RADICALI ROMA

L'Arcigay a Veltroni: "Chiediamo più spazio"

Roma, 24 luglio 2006 – Dopo la querelle su Gay Village, l’Arcigay romana va all’attacco e chiede al sindaco Veltroni di discutere, in generale, il problema degli spazi di aggregazione e di espressione per la cultura omosessuale a Roma. Un’area gay al Colosseo sul modello del Maree a Parigi, della Cheqa a Madrid e di tante altre grandi città e capitali europee. Un’area dove la comunità omosessuale possa dialogare, incontrarsi e confrontarsi con la città; questa nel dettaglio la richiesta dell’associazione. E l’ Arcigay propone anche un possibile giorno per l’inaugurazione, o quantomeno per avviare una sperimentazione: il 9 settembre, quando si svolgerà la Notte Bianca.

Al presidente del I Municipio, Giuseppe Lobefaro, l’organizzazione ha chiesto invece di sperimentare la prima Area Gay a San Giovanni in Laterano, luogo storico di raduno della comunita’ Glbt di Roma. L’Arcigay capitolina sottolineando l’importanza della questione delle aree di aggregazione della comunita’ gay, per cui nei giorni scorsi il deputato Franco Grillini si e’ offerto come consulente del sindaco Veltroni, ha constatato che Roma ”e’ all’ ultimo posto tra le grandi capitali europee, e non solo in quanto non possiede un’area destinata alla comunita’ gay” dove, tra l’altro, possano essere allestite mostre e organizzati incontri culturali. L’Arcigay ha fatto l’esempio di Parigi, Londra, Manchester, Madrid, Barcellona, Berlino, Colonia, Lisbona, Bruxelles, Stoccolma, New York, Los Angeles, San Francisco, Montreal, Sidney e Citta’ del Capo.

“Sogniamo che Roma possa diventare anche un modello per le altre citta’ italiane anche per le iniziative della comunità gay aperte a tutta la citta’ ” ha dichiarato Fabrizio Marrazzo, presidente Arcigay Roma. La richiesta iniziale e’ sperimentare un’ isola pedonale temporanea, senza veicoli in sosta, nei soli fine settimana, nell’ultimo tratto di via di San Giovanni in Laterano, prima dello sbocco sotto il Colosseo. E’ in quella zona che si concentrano molti gay e lesbiche romani, richiamati dai locali della zona.

L’organizzazione ha gia’ suggerito anche alcune modifiche dell’arredo urbano per rendere riconoscibile la zona qualora la proposta fosse accettata.