RADICALI ROMA

La chiusura dei campi rom inizia dal bilancio: appello a Danese e Scozzese

A due mesi dalla nostra visita e dagli impegni pubblici dell’assessore Danese, il lager di via visso ancora aperto. Offriamo la nostra piena collaborazione per avviare anche a Roma le pratiche che hanno ottenuto successo – e fondi comunitari – nelle altre metropoli europee, dove non si conoscono più campi rom.

Dichiarazione di Alessandro Capriccioli, Segretario di Radicali Roma.

Sono trascorsi due mesi dall’ultima visita, insieme al Senatore Luigi Manconi, presidente della Commissione Diritti Umani, e all’Assessore Francesca Danese, al centro di accoglienza “Best House Rom” di Via Visso, nel quale alcune centinaia di persone sono costrette a vivere in condizioni disumane con costi esorbitanti per il Comune di Roma. In quell’occasione l’Assessore ha dichiarato la sua ferma intenzione di chiudere il centro, dopo aver trovato per i suoi occupanti delle soluzioni abitative più dignitose. Il fatto che quei due mesi siano passati e il centro risulti ancora aperto, nelle stesse condizioni in cui si trovava allora, è un’occasione per noi per ribadire che le soluzioni per un’effettiva inclusione dei rom implicano l’avvio immediato di un percorso complesso, con tappe precise e ineludibili e con obiettivi a breve e lungo termine. Questo il contenuto della proposta che abbiamo presentato nei mesi scorsi al sindaco Marino e all’assessore Danese: un piano per la chiusura graduale dei campi, elaborato insieme all’Associazione 21 luglio, e che come Radicali stiamo proseguendo sia in Consiglio comunale, attraverso gli emendamenti al bilancio presentati da Riccardo Magi, il cui recepimento sarebbe un primo segnale della volontà concreta di affrontare la questione, sia a livello comunitario, con l’imminente presentazione di una petizione al Parlamento Europeo.
Se quel processo non verrà avviato al più presto, se le condizioni per un’effettiva inclusione dei rom non verranno costruite in modo condiviso e concreto, qualsiasi proponimento, per quanto sincero, è destinato a fallire. Torniamo quindi a offrire la nostra disponibilità alla massima collaborazione con l’Assessore Danese proprio per avviare quel processo: a tale scopo, speriamo che l’Assessore vorrà incontrarci in modo da poter effettivamente compiere, a partire dalle prossime settimane, i passi che occorrono non solo per chiudere il centro di Via Visso, ma soprattutto per elaborare e declinare delle strategie alternative e concrete e superare definitivamente il sistema dei campi a Roma.