RADICALI ROMA

Le imprese laziali tengono ma la riprese è incerta

 Le piccole e medie imprese della Regione Lazio sono in fase di stallo o meglio in una situazione di sostanziale “tenuta”. E’ questa la fotografia che emerge da un indagine di Federlazio svolta su un campione di 350 aziende associate e relativa al primo semestre 2006. “Il sistema Roma non basta più, serve un sistema Regione”, ha detto il presidente Massimo Tabacchiera, che lancia il quesito: “Quanto potrà durare la fase di stallo prima che divenga regressione?”. Le previsioni sul prossimo semestre, ha chiarito il presidente di Federlazio, indicano un lieve ottimismo per le imprese più piccole e un ottimismo più accentuato per quelle con più di 50 addetti. “Ma se non ci saranno incisivi interventi a livello di sistema regionale – ha aggiunto – il vero sviluppo, che nella fase odierna è maturo e possibile, non potrà avvenire”. Gli interventi più urgerti, ha detto, sono il sistema sanitario ed energetico, “senza contare un generale miglioramento delle infrastrutture stradali e ferroviarie”, con particolare attenzione al porto di Civitavecchia che per gli scambi internazionali sta acquistando un ruolo strategico.

In tema di esteri, Tabacchiera ha confermato l’importanza degli scambi con la Cina, ma anche sottolineato che l’estremo oriente non è l’unico mercato verso cui orientarsi. Reduce da un viaggio negli Emirati Arabi, l’esponete di Federlazio, che è anche presidente di Ama International, ha siglato un accordo con gli emiri da 400 milioni di euro per la costruzione di due discariche e diversi impianti per la raccolta differenziata dei rifiuti. “Il logo Roma ci ha aperto la strada – ha ammesso – ma ora saranno le imprese della nostra Regione a lavorare per la realizzazione delle opere”.