RADICALI ROMA

La lettera. Cossiga: Avvenire e Osservatore restino fuori

Caro Direttore, scrivo a te, quale direttore del quotidiano che ha sempre saputo mantenere un grande equilibrio tra la sua storica ispirazione laica ed i valori cattolici propri della tradizione nazionale e in particolare della citta in cui è stato fondato. Scrivo non avendo dimenticato che quando fui fortunosamente eletto Presidente della Repubblica, il Corriere della Sera titolò: «Un cattolico-liberale al Quirinale».

 

 

 

 Mi rivolgo con preoccupazione e con violenza a chi, dalle colonne di giornali significativi per il mondo cattolico, e la cui autorità solo dipende dall’essere o essere ritenuti organi o comunque espressione di quel mondo, si intromette impropriamente in nome dei «cattolici» nelle vicende e nelle procedure della nostra Repubblica, «mettendo in guardia» da candidati autorevoli che, quando ricoprivano uffici importanti al vertice dell’Esecutivo italiano, si comportarono con grande dignità e rispetto nei confronti dei cattolici italiani, della Chiesa d’Italia e della Sede Apostolica, acquisendo il rispetto e la stima — e ne sono personale testimone! —, di papa Giovanni Paolo II che non si meravigliò affatto quando io gli segnalai che il Presidente del Consiglio dei ministri italiano, non fedele della nostra Chiesa, era stato tra i primi firmatari della petizione mondiale a Lui indirizzata a favore della proclamazione di Santo Thomas More, martire, Cancelliere del Regno d’Inghilterra, a Patrono dei Governanti e dei Politici.

 

 

 

 Dopo il Concilio Vaticano II ai laici cattolici, e non solo a Dino Boffo e Mario Agnes, è concesso il diritto, anzi è affidata la missione, di parlare in piena libertà delle cose temporali. La distinzione tra Stato e Chiesa, ciascuno nel proprio ordine indipendente e sovrano, è fondata sulla parola di Nostro Signore Gesù Cristo: «Date a Cesare quel che è di Cesare e date a Dio quel che è di Dio». Ed è proprio perché da cattolico voglio, e fermissimamente mi batterò anche in Parlamento perchè «a Dio sia dato quel che è di Dio», è essenziale che «a Cesare sia dato quel che è di Cesare». E dare a Cesare quel che è di Cesare, significa riconoscere la libertà ai cittadini, e anche ai parlamentari cattolici, di scegliersi il Capo di Stato che vogliono, senza condizionamenti da parte di nessuno, neanche della Chiesa e tantomeno da parte di Dino Boffo e Mario Agnes.

 

 

 

 Cattolico-liberale, o semplicemente cattolico, sono per la laicità dello Stato, ma fermamente contro ogni forma di laicismo: e quindi per il diritto della Chiesa di insegnare liberamente la sua dottrina di fede e di morale, e di indirizzare autoritativamente i cattolici, e con la persuasione razionale anche i non cattolici, in materia non solo di fede ma anche di morale, ancorché in relazione a materie politiche e alla legislazione civile, liberi poi i poteri civili di decidere secondo il metodo della maggioranza democratica. Ma noi cattolici possiamo rivendicare questo diritto alla Chiesa, e a noi stessi, solo nella conferma appunto che: «Occorre dare a Cesare quel che è di Cesare». E questo riguarda non solo i semplici fedeli, quale io sono, ma in particolare le organizzazioni cattoliche, la stampa cattolica e la stessa Gerarchia Cattolica italiana. E la scelta del Presidente della Repubblica è cosa che appartiene certamente a Cesare e non a Dio. Salvo che non si tema che non stia per essere eletto un Capo dello Stato che sia imperatore e re, possibile e probabile persecutore della Chiesa: un nuovo Diocleziano insomma! Per quanto mi riguarda, e ripetendo le parole di Daniel O’Connel, cattolico, apostolo della libertà e della identità religiosa del popolo irlandese, affermo che: ”Tutto sono pronto ad accettare in piena obbedienza da Roma in materia di fede e di morale”, anche sociale e politica, ma nulla in materia di elezione del Capo dello stato della nostra Repubblica democratica di cui sono cittadino.

 

 

 

 Intromettendosi abusivamente nelle cose del tutto temporali delle elezioni del Presidente della Repubblica, stanno abusando della missione affidatagli dalla Conferenza Episcopale Italiana e dalla Santa Sede, stanno offendendo la libertà di noi cattolici, e colpevolmente indebolendo la causa cattolica della difesa dei valori naturali e cristiani nella politica e nella legislazione civile. E fanno tragicamente riaffiorare il triste ricordo di autorità della Chiesa cattolica che non si opposero, anzi!, alla elezione di Benito Mussolini, nè a quella di Adolf Hitler, e aiutarono anzi l’ascesa e l’affermazione del fascismo di Francisco Franco, con il seguito che ebbero di guerre, di persecuzione, di morti, ed in particolare della Shoah, per cui gli europei, ed in particolare noi cattolici europei, dobbiamo ancora e sempre chiedere perdono a Dio! Cordialmente,  

 

 

P.S. Per quanto riguarda il «largo consenso» richiesto dall’Avvenire e dall’Osservatore Romano per l’elezione del Presidente della Repubblica, non mi sembra che i giornali laici nè il Corriere della Sera, né l’Unità e Repubblica, abbiano fatto mai appello ai cardinali perche il Conclave per l’elezione del Vescovo di Roma e Vescovo della Chiesa universale, scegliesse il Papa che avesse il più alto gradimento dal maggior numero degli elettori!