SOMMARIO: Passate le elezioni [amministrative, n.d.r.], deplora che la Chiesa italiana e il card. Ruini si siano comportati da “mosche cocchiere del regime e del disastro italiano”. Qualora la Chiesa volesse rivendicare titoli “giuridici e legali” per intervenire, sarebbero maturi i tempi per l’abrogazione del Concordato.
(NOTIZIE RADICALI agenzia, 14 dicembre 1992)
Ora che si e’ votato, e non si rischia di addebitare le mie critiche alla Chiesa italiana a preoccupazioni elettorali egoistiche, va detto chiaramente al cardinale Ruini, ai consiglieri di Giovanni Paolo II che ne ispirano la politica italiana, ai vari cardinali e don Abbondio del neo-temporalismo che è bene (per loro stessi e per tutti) cessino di fare le mosche cocchiere del regime e del disastro italiano.
Il fatto che i credenti manifestamente rifiutano di credere nel loro magistero politico dovrebbe bastare per chi è maestro di realpolitik, anche se dovrebbe esserlo d’altro.
Continuare a sostenere che la fede debba deterministicamente tradursi in identici o convergenti giudizi e comportamenti politici significa immiserirla, esporla alla certezza dello sfruttamento mondano. Continuare a pretendere di avere titoli, anche giuridici e legali, per interferire in quanto Chiesa e Chiesa italiana nell’autonomia della vita civile ed istituzionale, significa accelerare i tempi perchè si giunga alla abrogazione del regime concordatario.
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