RADICALI ROMA

LETTERA A STORACE: RADICALI ROMA RISPONDE

Ill.mo Sig. Ministro della Salute,
 
nel ringraziarLa per la risposta del 16 novembre u.s. (GAB/9626– P/ISIA/S), noi sottoscritti, anche in nome e per conto dell’Associazione Radicali Roma, Le facciamo presente quanto segue:
 
        sulla legittimità o meno del rifiuto dei medici nel prescrivere il “levonorgestrel”, c.d. “pillola del giorno dopo”, nessuna rilevanza può avere una nota, pur rispettabilissima, del Comitato Nazionale di Bioetica.
 
        Ci sono infatti leggi, atti e regolamenti amministrativi con i quali il Legislatore ha stabilito che per “effetto interruttivo della gravidanza” occorre far riferimento ad una fase successiva rispetto a quella dell’annidamento dell’ovulo nell’utero materno e che pertanto il Norlevo – agendo in un momento antecedente al predetto impianto – opera unicamente con effetti contraccettivi.
 
        Richiamarsi poi all’art. 19 del Codice Deontologico della FNOMCeO del 1998 significa darsi la classica “zappa sui piedi” dal momento che – se è vero che il medico può rifiutarsi di prestare la propria opera qualora questa contrasti con la sua coscienza – è altrettanto vero che questo atteggiamento sarà legittimo fintantoché non rischi di rappresentare “un grave ed immediato nocumento per la paziente”.
        Ora, secondo Lei, un medico che si rifiuta di rilasciare apposita prescrizione ai fini dell’assunzione di un “farmaco d’urgenza”, esponendo così la donna al rischio di dover affrontare il dramma di una gravidanza indesiderata ed eventualmente poi quello di un aborto chirurgico, cos’altro fa se non mettere la paziente di fronte al rischio di “un nocumento grave ed immediato” per la sua salute psico-fisica?
        E’ Lei stesso d’altronde a riconoscere che la problematica da noi sollevata –  oltre al diritto dei medici alla obiezione di coscienza – riguarda anche “la possibilità per le donne di accedere al farmaco in questione”.
        Eppure è proprio su questo fondamentale aspetto della questione (emblematicamente riassunto in quel filmato andato in onda durante il programma Matrix del 28 settembre u.s.)  che la Sua risposta ci ha deluso.
 
        Pare infatti che Lei non intenda attivarsi perché negli ospedali della capitale venga di fatto garantita a tutti cittadini la possibilità di ottenere il rilascio di apposita ricetta medica necessaria all’assunzione della c.d. “pillola del giorno dopo”, il tutto entro termini ragionevoli come prescritto dalla legge.
        Si sta parlando – è bene ricordarlo – di un farmaco d’urgenza che va infatti assunto entro e non oltre le 72 ore successive ad un rapporto non protetto, pena la sua perdita di efficacia; un farmaco che agisce con effetti “contraccettivi” e la cui commercializzazione è stata autorizzata con il D.M. del 26 settembre 2000 n. 510.
       Richiamarsi al rispetto delle leggi e dei regolamenti vigenti a corrente alternata e a seconda delle convenienze del momento non è certo un bello spettacolo, soprattutto se a farlo è un Ministro della Repubblica.
 
Con osservanza.
Roma, 23 novembre 2005
Alessandro Gerardi
Diego Sabatinelli
Massimiliano Iervolino