RADICALI ROMA

La ricetta? Te la fanno i radicali…

Quindici richieste di «pillo­le del giorno dopo» in u­na sola notte. Un succes­so, secondo i radicali del­l’associzione Luca Co­scioni, che sponsorizzano l’iniziativa della prescri­zione- no problem operata da par­te di medici attivisti o simpatiz­zanti (con denunce degli obietto­ri, tanto per capire a cosa si pun­ta) per chiunque la chieda. Un ri­schio culturale, secondo Andrea Natale, ginecologo alla Macedo­nio Melloni di Milano, soprattut­to perché a richiedere il Norlevo ai medici messi in campo dai radi­cali sono state tutte giovanissime. «Tra i ragazzi – spiega – sta pas­sando il messaggio che la pillola del giorno dopo è un contraccetti­vo come un altro, da adoperare il fine settimana, tutte le volte che si fa sesso occasionalmente. Se si pensa in questo modo di ridurre il ricorso agli aborti, però, si sbaglia di grosso». Una mossa, quella dei radicali, che fa parte di un piano più articolato. Con una petizione sul sito dell’associazione Luca Co­scioni viene infatti chiesto al mi­nistro del Welfare di «introdurre anche in Italia la possibilità del­l’acquisto della pillola del giorno dopo in farmacia senza ricetta me­dica, per chiunque in forma ano­nima e gratuitamente per le mi­norenni ». «Non basta una prescri­zione fatta al bar o in ambulato­rio se non si sa chi si ha davanti – riprende Andrea Natale – non è rispettoso per la persona. In un’ini­ziativa così ognuno si prenda le proprie responsabilità». Che sono gravi, anche se nessuno ne parla.

La maggioranza delle donne che prendono la pillola del giorno dopo ha meno di 20 anni, mentre si registra un vero e pro­prio boom commerciale. Dal 2006 al 2007 le vendite sono passate da 220.000 a 270.000 confezioni. «Per la comunità scientifica e l’Or­ganizzazione mondiale della Sa­nità è un contraccettivo – pole­mizza l’Aduc, associazione di con­sumatori sempre di area radicale –. Tutti gli studi più recenti escludo­no l’azione abortiva del farmaco». «La disinformazione è la vostra – replica il Movimento per la vita –. Non risulta che l’Oms abbia mai fatto tale affermazione».

« Per quanto riguarda la ‘co­munità scientifica interna­zionale’ – insiste l’Mpv – si rasenta il ridicolo: il Comitato na­zionale di bioetica, per emettere il suo parere nel 2004 ha esaminato tutta la letteratura scientifica mon­diale al riguardo trovando solo del­le fugaci affermazioni che negano l’abortività della pillola del gior­no dopo, e ha concluso che anche in presenza di opinioni diverse è doveroso riconoscere ai medici il diritto all’obiezione di coscienza».