Gelo tra le due sponde del Tevere. Nei rapporti tra la Chiesa cattolica e le istituzioni italiane, la linea collaborativa dettata dal segretario di Stato Bertone ha ceduto il passo, nell’ultimo mese, al «muro contro muro» ispirato dal cardinale vicario Ruini prima al Pontefice nel discorso sui mali di Roma, poi al presidente Cei Bagnasco nel durissimo attacco di lunedì, un attimo prima dell’apertura della crisi per l’uscita dell’Udeur di Mastella dalla maggioranza.
«La svolta di Bagnasco è inspiegabile e non è stata preventivamente discussa nel Consiglio Cei», critica un cardinale di Curia. «Sono molto sorpreso dalla prolusione di Bagnasco che contraddice il tono dialogante dei suoi precedenti interventi e si allinea a Ruini – lamenta l’arcivescovo emerito di Foggia, Giuseppe Casale – per ragioni di opportunità, andava evitata una rottura che è un boomerang per la Chiesa. In Spagna, con Aznar, l’ingerenza ecclesiale portò Zapatero al potere. Alla Cei serviva un discorso più equilibrato e più sereno, meno militante-combattivo». Insomma, più collaborazione e meno invettive. «C’è un deficit di democrazia nella Chiesa italiana. Ruini ha convocato piazza San Pietro da solo. Si vogliono governanti pronti ad esaudire i desideri ecclesiali a costo di lacerare il paese con Dio-patria-famiglia – aggiunge Casale – è giusto difendere la vita nel grembo materno, però bisogna pure farli crescere i figli, garantire un lavoro ai precari e non affidarsi ai conservatori che per convenienza si rifugiano pericolosamente sotto l’emblema sacro della Chiesa. Con una doppia strumentalizzazione». Temono che ora le «istituzioni si chiudano al dialogo» anche i vescovi di Pisa e Caserta, Plotti e Nogaro, mentre l’arcivescovo di Ancona, Menichelli definisce «socio-pastorale» il discorso di Bagnasco: «Nessuna spallata al governo, solo la riaffermazione di valori non negoziabili».
Lo stesso presidente Cei aggiusta il tiro con un’intervista più spirituale che politica all’Osservatore Romano. D rapporto tra Chiesa e società in Italia «è un rapporto di grande stima e di estrema vicinanza popolare», e «non sono episodi, pure gravi e incredibili, come quello della mancata visita del Papa alla Sapienza che possono pregiudicare un’intesa e una positiva collaborazione, che sono e restano nei fatti». L’agenzia dei vescovi, Sir assicura: «La Chiesa vuole aiutare l’Italia riprendere il cammino. Da Bagnasco parole chiare ma sguardo positivo» e il Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali critica la «lettura politica forzata dai media».