RADICALI ROMA

La Repubblica (ed. Roma) – Matrimoni gay, la procura apre un'inchiesta

di Federica Angeli

Il sindaco aveva detto no all’ordine di cancellare le trascrizioni di nozze all’estero. Fascicolo contro ignoti. Il primo cittadino non è indagato come Pisapia a Milano

Dopo Milano anche la procura di Roma apre un fascicolo sulla vicenda delle unioni gay. La non cancellazione da parte del sindaco di Roma Ignazio Marino, ordinata dal prefetto Giuseppe Pecoraro, delle trascrizioni dei matrimoni omosessuali celebrati all’estero diventa dunque, oltre che politico, un caso, giudiziario. Tecnicamente si tratta di “modello 45”, ovvero «notizie non costituenti reato» un procedimento senza indagati e senza denunce. Un atto dovuto, tout court, avviato dopo l’arrivo di una serie di denunce sull’irregolarità. A quanto trapela da ambienti giudiziari l’intenzione è di non seguire le orme dei colleghi milanesi che qualche giorno fa hanno indagato il sindaco del capoluogo lombardo, Giuliano Pisapia, per omissione di atti d’ufficio. Accusa formulata per non aver ottemperato alla richiesta del prefetto dei annullamento delle trascrizioni. È stato proprio luì a dare notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati, durante il suo intervento a un convegno del Pd, invitando il premier Matteo Renzi a dare una «tirata d’orecchie al ministro Angelino Alfano per far ritirare quella circolare blasfema da un punto di vista giuridico» che impedisce la registrazione delle nozze tra coppie omosessuali avvenute all’estero. Pisapia si è ritrovato indagato dopo che lo scorso ottobre in consiglio comunale era stato dato il via libera alle trascrizioni dei matrimoni tra coppie dello stesso sesso che si sono unite in matrimonio fuori dai confini italiani. Decisione, questa, che ha portato il prefetto di Milano, Francesco Paolo Tronca, a invitare il sindaco, nella sua qualità di ufficiale di stato civile e di ufficiale di governo, a procedere alla cancellazione delle trascrizioni delle unioni contratte all’estero. Ed ora tocca ad Ignazio Marino. Sempre lo scorso ottobre il prefetto di Roma Pecoraro, inviò al sindaco della capitale l’atto per l’annullamento delle trascrizioni dei 16 matrimoni gay avvenuti all’estero. Atto che il primo cittadino aveva ignorato, sfidando la circolare del ministero dell’Interno e trascrivendo, in Campidoglio, i matrimoni delle coppie omosessuali. L’intento di Marino era quello di sensibilizzare la città sulla questione delle unioni gay: «Oggi – disse il sindaco in quell’occasione – è un giorno speciale per molti di voi ma lo è anche per me e per Roma. Anche se dobbiamo fare tanta strada perché questo diventi un giorno normale». La scelta di Marino, però, non era andata giù al pre- fetto, che aveva già annunciato l’annullamento dell’atto: «Cancelli le trascrizioni altrimenti sarò costretto io a farlo per legge», aveva dichiarato. Pronta la risposta dí Marino che, però, aveva già annunciato la prosecuzione della sua battaglia che, in caso di blocco, non si sarebbe fermata: «Se il prefetto annullerà la trascrizione chiederò i pareri legali per comprendere la legittimità di un eventuale annullamento», aveva detto, ribadendo che avrebbe difeso la sua posizione in qualsiasi sede, anche di fronte all’Unione Europea. Sulla stessa linea anche le 16 coppie coinvolte, che si dicono disposte a ricorrere dal Tar fino alla Corte europea dei diritti dell’uomo per «vedere riconosciuto un nostro diritto». Ora tutta la vicenda è al vaglio della magistratura.