RADICALI ROMA

"La libertà d'impresa è una priorità nazionale"

Straordinario successo per la prima giornata di Contromafie, la 72 ore di legalità che fino a domenica 20 novembre a Roma vedrà in prima linea l’associazione Libera di don Luigi Ciotti nel fare il punto sullo stato attuale della lottà alla
criminalità. Ad apire i battenti degli “stati generali dell’Antimafia” oggi pomeriggio, in un Auditorium della Conciliazione lettaralmente sold out – molti i giovani presenti, segno che l’argomento interessa, non come a Montecitorio… * le parole del presidente della
Provincia di Roma, Enrico Gasbarra, seguito da Walter Veltroni. Se il titolare di Palazzo Valentini si è detto soddisfatto dell’accordo siglato ieri per agevolare il sequestro dei beni della mafia in 18 comuni della provincia, il primo cittadino capitolino ha preferito
snocciolare l’impegno della sua amministrazione, dimenticandosi di rispondere alla domanda postagli dal moderatore, l’affascinante Binaca Berlinguer: “Cosa fa la politica per combattere la Mafia?”. “Il mio paese è ancora più grande di quello rappresentato dalla mafia, grazie a voi dell’Antimafia qui presenti * arringa Veltroni * Studenti, amministratori, magistrati, associazioni e familiari delle vittime. Quella della mafia è una guerra con i suoi 2.500 morti negli ultimi 10 anni.
Deve essere chiara una cosa: non è un’emergenza, ma uno stato permanente come rivelano gli ultimi fatti di Napoli”. L’ex direttore dell’Unità ricorda La Casa del
Jazz, La Casa del Volontariato e la sede di Libera, stabili confiscati alla Mafia perché, sottolinea, “bisogna insegnare che ciò che si costruisce con l’illegalità non dura: onestà, lavoro, giustizia e solidarietà sono i valori sui quali fondare il proprio agire”. Dopo Veltroni una standing ovation ha accolto l’intervento dell’ex presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro. “Il mondo politico non sempre ci insegna con l’esempio che le leggi vanno rispettate * afferma * Voglio credere che verrà un giorno nel quale al nipotino il nonno
racconterà: quando c’era il mio bisnonno c’era la mafia…”. Parole sentite quelle di Scalfaro, che ribadisce il concetto: “Educazione è rispettare i diritti altrui per godere fino in fondo dei propri”. Poco prima delle 16 è toccato a Sandro Donati, icona italiana della
lotta al doping che ha generato un giro d’affari diventato ormai di “competenza” della malavita. “Con gli Usa siamo il paese che ha gli strumenti giudiziari migliori per evidenziare questo fenomeno * rivela l’ex dirigente Coni * Il 15 percento delle palestre è luogo di traffico di sostanze dopanti, ed a questo punto si è arrivati per la sottovalutazione generale di quanto accadeva. Ormai il mercato si dirige verso lo spaccio di droghe sintetiche: cinque volte quello della cocaina, due della cannabis e ben sessanta volte quello dell’eroina. E’ diverso anche il modo di vendere la droga. Non più navi e aerei, ma in molti paesi in via di sviluppo le droghe vengono prodotte e dirottate direttamente in mano alla criminalità che pensa al resto”.

Nel ricco pomeriggio vissuto a due passi da San Pietro, importanti le affermazioni di Maria Falcone, sorella del giudice trucidato il 23 maggio 1992 sulla Palermo-Capaci. “Grazie per la possibilità che mi date di dire cosa farò in futuro * spiega sorridendo * Mi ha
dato enorme forza sentire le parole del presidente Giorgio Napolitano, “la mafia non si sconfigge senza la partecipazione della società civile”. Sono state una sorta di viatico, perché mi hanno ricordato le frasi di Giovanni. Essere qui vuol dire obbedire al testamento morale di mio fratello: “Gli uomini passano, le idee restano”. A dare una scossa politica a Contromafie sono state le parole, senza sconti a nessuno, pronunciate da Virginio Rognoni, numero due del Csm e da Tano Grasso, presidente onorario delle federazioni delle associazioni antiracket. “Pio La Torre (mente della prima legge, la 646 del 1982 che
prevedeva il sequestro di beni alla mafia, ndr) fu il primo a capire che aggredire il patrimonio dei mafioso era importante perché così lo si colpiva nell’esercizio
criminale * ricorda Rognoni * Lo Stato deve darsi nuovi strumenti perché l’economia è cambiata, e la mafia lo sa. Quando beni essenziali non sono ritenuti come diritti ma graziose concessioni, lì il potere mafioso vince * conclude * L’educazione è una trincea
della lotta alla criminalità, diceva Dalla Chiesa. La confisca dei beni andrebbe allargata anche a tutti i corrotti che non sanno spiegare la provenienza del suo patrimonio”. Il numero uno della lotta al pizzo sottolinea invece come la “stragrande maggioranza di
imprenditori nel meridione abbassi la testa e sia organico alla mafia. Nel 25 percento del Paese la libertà d’impresa è una simpatica espressione lessicale”. Grasso non si ferma qui, puntando decisamente il dito contro i palazzi del potere, perché la “consapevolezzza politica è del tutto inadeguata * denuncia * Allora qualcosa non va nel centrosinistra.
La libertà d’impresa è una priorità a livello nazionale, da affrontare sempre senza attendere casi eclatanti. In questo senso dal Governo Prodi manca un netto
segnale di discontinuità con il passato. Sono 16 anni che ho fondato il movimento antiracket, ma quello che non c’è * insiste per non lasciare adito a dubbi * quello
che manca è la politica. La speranza se non alimentata si trasforma in frustrazione. Non possiamo accontentarci del meno peggio perché la polvere non si può nascondere sotto i tappeto: i nodi prima o poi vengono al pettine. Le battaglie da combattere sono
quelle che è giusto fare * conclude accompagnato dalla sacrosanta ovazione dei presenti * altrimenti la politica si ridurrebbe a tecnica del potere e del consenso, svincolata dai valori”. Ieri sono intervenuti anche il giornalista Carlo Lucarelli, il capo della
Procura di Torino, Gian Carlo Caselli, i sindaci di Napoli, Gela e Lamezia Terme, Rosa Russo Jervolino, Rosario Crocetta e Gianni Speranza, chiusura affidata
al presidente del Consiglio Romano Prodi e alle note di Angelo Branduardi. Domani si terranno 16 tavoli di lavoro, per ogni informazione consultare il sito www.libera