È un monito severo e assieme una richiesta accorata di invertire la rotta quella che Marco Pannella lancia all’Unione. In un intervento, oggi in rete su «Notizie radicali», il leader della Rosa nel Pugno conferma il sostegno alla coalizione di Prodi ma le rinfaccia il “sabotaggio” dell’amnistia, la «difficile lotta per la legalità» contro la legge elettorale discriminatoria contro la Rosa nel Pugno (RnP), e la «svolta clericodemocratica dei vertici Ds e Margherita». E la ammonisce: «Senza la sinistra da sempre democratica, liberale, socialista, laica, radicale fortissimo è il rischio che l’Unione subisca il 9 aprile il rovescio del Fronte popolare del ’48”.
«CRISI DI RIGETTO» — Pannella rioercorre le tappe dell’avvicinamento al centrosinistra. Ricorda la decisione di appoggiare l’alternanza di Romano Prodi già da prima dei risultati referendari. E della ”crisi di rigetto dei vertici dell’Unione” verificatasi da quel momento. Un atteggiamento che da qualche settimana “si è convertito in aperte sfide, provocazioni alla Rosa nel Pugno, ai compagni dello Sdi nella illusione che potessero essere subite come da un qualsiasi cespuglio infrattato». In un crescendo di gravità Pannella evidenzia la morte dell’iniziativa di Natale per amnistia e indulto: “Ds e Prodi ne furono pubblicamente i beechini”. Il mancato appoggio decisivo contro la legge elettorale che imponeva solo alla RnP la raccolta delle firme. E ”l’abbuffata radiotelevisiva
dei leader dell’Unione”, nascosta dallo sdegno “contro l’apparente isteria bulimica del premier nelle tv”.
SVOLTA CLERICO-MODERATA — Quel “bombardamento” dei popoli ds e dl, secondo il leader radicale, era «vitale» per «prepararli e far passare la svolta storica». Come «la scandalosa candidatura nella Margherita, non nell’Udc o in An, di Paola Binetti, presidente di “Scienza e vita”: portabandiera del partito clericomoderato”. Pannella lo definisce un «colpo magistrale contro l’immagine ruiniana della Cdl», che ora, dice, apparterrà allo schieramento prodiano. E stigmatizza il fatto che all’affrettarsi della Binetti a proclamare di condividere le idee di Giovanardi e
Mantovano non si sia levato ”un solo guaito” nè dai ds, nè da “altri “radicali” bertinottiani e comunisti ex cossuttiani”.
«POCA ARIA FRITTA» — Nelle 280 pagine del programma dell’Unione, rimarca Pannella, non c’è nulla dei punti programmatici della Rosa nel pugno. Nulla, o quasi, su droga, sul reddito minimo garantito, sul superamento della cassa integrazione, sull’aborto nelle strutture private, sulla Ru486, sulla ricerca scientifica e fecondazione assistita, su eutanasia e testamento biologico, sulla destinazione dello 0,7 del Pil per terzo e quarto mondo, sull’amnistia subito, sull’obbligatorietà dell’azione penale, sulla responsabilità civile dei magistrati e sulla separazione delle carriere, su demografia e ambiente. E sull’abolizione degli ordini professionali, «poca aria fritta”.
LA FIRMA — Ciò nonostante precisa Pannella, il 24 febbraio la RnP «firmerà tutto quello che sarà da firmare» perché “non pretende e non chiede che le sue proposte siano fatte proprie da chicchessia”. Tuttavia il leader radicale riafferma con forza il suo duplice “no” alla linea adottata su Pacs e finanziamenti alla scuola privata. Sui Pacs parla di «voltafaccia» «in omaggio forse all’alfiere del cardinale Ruini e del partito clericomoderato”. Infine un duro attacco a Bertinotti: neocomunista e opportunista, esponente tra i maggiori del regime italiano.