare, come se un grandissimo poeta non potesse concedersi, a volte, al mestiere.

Infatti è il mestiere teatrale a farla da padrone in questo testo della fase conclusiva della creatività shakespeariana: perché Cimbelino richiama a orecchio molti temi del canone, da ‘Romeo e Giulietta’ a ‘La dodicesima notte’, fino ad ‘Otello’, dal momento che tutto ruota intorno alla gelosia. Pilotata da un italiano, ovviamente: lo Iago in sedicesimo Iachimo.

Re Cimbelino è un re anziano, spesso paragonato a Re Lear, che, istigato dalla perfida e bellissima seconda moglie, commette molti errori, sfidando l’impero romano e la giovane figlia Imogen, animata da un amore rivoluzionario.

Raffaella d’Avella ne interpreta la parte, la top model e attrice Mariacarla Boscono è la principessa Imogen, icona di purezza, in una storia d’amore, di potere, di tradimento e racconta quelle ambizioni che impediscono la fratellanza fra gli uomini e scatenano le guerre.

La messa in scena delle ‘donne di Shakespeare’ indaga le prospettive al femminile di queste vicende, s’interroga sulla natura dell’amore e della bellezza rompendo con una tradizione storica – non solo teatrale – tutta declinata al maschile, decisamente interessante anche perché apre ad una tipologia che, visti i tempi, potrebbe diventare frequente.

L’intero cast ha assolto appieno il proprio compito e la Kusch, nel caso di una ripresa della pièce, dovrà limitarsi solo a rallentare qualche irruenza recitativa.

BEAT ’72 e KLESIDRA presentano

UNO STUDIO SU KING CYMBELINE

DI William Shakespeare

Regia di Imogen Kusch

musiche originali: Andrea Mieli & Sergio Ferrari

costumi: Johanna Bronner

luci: Danilo Facco

scene: Roberta Mossetto

Mariacarla Boscono Imogen

Raffaella d’Avella Cimbelino

Elena Felloni Belario

Alexandra Filotei Cloten

Anna Maria Loliva Regina

Silvia Mazzotta Pisanio

Giovanna Nodari Caio Lucio

Chiara Pazzaglia Guiderago

Alessandra Roca Iachimo

Shivani Satya Dottore

Manuela Ungaro Postumo