RADICALI ROMA

Le basi per un rinnovamento del bacino del Mediterraneo

Il 13 dicembre 2010, nella sede del parlamento Europeo a Roma, si è tenuto il convegno “Per una nuova prospettiva Euro-Mediterranea. Lo sviluppo delle megalopoli del Mediterraneo tra Europa, Medio Oriente e Nord-Africa”, organizzato da Radicali Italiani e ELDR (Partito Europeo dei Liberali democratici e riformisti).

Con il supporto di studiosi ed esperti italiani e internazionali, si è inteso aprire un dibattito che affrontasse i processi di urbanizzazione e di sviluppo che caratterizzano l’evoluzione delle principali aree metropolitane del Mediterraneo, a seguito della conferenza interministeriale di Barcellona del 1995.

Il convegno ha dato vita ad una serie di dialoghi tra mondo accademico e mondo politico sulle problematiche legate all’urbanizzazione. Visioni di ampio respiro, euro-mediterranee, che guardino al Mezzogiorno non come alla periferia dell’Europa, ma come baricentro del Mediterraneo, possono fornire nuove prospettive a quelle politiche europee che, fino ad oggi

-come ha evidenziato il Prof. Aldo Loris Rossi- sono state euro-centriche (in riferimento al pentagono costituito da Londra, Parigi, Milano, Monaco e Amburgo).

Il dibattito potrà suggerire alle politiche europee nuovi spunti, che permettano di intraprendere nuove strade riguardo tre problematiche principali: l’esplosione demografica, economica e urbanistica dell’Europa, la crisi delle risorse ambientali e i temi legati ai grandi corridoi della mobilità. Corridoi della mobilità che sembrano pensati per tagliare fuori il bacino del Mediterraneo, con tutte le sue risorse e strutture, collegando direttamente il cuore dell’Europa con la Cina.

Un incontro pensato, allora, come un primo tassello di un mosaico che vuole portare all’attenzione della politica europea l’idea che un Mezzogiorno come cerniera tra le megalopoli europee e quelle mediterranee è possibile, anzi indispensabile. Il bacino del Mediterraneo, come ha detto il Prof. Luigi di Comite, inizia in Portogallo, passa per l’Italia, lambisce la ex-Jugoslavia, la Grecia, la Turchia, scende fino alla Siria e al Libano per finire in Africa nel piccolo Maghreb; la sua popolazione globale risulta essere inferiore a quella dell’India o della Cina, ma con una differenza, che da noi lo spostamento di persone viene chiamato migrazione internazionale, da loro migrazioni interne. E allora su questo concetto di migrazione legato alla vastità di un territorio, non c’è un ritardo della politica europea, su cui si deve intervenire?

E’ stato detto Mezzogiorno come punto centrale tra le megalopoli europee e le megalopoli mediterranee. Ma -si domanda il Prof. Calogero Muscarà- dove e perché nasce il termine “megalopoli”? “Megalopoli” è un termine introdotto per la prima volta da Jean Gottmann, che racchiuse tutti i suoi studi in un testo titolato Megalopolis, e dove spiega come la megalopoli sia la parte dinamica del mondo, cerniera degli stati, delle economie. Megalopoli come incubatrici di idee per il futuro. E allora, proprio sulla base di queste riflessioni, il Mezzogiorno potrebbe diventare il perno, l’asse su cui far orbitare le megalopoli europee e quelle mediterranee, incubatrici di idee per il futuro.

Sul termine megalopoli il Prof. Aldo Loris Rossi ha aggiunto un’ulteriore riflessione legata all’ambiente, perché bisogna far sì che queste megalopoli si trasformino in Eco-megalopoli, cioè protesi della natura, che vadano contro lo sfruttamento di suolo e di risorse naturali secondo il modello esclusivamente consumista.

Il 13 dicembre nella Sala delle Bandiere si sono volute gettare le basi per un rinnovamento del bacino del Mediterraneo, una nuova prospettiva che unisca l’Europa, il Medio Oriente e il Nord Africa attraverso politiche europee che mirino a distendere i confini, politiche di inclusione e non di marginalizzazione, politiche che ri-scoprano le risorse di tutte le aree del Mediterraneo cercando di collegarle tra loro in una rete di interessi culturali ed economici, che rendano ancora più forte e centrale il ruolo dell’Europa nel mondo.

Marco Mancinelli