RADICALI ROMA

Legalità, trasparenza, progettualità: le tre vie maestre per un buon governo della Regione

Una Ferrari che viaggia alla velocità di una Cinquecento: una metafora che può essere utile per comprendere le potenzialità del territorio laziale, per troppi anni inespresse a causa di una politica miope, che non ha saputo guardare oltre gli steccati degli egoistici interessi di partito. L’incapacità di programmare interventi strutturali mirati a dare sempre più slancio e vitalità a una tra le regioni più dinamiche del Paese, ha portato il Lazio a perdere terreno, nonostante negli ultimi quindici anni si sia reso protagonista di un importante sviluppo nell’industria e nei servizi, nell’agricoltura e nel turismo, con punte di eccellenza nella ricerca e nell’innovazione, cioè i due talloni di Achille del sistema produttivo italiano. Per restituire alla regione il ruolo che le compete, è necessario che la prossima amministrazione la traghetti al riparo dalla crisi finanziaria e strutturale in cui rischia di annegare e che l’ha condotta al commissariamento da parte del Governo in settori fondamentali come la sanità. Legalità, trasparenza e progettualità: ecco le tre vie maestre da percorrere per risollevare le sorti del Lazio e consentire a questa regione di spiccare il volo. È necessaria, perciò, non una competizione elettorale fatta di accuse reciproche, di promesse illusorie e di demagogia, ma di una campagna che sappia mettere sul tappeto i problemi reali che investono la vita quotidiana delle persone, proporre con coraggio le possibili soluzioni e parlare ai cittadini attraverso il linguaggio della verità e della responsabilità.
Sarebbe comunque un errore gettare via il bambino con l’acqua sporca: all’ultima legislatura va riconosciuto di aver mosso dei passi nella direzione giusta. Sono mancati, tuttavia, il coraggio e la volontà politica di imprimere quella svolta decisiva che sarebbe servita, e che serve ancora oggi, per lasciarsi finalmente la crisi alle spalle. La strada, dunque, resta in salita. Per inserire la marcia giusta con cui affrontarla, la politica deve fare un passo avanti nella capacità di governo dello sviluppo regionale e un passo indietro nella gestione amministrativa. Ed è in quest’ottica che il Consiglio regionale deve tornare a esercitare, se necessario anche attraverso modifiche statutarie e regolamentari, la pienezza dei suoi poteri legislativi, di indirizzo e di controllo, attraverso i quali deve esplicarsi anche la correttezza dei rapporti fra maggioranza e opposizione, facendo deperire ogni pratica di spartizione consociativa. Obiettivi irrinunciabili sono la piena trasparenza in ogni settore dell’attività regionale, la riduzione dei costi della politica, l’anagrafe degli eletti e dei nominati, l’accessibilità agli atti da parte di tutti i cittadini, le regole e i criteri nelle nomine dei dirigenti amministrativi e dei manager, che devono tenere conto del merito e delle competenze e non dell’appartenenza o della protezione politica o corporativa. E ancora: il rispetto delle regole europee per le gare d’appalto, il monitoraggio delle attività e la verifica triennale, affidata a una autorità indipendente, dei risultati conseguiti dai dirigenti. Ecco la nostra sfida: fare in modo che legalità, trasparenza e progettualità acquistino finalmente piena cittadinanza in tutte le istituzioni che rappresentano l’amministrazione regionale, affinché siano rispettati i diritti di tutti e ciascuno possa partecipare attivamente alla costruzione di una regione sana, onesta e competitiva.