RADICALI ROMA

L'altra chiesa

Dopo la decisione del Vicariato di impedire la celebrazione dei funerali religiosi per Piergiorgio Welby, esponenti di altre confessioni religiose si sono offerti di celebrare il rito funebre. Tra questi la Tavola Valdese, la Chiesa battista, la Chiesa ortodossa, la Chiesa vetero-cattolica (rito cattolico antico).

Anche all’interno della Chiesa cattolica si sono levate diverse voci contrarie alla decisione del Vicariato. Radio Radicale e RadioRadicale.it ne hanno raccolte alcune.

Intervista a Don Vitaliano Della Sala

Intervista a Gianfranco Formenton, parroco della provincia di Spoleto

Intervista a Don Tonio Dell’Olio

Intervista a Paolo Leomanni (Priore Ministeriale della Chiesa vetero cattolica italiana)

Intervista a Felice Mapelli (vescovo Chiesa Ortodossa) su Welby

Don Vitaliano Della Sala:

Mi sembra che sia stato S. Agostino a dire che “il grande amore di Dio non respinge nessuno”. Con questa certezza sarei stato a Roma oggi per salutare con voi Piergiorgio e per pregare per lui affidandolo alla misericordia di Dio. Purtroppo gli impegni pastorali, legati anche ai giorni natalizi che stiamo vivendo, non mi hanno permesso di essere con voi fisicamente, ma solo con il cuore e con queste poche parole.

In questi giorni prima del Natale la liturgia ci ha proposto il tema dell’attesa, presentata da Gesù stesso con la parabola dei servitori che aspettano vigilanti il padrone di casa quando torna da un viaggio, “per aprirgli subito, appena arriva e bussa”. >Attraverso questa parabola Gesù esorta a non stancarci di attendere. Sperimentiamo di vivere in un mondo che sembra abbandonato da Dio, perso e alla deriva: un mondo nel quale l’ingiustizia è sempre più diffusa, la guerra incombe, l’inquinamento ci soffoca, l’esistenza di tanti, di troppi, si trasforma in una non-vita, la rassegnazione e la disperazione prendono sempre più il posto della speranza. Vediamo attorno a noi gente che si è stancata di attendere: credenti che in assenza del padrone di casa, ormai sono sicuri di essere diventati loro i gestori della salvezza, tanto da guardare con distacco e disprezzo a tutti gli altri; credenti pronti ad emettere verdetti di condanna e a sancire l’esclusione degli altri, talmente sicuri di avere Dio dalla loro parte da essere poi incapaci di riconoscerlo quando Egli si manifesta all’improvviso, nelle situazioni più assurde e nelle persone più impensabili.

Il resto, i servi rimasti fedeli, in questi brani trovano l’invito a non gettare la spugna, a rimanere come sentinelle nella notte, a resistere continuando a invocare il ritorno di Dio. Ma mi sembra di potervi leggere anche qualcosa di più. Il Dio atteso non è forse il già venuto? Il padrone è in realtà già molte volte tornato e molte volte torna ancora. Torna come donna o uomo dal volto sfigurato dalla sofferenza, come emarginato, escluso, povero, calpestato. E’ già tornato e tante volte torna ancora in coloro che subiscono ingiustizie, in coloro che pagano perché non si adeguano; torna come voce fuori dal coro, in colui che dissente, nel perdente, nel perseguitato, in ogni crocifisso nei letti della malattia.

Partendo il padrone ha lasciato nelle mani dei suoi servitori le chiavi della porta di casa. Porta che però, troppe volte, non si apre al padrone che torna non riconosciuto.

Sono certo che le porte del Paradiso si sono già spalancate per accogliere Piergiorgio e vorrei invitarvi a pregare con le parole della liturgia funebre: “O Dio, che hai chiamato il nostro fratello Piergiorgio a comunicare alla passione del tuo Figlio nella sofferenza del corpo e dello spirito, donagli ora di raccogliere il premio nella gloria del cielo. Nella tua misericordia senza limiti, perdona i peccati che ha commesso per la fragilità della condizione umana, e concedigli il riposo e la pace. Amen”.

Un abbraccio riconoscente a Mina per il suo coraggio: grazie per aver levato nitidamente la voce nella babele delle grida, grazie per il valore di segno della tua testimonianza. Ciao Piergiorgio…

Fraternamente, don Vitaliano

La redazione di Tempi di Fraternità:

Impossibilitati per la distanza a partecipare fisicamente alla celebrazione della cerimonia di saluto alla memoria di Piergiorgio Welby, aderiamo all’iniziativa della famiglia e degli amici personali del fratello Welby che si è addormentato nell’abbraccio del Pastore della Vita. Siamo convinti che la Chiesa è molto più grande e più santa delle burocrazie che la amministrano e che nella Barca di Pietro entrino, sulla parola di Gesù, molti più pesci di quanti possano prevedere i pescatori che spesso si affaticano per un’intera notte senza prendere nulla. Tanto che le reti – tutte le reti – non riescono a contenerli e – fortunatamente – sono sempre sul punto di strapparsi.

A Genova don Paolo Farinella, sacerdote impegnato in tante battaglie che lo hanno visto spesso in contrasto con la gerarchia ecclesiastica, celebra insieme alla sua comunità una messa per Piergiorgio Welby nella Chiesa di San Torpete:

Celebreremo la Messa per Giorgio Welby e lo innesteremo nella immensa e infinita misericordia di Dio attraverso la misteriosa riserva che per Ebrei e Cristiani si chiama ‘merito dei Padri e delle Madri’. Celebreremo l’Eucaristia per ringraziare il Signore di averlo gia’ accolto nella casa della sua Paternità. Noi credenti sappiamo e crediamo che sulla croce e’ morto Gesu’ che ha abbracciato tutti senza escludere nessuno’.

Don Paolo Pedrini (autore del blog Passi nel deserto):

Natale