Alla fine la firmerà solo se non si farà in tempo a requisire gli impianti per legge. Sulla questione rifiuti, Roma torna a dover decidere col fiato sul collo di una scadenza importante, quella della ordinanza che da febbraio consente ancora di trattare la spazzatura negli impianti di Malagrotta di proprietà di Manlio Cerroni. Un atto firmato a febbraio da Ignazio Marino che, già allora, aveva dichiarato di non volerlo né poterlo reiterare.
Ora, però, il primo cittadino potrebbe venire meno a quella promessa per una questione di tempi: i121 maggio scade la sua prima ordinanza e per quella data Marino spera che il decreto promesso dal ministro dell`Ambiente Gianluca Galletti sia stato già approvato dal Consiglio dei ministri e controfirmato dal presidente della Repubblica. A cinque giorni dalla scadenza, dunque, si gioca sul filo. Oggi l`esecutivo dovrebbe discutere il decreto che contiene al suo interno un articolo, il 6, che concede ai presidentidi Regione, diProvincia e ai sindaci il potere di requisire gli impianti. Un caso che si applica alla perfezione per Roma dove, dopo l`inchiesta che ha coinvolto Manlio Cerroni, è arrivata l`interdittiva del prefetto Giuseppe Pecoraro all`utilizzo dei Tmb di Malagrotta.Peccato,però, che senza quegli impianti Roma va in emergenza, non potendo trattare altroveoltre mille tonnellate algiornodi spazzatura. L`ordinanza attualmente invigore ne consente invece l`utilizzo. La gestione dei Tmb di Cerroni, in caso di requisizione, potrebbe essere temporanea, affidata alprefetto Luigi De Sena che, al momento, è stato nominato fiduciario ( di comune accordo tra Ama e Colari) di un conto sul quale la municipalizzata dei rifiuti versa i soldi dovuti per l`utilizzo degli impianti. E intanto ieri iRadicalidiRoma hanno presentato un esposto alla Corte dei Conti ipotizzando un danno erariale di almeno 120 milioni di euro per il mancato raggiungimento, nel corso degli anni, degli obiettivi di raccolta differenziata previsti dalla legge.
(m. fv)