«Vantaggi fiscali delle chiese italiane»: la Commissione europea si prepara a chiedere al governo Prodi «informazioni supplementari». E a valutare l’ipotesi di aprire un’inchiesta per aiuti di Stato illegali. Lo annuncia ieri mattina a Bruxelles il portavoce della Commissaria alla Concorrenza Neelie Kroes. E a Roma si aggiunge un nuovo atto a una polemica che era già in scena.
Nel mirino dell’antitrust c’è l’esenzione dall’Ici (e forse anche le riduzioni di imposta del 50%) per le attività commerciali svolte da confessioni religiose e onlus. La prima richiesta di informazioni risale a giugno 2006 su segnalazione di alcuni «soggetti italiani» che Bruxelles protegge con l’anonimato. Benché la domanda arrivi al neoeletto governo Prodi, il riferimento è alla Finanziaria chiusa dall’esecutivo Berlusconi il 2 dicembre 2005, con la quale — contraddicendo una precedente sentenza della Cassazione che dava torto alla Chiesa sull’interpretazione della legge istitutiva dell’Ici del ’92 — sono esentati dall’imposta comunale tutti gli immobili di proprietà degli enti ecclesiastici «anche se destinati ad attività commerciali». Pensionati, ristoranti, cliniche, università e così via, per un buco complessivo nelle casse comunali che l’Anci calcola in 700 milioni di euro.
Il governo Prodi promette di intervenire. Il primo decreto Bersani ripristina il pagamento dell’imposta, ma lo limita agli immobili della Chiesa «in cui vengano svolte attività esclusivamente commerciali». La chiave è nell’avverbio: basta la presenza di una struttura minima destinata ad attività religiose e scatta l’esenzione. Di qui la nuova richiesta di Bruxelles. Dal ministero delle Politiche europee a Roma replicano che il governo la «esaminerà». Già una prima risposta era partita in primavera. Probabilmente ritenuta «insufficiente», spiega il portavoce del ministro Emma Bonino: l’Italia ora rischia una procedura di infrazione «proprio quando si è finalmente riusciti a ridurne il numero».
«Attacchi insistenti e pretestuosi — reagisce il presidente della Cei, monsignor Angelo Bagnasco —: le azioni della Chiesa sono a beneficio della società». Trasversali gli interventi in difesa. A partire dal Guardasigilli Clemente Mastella, che teme il «polverone anticlericale»: l’esenzione si applica a «tutti gli enti no profit — spiega —, mentre pagano Ilei strutture alberghiere, ristoranti e negozi di proprietà di enti ecclesiastici». «Piuttosto che prendersela con la Chiesa — aggiunge il ministro Antonio Di Pietro—l’Ue farebbe bene a dare disposizioni in merito ai paradisi fiscali come il Benelux». Maurizio Gasparri (An) parla di «incredibile offensiva». Maurizio Lupi (Fi) chiede a Prodi di prendere le distanze «dagli anticlericali nella sua coalizione». «Anatema — lancia Roberto Calderoli (Lega) —. Io scomunicherei l’Unione Europea e chi la sostiene». Con i Radicali sono invece soddisfatti i Verdi: «Si conferma la necessità di un tavolo bilaterale Stato-Vaticano», ribadisce il sottosegretario all’Economia Paolo Cento.