RADICALI ROMA

La Repubblica (ed. Roma) – Il Campidoglio: Farmacap e Assicurazioni subito in liquidazione. Da Pd e Sel altolà a Marino

di Giovanna Vitale

La giunta vorrebbe anticipare a quest’anno anche altre dismissioni dalle controllate di Ama e Atac ai pacchetti in Adr e Eur spa

La minaccia di non votare il bilancio ha colto nel segno. Di fronte al rifiuto di Sel di rispettare il vincolo di coalizione qualora la manovra non fosse stata profondamente rimaneggiata, avvertito dei mal di pancia nel Pd, pronto a sconfessare la “sua” giunta modificando le delibere economiche a colpi di emendamenti (anche con l’aiuto dell’opposizione), il sindaco Marino è stato costretto a correre ai ripari. Convocando in fretta e furia un vertice coi capigruppo di maggioranza, presente mezzo esecutivo (oltre agli assessori Scozzese e Improta, pure Marinelli, Pucci, Sabella e Leonori), per aprire – «anche se andava fatto prima» – un tavolo stabile di confronto sul previsionale 2015 e atti propedeutici. Nel mirino, in particolare, gli “Indirizzi per la razionalizzazione delle partecipate di Roma Capitale”, destinati a essere stravolti in Commissione Bilancio dallo stesso centrosinistra. Una delibera pesantissima, quella varata dalla giunta Marino i1 30 dicembre, che intendeva anticipare a quest’anno, anziché spalmarle su tre, la liquidazione di una serie di aziende capitoline, a cominciare da Farmacap e Assicurazioni di Roma; la dismissione di quasi tutte le società di secondo livello controllate da Ama e Atac; la cessione di diversi pacchetti azionari, alcuni “storici” e di notevole rilevanza come il 10% di Eur spa e l’1,32% di Aeroporti di Roma, il che significa uscire definitivamente da entrambi. Oltre a depotenziare le Biblioteche di Roma che da istituzione autonoma sarebbe stata ridotta a costola dell’assessorato alla Cultura. Un piano che avrebbe dovuto eliminare tutte le partecipazioni “non funzionali” all’amministrazione, ridimensionando fortemente la holding Campidoglio, in virtù di quanto imposto dal decreto Salva-Roma. Ma subito stoppato dalla maggioranza. Che ora lo modificherà, mediante un maxi-emendamento in Commissione Bilancio, d’accordo con la giunta. Diverse cose rimarranno tuttavia invariate. A partire dalla vendita del 28,3% del Centro agroalimentare; del 21,7% di Investimenti spa (la società che gestisce il polo fieristico della capitale); dell’8,8% del Centro Fiori; del 3,5% di Acea Ato2; del 6,7% della Centrale del Latte restituito al Comune dopo un lungo contenzioso legale. E una conferma dovrebbe ricevere anche l’eliminazione di 11 società di secondo livello controllate da Ama (Multiservizi in testa, oltre a Marco Polo e Cisterna Ambiente) e da Atac (da Trambus Open a Consel ), nonché il 118,6% di AltaRoma, il consorzio che organizza le sfilate di alta moda.  Ciò che invece la giunta potrebbe rimangiarsi causa opposizione dei consiglieri di maggioranza è la liquidazione di Assicurazioni di Roma e Farmacap, la cessione della piccola quota in Aeroporti di Roma, il ridimensionamento del Sistema Biblioteche. Oltre a dover fornire garanzie certe laddove invece si procederà con le cessioni sul mantenimento dei livelli occupazionali. Un passaggio talmente delicato che il gruppo del Pd ha deciso di fare un passaggio, la prossima settimana, con il commissario del partito Matteo Orfini. Dopo aver chiesto all’assessore Scozzese «un dossier su ogni azienda da dismettere, così da poter entrare nel merito delle singole questioni», spiega il capogruppo Fabrizio Panecaldo. Con il collega di Sel Gianluca Peciola in posizione di attesa: «Un primo passo con l’apertura del tavolo è stato fatto, ora vediamo che succede: le criticità rimangono tutte».