RADICALI ROMA

La Repubblica (ed. Roma) – Via dei Cerchi, più spazio al Farmer's Market. Il radicale Magi: "È un regalo a Coldiretti"

di Paolo Boccacci

Il progetto, mirato a promuovere i prodotti agroalimentari locali, scatena una polemica

La delibera per una volta è bipartisan. Firmata dal capogruppo del Pd D’Ausilio, dal presidente dell’assemblea Coratti e, per l’opposizione, da Alemanno, Cantiani e Tredicine. Assegna in concessione per 6 anni alla Fondazione Campagna Amica, che gestisce nell’ex mercato di San Teodoro un popolarissimo market a chilometri zero, altri 1500 metri quadrati in un edificio medievale contiguo in via dei Cerchi. Ma è polemica.

Ad attaccare è il consigliere radicale Riccardo Magi. “Senza nessun bando di gara e sulla base di un progetto di riqualificazione degli spazi di via dei Cerchi proposto da un privato” afferma “si dà in gestione ad una fondazione legata a un sindacato, la Coldiretti, un edificio storico vincolato, in pieno centro, un’operazione, fortemente voluta da Alemanno, sulla quale il sovrintendente Parisi Presicce aveva dato un parere negativo nel febbraio del 2014, diventato poi positivo, dopo alcune modifiche, nel luglio scorso, ma nel quale si sottolinea che il piano della ristrutturazione e degli allestimenti dovrà essere giudicato dalla sovrintendenza stessa”.

Il progetto, chiamato “Domus Agricola”, ha come scopo, si legge nella delibera, “la realizzazione e gestione delle attività di promozione, valorizzazione e diffusione dei prodotti agricoli e agroalimentari”, con una particolare attenzione ai produttori locali. Ed accanto al nuovo Farmer’s Market, il Campidoglio avrà a disposizione un infopoint per l’informazione sulle tematiche agricole e ambientali di Roma.
Al radicale Magi ribatte il capogruppo dei Democratici, D’Ausilio: “È un progetto che mette al centro l’interesse dell’amministrazione per l’agricoltura, soprattutto quella nel territorio del Comune e la cultura del cosiddetto consumo a chilometri zero, che dà tanti vantaggi sia ai produttori che ai consumatori”.
E sulla mancanza di un bando replica: “Il canone è molto alto, più di centomila euro l’anno, e sarà scontato all’inizio del costo degli importanti lavori di restauro dell’antico edificio che così potrà essere recuperato. Inoltre, ha una durata precisa, sei anni, dopo i quali l’amministrazione potrà decidere se ritornare in possesso di quegli spazi per altri scopi o proseguire nell’esperienza della Domus Agricola”.