Ci voleva la contestazione universitaria al papa per fare il miracolo di vedere seduti sulle poltroncine di Porta a Porta Marco Pannella, Marcello Cini e Piergiorgio Odifreddi. Al formidabile trio il compito di confutare l’ultima, colossale bufala mediatica, replicata da tutti i giornali e i telegiornali del regno: al papa è stato impedito di parlare. E, altro miracolo, ci sono riusciti. Nonostante gli insulti e il conduttore che gli giocava contro.
Agli insulti di Giuliano Ferrara (uno dei tre ospiti papalini: gli altri due erano Buttiglione e monsignor Fisichella), i professori non hanno badato. Se uno dice «raglio dell’asino non sale al cielo» (Ferrara), meglio lasciar perdere. Se un altro (Buttiglione) aggiunge «professori mediocri» mentre la telecamera inquadra il suo calzino calato rovinosamente sulla scarpa, non vale la pena aggiungere altro.
Ripetere che al papa è stato impedito di parlare è dura se c’è Pannella che ti snocciola i dati del presenzialismo Vaticano nei nostri telegiornali. Le cifre del leader radicale parlano da sole: dal 19 aprile 2005 (anno in cui è stato eletto Ratzinger) al 14 gennaio 2008, il Tgl ha dato il 35,45 per cento al governo e il 29,13 per cento al Vaticano, mentre il Tg2 ha assegnato il 34 per cento al governo e il 32 al Vaticano. Numeri che chiariscono quel che i telespettatori sanno molto bene: la nostra televisione è ossessivamente papalina come nessun altra al mondo.
Vespa prova a buttarla sul profano («le trasmissioni con il papa fanno audience»), seguito da Fisichella («noi non abbiamo bisogno di imbavagliarci come Pannella per farci ascoltare»). Il leader radicale lo ha lasciato dire, poi nel finale della serata, rivolto all’alto prelato, solo due parole: «spero che lei si vergogni».
Quanto ai professori e agli studenti antidemocratici che tappano la bocca al pontefice, il professor Odifreddi ha proposto una domanda molto semplice: «è possibile manifestare un dissenso per la visita del papa? anche Giovanni Paolo II fu contestato in Olanda, senza che questo destasse scandalo, forse anche l’Italia sta diventando un paese nord europeo». E il nostro Marcello Cini, il professore che ha scritto sul nostro giornale parole chiare sull’iniziativa contro l’invito del rettore al papa, è tornato sul punto: «dire che è stato vietato al papa di parlare è una deformazione, il problema è nella confusione di ruoli tra il professor Ratzinger e l’autorità massima di una religione».
Titoli di coda, appello di Fisichella a ritrovarsi in piazza S.Pietro, e replicometro di Vespa «il papa all’università non ci può andare». Non è un’opinione, ma la verità. Naturalmente rivelata.