Roma, 11 maggio 2006 – Un “momento storico”. Così il sindaco Walter Veltroni ha definito l’inizio dell’abbattimento dell’XI ponte del Laurentino 38. Ieri notte sono stati distrutti i balconi e i pilastri interni dello stabile che si affaccia su via Kafka. Veltroni ha sottolineato che Laurentino 38 era una delle zone piu’ degradate della citta’, ”caratterizzata da forti tensioni e durezza sociale. Assieme alla Regione, al municipio XII e ai cittadini del quartiere, abbiamo portato a termine questa operazione di rottura con il passato e di apertura ad una nuova realta’. L’assessore ai Lavori pubblici, Giancarlo D’Alessandro, ha detto che ”non solo vengono abbattuti i tre ponti, che ormai ospitavano situazioni diverse da quelle per le quali erano stati costruiti (abitazioni abusive al posto degli esercizi commerciali), ma la cubatura stessa dei ponti sara’ riportata sul territorio con la costruzione di negozi, case per studenti, un grande parco pubblico”.
Purtroppo l’inaugurazione è stata rovinata da una brutta aggressione avvenuta a danno di uno degli uomini della scorta di Gianni Alemanno, candidato a sindaco della capitale. Il candidato del centrodestra e’ arrivato al Laurentino 38 poco dopo le ore 22, proveniente dal lato opposto a quello dove stava iniziando la manifestazione ufficiale alla presenza del sindaco Veltroni. L’arrivo di Alemanno e’ stato accolto da esponenti dell’ultrasinistra e autonomi del centro sociale del quartiere, che si sono prima assembrati per poi scandire urla e slogan. Dopo qualche minuto il gruppo di manifestanti, circa 30 persone, hanno avviato un fitto lancio di oggetti e bottiglie, una delle quali ha colpito alla testa uno dei poliziotti della scorta di Alemanno, G.D.G., rimasto ferito e soccorso sul posto dai colleghi. Per evitare che gli incidenti degenerassero, Alemanno e il gruppo di esponenti politici e residenti del quartiere al seguito si sono dovuti spostare dall’altro lato del Ponte, in via Filippo Martinetti, per assistere alla manifestazione ufficiale, dove comunque sono proseguite le azioni di disturbo da parte degli esponenti dei centri sociali.