I cittadini romeni in Italia sono 800 mila e la Romania li rivuole indietro. Non tutti forse, ma sicuramente quelli che hanno acquisito esperienze e specializzazione nel loro lavoro. Insomma gli operai e i lavoratori qualificati. A parlare di un mega programma di rientro è il ministro delle Pmi, del commercio e del turismo Ovidiu Silaghi al termine dell’incontro con il ministro delle Politiche Europee del Commercio Internazionale Emma Bonino in viaggio ufficiale in Romania. «Il tasso di disoccupazione è al 3% e in alcune zone industriali come Timisoara è addirittura allo 0%, anche per merito degli imprenditori italiani. Stanno arrivando i lavoratori dall’Ungheria. Ma noi abbiamo tanti operai in Italia, come in altri paesi europei, che hanno quell’esperienza che vorremmo sfruttare in Romania» ha detto. Il problema è come convincere gli emigrati a rientrare visto che i redditi in Romania sono di gran lunga più bassi che in Italia. Ed è un problema ancora tutto da risolvere. Silaghi, che nelle prossime settimane affronterà la questione con il ministro degli Affari Sociali Paolo Ferrero, qualche idea ce l’ha, anche se si guarda bene dall’accennare ad un sistema di incentivi. «Si potrebbero incoraggiare i cittadini romeni a costituire in patria piccole aziende, oppure chiedere alle grandi aziende italiane che investono in Romania di portare con loro dall’Italia i lavoratori romeni», ha sottolineato aggiungendo che la cosa non è stata per ora accolta con grandi entusiasmi a Roma.
La questione però è in piedi e si inserisce in un quadro di maggiore cooperazione, integrazione che i due paesi, come ha rilevato il ministro italiano, vogliono stringere soprattutto dopo le tensioni sui temi della sicurezza. Emma Bonino lo ha fatto capire chiaramente, sia rassicurando gli imprenditori italiani che lavorano in Romania (circa 24mila aziende) sia parlando di strategie comuni in campo europeo con Silaghi e con il ministro dell’Economia Varujan Vosganian. Con il primo è stato firmato un accordo «per approfondire un lavoro comune» sull’attuazione delle direttive sui servizi. Col secondo, ha aggiunto Bonino, è stato affrontato il tema della partecipazione delle aziende italiane ai programmi di rinnovamento delle infrastrutture e di investimento nell’energia e nelle fonti rinnovabili che la Romania attuerà utilizzando i fondi strutturali europei.