RADICALI ROMA

L’accusa del radicale Iervolino: finite le elezioni, il Pd ci snobba

da E Polis Roma, di Alessio Garofoli, pag. 24. La polemica. Il segretario romano dei pannelliani non si arrende: facciamo ancora parte del centrosinistra

 

L’alleanza tra Pd e Radicali è arrivata dopo un percorso tormentato. Nella Capitale non va certo meglio. Dopo le amministrative, il centrosinistra cittadino sta del tutto ignorando i pannelliani. La denuncia viene da Massimiliano Iervolino, segretario di Radicali Roma, che

correva con il Pd per palazzo Valentini, dove è il primo dei non eletti: «Ci sono state febbrili trattative, incontri per la formazione delle giunte municipali, in cui nessuno ha ritenuto di coinvolgerci, nemmeno nei quattro municipi in cui i nostri voti sono stati determinanti per vincere al primo turno. Anche se devo ringraziare il presidente della Provincia Nicola Zingaretti per avermi dato la delega ai Diritti umani».

 In politica contano i numeri. E voi radicali non siete riusciti ad eleggere consiglieri né al Comune, né alla Provincia, né nei municipi.

Se i conti si facessero solo con i numeri sarei d’accordo. Ma c’è un discorso politico più  generale. Da quando abbiamo perso il Comune ci sono stati dei tavoli per discutere della sconfitta e non siamo stati invitati. Questi tavoli vengono organizzati dai segretari romani del centrosinistra.  Quindi dovrei esserci anch’io. Anche perché prima delle elezioni mi invitavano. È una questione di metodo: i Radicali fanno parte della coalizione.

 Qual è la causa di questo ostracismo?

Non ne ho idea. Bisognerebbe andarlo a chiedere a Ciarla e a Milana. Con quest’ultimo tra

l’altro sono rimasto in contatto fino all’ultimo giorno prima del voto.

Allora domandi direttamente a loro.

Ci ho provato a mettermi in contatto con loro, e ci sono riuscito poche volte. E quando ci

sono riuscito, anche se io sapevo che queste riunioni si tenevano, loro due negavano che

ci fossero.

 Le dispiace che non ci sia neppure un radicale in Aula Giulio Cesare mentre Alemanno invita Benedetto XVI?

Sì. Poi in questo periodo, e con questo Papa che ha un taglio più  oltranzista rispetto a Giovanni Paolo II. Che a differenza di Benedetto XVI trovavo simpatico e stimabile, anche se non condividevo il 90 per cento di quanto diceva.

E intanto il circolo di cultura omosessuale Mario Mieli denuncia la revoca dell’autorizzazione al Gay Pride a terminare a Piazza San Giovanni

Mi sembra strano che non appena a Roma, dopo 14  anni, cambia il colore del governo,

succeda un fatto del genere.

 Sta dando la colpa al sindaco?

No. Alemanno non avrà fatto niente. Ma evidentemente in  questura devono essersi accorti che è cambiato il clima.