RADICALI ROMA

“La satira è un valore civile la Chiesa mi ricorda Stalin”

  «Hanno trovato il ter­rorista, ecco la notizia. Il terrorista che cercavamo da giorni, eccolo lì. Andrea Rivera!», scherza. Ma subito Dario Fo si fa amaramente se­rio: «Ci rendiamo conto che tutto questo è insensato? Tutta questa reazione  spropositata per una normale battuta comica, voglio dire. Ma che paese siamo diventati se per un po’di ironia la Chiesa grida al terrori­sta e perfino i sindacati si sen­tono in dovere di attaccare la li­bertà di satira?». Il Nobel-atto­re è indignato, arrabbiato. Non ci sta. Nel bai­lamme seguito alla battuta di Andrea Rivera dal palco del concertone del Primo Maggio, biasima prima di tutti il paese: «La satira è un atto altamente civile. Le grandi società la satira l’hanno difesa non attaccata. So­no anni e anni e anni, invece, che la storia d’Italia dissemina censu­re, leggi liberticide e atti contro gli artisti e le artiste che fanno satira. È un tormentone. Siamo un paese in cui Chiesa, politici e sindacati censurano la satira e tollerano lo sfottò sui sederi delle ragazze, sui nasi lunghi degli uomini; lo sfottò che è il parente becero della comi­cità».
 
Cosa direbbe, allora, all’Osser­vatore Romano che ha equipara­to la battuta di Rivera a un atto di terrorismo?
«Dico che chi non sa distingue­re tra satira e terrorismo è perico­loso. La satira è un valore, l’orgo­glio dei popoli, dalla Grecia del IV secolo all’umanesimo del Cin­quecento italiano. Ma la Chiesa reagisce cosi perché è sulla difensiva».
 
Che vuol dire?
«Che la Chiesa sta mal sottoportando i processi ad alti prelati in corso in America. In molti casi con accuse infamanti, come la pedofilia. Rispondono sferrando da me­si un’offensiva senza precedenti contro la società civile, i dico, l’eutanasia, l’aborto. La Chiesa mi fa venire in mente gli stalinisti».
 
Cioè?
«Durante lo stalinismo chi di­ceva la verità su quello che Stalin combinava veniva tacciato di ter­rorismo. Non dimentichiamo che il papa polacco aveva chiesto scu­sa all’umanità per ciò di cui la Chiesa si era macchiata nel perseguire gli eretici».
 
È un fatto però che la Chiesa italiana in questo momento si sente sotto l’attacco del terrori­smo con le minacce al cardinale Bagnasco.
«E che c’entra con la satira? Chi attacca Bagnasco in quel modo è un rozzo. Ed è vero che dei rozzi bisogna aver paura, ma è anche vero che combatti il linguaggio pesante, greve, brutale del terrori­smo anche con la leggerezza del­l’umorismo e lo stile dell’ironia».
 
Lei che in Mistero Buffo ha pre­so in giro papi, santi, chiese, l’a­vrebbe detta da quel palco la fra­se di Rivera?
«Lui non neanche fatto della sa­tira, ha fatto una denuncia. Cosa che si fa a teatro. Ha denunciato un fatto sotto gli occhi di tutti. Non ha detto balle. Ha detto chiara­mente quello che la Chiesa ha fat­to nel corso della sua storia, per esempio benedicendo i funerali di criminali come Pinochet e Franco. È storia».
 
C’è chi dice che non era il caso di tirar fuori certe cose in una ma­nifestazione come quella, dove c’erano anche cattolici.
«La regina delle ipocrisie. Ma imparino i cattolici a prendersi le pedate in faccia che ci siamo pre­si noi di sinistra per la nostra sto­ria. Noi abbiamo anche imparato quando ci criticavano per quello che aveva fatto il socialismo reale. Lo facciano anche i cattolici per la loro storia. Farà loro solo del gran bene».