RADICALI ROMA

La Repubblica – Tassa rifiuti, la maxi evasione dei palazzi vaticani

Riguarda 25 immobili. La Cassazione: “L’università Gregoriana paghi 500mila euro”

di GIOVANNA VITALE

Non solo l’Imu. Il Vaticano a Roma non paga – e neanche ha mai pagato – la tassa sui rifiuti. Che avrebbe invece dovuto corrispondere all’Ama per una serie di immobili ecclesiastici, 25 per l’esattezza, tutti dislocati nel centro città e adibiti principalmente a dicasteri, atenei, sedi diplomatiche e tribunali, dove però trovano spazio anche attività commerciali.

Si tratta, oltre alle Basiliche ed edifici annessi, del palazzo del Vicariato (che tra l’altro ospita l’Opera romana pellegrinaggi, leader nel turismo religioso, e l’agenzia di viaggi Quo Vadis) e di Propaganda Fide in piazza di Spagna (con i piani terra occupati da negozi in affitto), del complesso in via della Cancelleria (che ancora oggi ospitano i tribunali apostolici, compresa la Sacra Rota), dell’università Gregoriana, l’Istituto biblico, l’Orientale e l’Archeologico, il Seminario russo e il Collegio lombardo. Mentre le parrocchie, e più in generale tutti i luoghi di culto, sono ovviamente esenti.

Un conto milionario, solo a voler considerare i crediti non ancora prescritti, che adesso il sindaco Marino – alle prese con il Salva Roma e le ristrettezze di bilancio – vorrebbe poter riscuotere. Confortato da una sentenza della Cassazione che nel 2012 ha condannato proprio l’università Gregoriana (ovvero uno dei 25 “evasori”) a pagare la cartella notificata dall’Ama nel 2005 ma subito impugnata dall’ateneo pontificio. Un verdetto giunto dopo tre gradi di giudizio e sette anni di contenzioso, a cui la Santa Sede ha risposto con una promessa di chiarimento ufficiale per le vie diplomatiche che però in Campidoglio non è mai pervenuto. E dal suo punto di vista bene ha fatto a prendere tempo, magari sperando in un aiuto che (come sempre) prima o poi sarebbe arrivato: il decreto Enti locali varato a inizio marzo dal governo Renzi ha infatti inserito quei 25 immobili tra quelli non assoggettati alla nuova Tasi, la tassa comunale che unisce Imu e Tari. Si tratta di “fabbricati indicati nei Patti Lateranensi” ha dovuto poi precisare Palazzo Chigi fra le polemiche. “Il primo regalo di Renzi al Vaticano”, ha contrattaccato il segretario dei Radicali Mario Staderini, parlando di “mistificazione”. Comunque sia, senza modifiche al decreto in Parlamento, il sindaco Marino dovrà dire addio a quelle risorse.

Per il futuro, almeno. Che per il passato la Cassazione parla chiaro. E impone all’università Gregoriana (e per estensione agli altri 24 palazzi “gemelli”) di versare al Comune di Roma le tasse sui rifiuti finora evase. Non proprio bruscolini: solo all’ateneo pontificio l’Ama chiede 566mila euro. E questo perché l’art. 16 del Trattato Lateranense esenta esclusivamente dal pagamento delle imposte sui redditi degli immobili (l’Imu, appunto). Non invece della tariffa sui rifiuti che, secondo la Suprema Corte, “ha valenza di corrispettivo di un servizio legato alla qualità e quantità dei rifiuti prodotti. Sicché è la produzione e il conferimento di rifiuti la ratio dell’imposizione e, al tempo stesso, delle relative agevolazioni”. Tanto più che, “come edificio universitario” annotano i giudici, “produce rifiuti allo stesso modo degli altri edifici alla stessa funzione destinati”. Ma mentre la Sapienza, Tor Vergata e Roma Tre pagano bollette salatissime, l’ateneo cattolico risparmia. Pur facendo lo stesso “mestiere”.