Loro volevano tranquillizzare. Paola Binetti e Luigi Bobba — candidati della Margherita con alto gradimento Oltretevere — la lettera l’avevano scritta per garantire agli elettori cattolici che le proposte della Rosa nel pugno (dai Pacs per le coppie di fatto all’eutanasia) non passeranno. Ma le vie della politica, e del proporzionale, sono infinite. E quella lettera si è trasformata in un caso che allarga i solchi tra i partiti del centrosinistra. Non solo tra Margherita e Rosa nel pugno, ma anche tra Rosa nel pugno e Ds.
LA LETTERA — La prima reazione è di Sandro Bondi, promotore di quella lettera al parroci che difendeva il lavoro fatto dal governo Berlusconi: «Prima ci criticano poi ci copiano». Ma se la frecciata allo schieramento opposto è un obbligo da campagna elettorale, a far male di più è il fuoco amico, quello che arriva dal centrosinistra. Dice Daniele Capezzone che «così si compie l’involuzione neointegralista, antilaica e ruiniana della Margherita». Poi lancia il suo appello ai laici ds: «Il loro partito e la Margherita fanno una lista insieme, si ritroveranno eletti che voteranno come Giovanardi. Meglio la Rosa nel pugno per garantirsi un presidio di laicità». Critiche anche da Verdi e Comunisti italiani, pure loro a favore dei Pacs. Ma dalla Margherita Dario Franceschini non raccoglie la provocazione: «Un conto sono le battaglie dei partiti, un altro il programma dell’Unione in cui le proposte della Rosa nel pugno non ci sono. Il resto è autolesionismo».
FASSINO — Nel programma dell’Unione non si parla di eutanasia, di fecondazione assistita, di Concordato e di tutte le altre campagne che, secondo la Margherita, potrebbero mettere in fuga il voto cattolico. Si parla sì di coppie di fatto ma non di Pacs, bensì di «riconoscimento dei diritti delle persone che ne fanno parte». Ed è proprio questo che ricorda Piero Fassino: «I Pacs sono sostenuti anche dai Ds ma su queste materie non si va avanti a colpi di maggioranza e, non condividendo la Margherita ed altri questo strumento, si è scelta un’altra strada: non i Pacs bensì un riconoscimento giuridico in altre forme». Poi anche lui parte all’attacco: «Non mi considero meno attento a difendere la laicità rispetto al compagni della Rosa nel pugno». La risposta è di Enrico Boselli: «Capiamo che Fassino non voglia prendere lezioni di laicità da noi ma temiamo che sia proprio lui a subire le lezioni della Binetti e di Bobba». E i solchi si allargano.
Loro volevano tranquillizzare. Paola Binetti e Luigi Bobba — candidati della Margherita con alto gradimento Oltretevere — la lettera l’avevano scritta per garantire agli elettori cattolici che le proposte della Rosa nel pugno (dai Pacs per le coppie di fatto all’eutanasia) non passeranno. Ma le vie della politica, e del proporzionale, sono infinite. E quella lettera si è trasformata in un caso che allarga i solchi tra i partiti del centrosinistra. Non solo tra Margherita e Rosa nel pugno, ma anche tra Rosa nel pugno e Ds.
LA LETTERA — La prima reazione è di Sandro Bondi, promotore di quella lettera al parroci che difendeva il lavoro fatto dal governo Berlusconi: «Prima ci criticano poi ci copiano». Ma se la frecciata allo schieramento opposto è un obbligo da campagna elettorale, a far male di più è il fuoco amico, quello che arriva dal centrosinistra. Dice Daniele Capezzone che «così si compie l’involuzione neointegralista, antilaica e ruiniana della Margherita». Poi lancia il suo appello ai laici ds: «Il loro partito e la Margherita fanno una lista insieme, si ritroveranno eletti che voteranno come Giovanardi. Meglio la Rosa nel pugno per garantirsi un presidio di laicità». Critiche anche da Verdi e Comunisti italiani, pure loro a favore dei Pacs. Ma dalla Margherita Dario Franceschini non raccoglie la provocazione: «Un conto sono le battaglie dei partiti, un altro il programma dell’Unione in cui le proposte della Rosa nel pugno non ci sono. Il resto è autolesionismo».
FASSINO — Nel programma dell’Unione non si parla di eutanasia, di fecondazione assistita, di Concordato e di tutte le altre campagne che, secondo la Margherita, potrebbero mettere in fuga il voto cattolico. Si parla sì di coppie di fatto ma non di Pacs, bensì di «riconoscimento dei diritti delle persone che ne fanno parte». Ed è proprio questo che ricorda Piero Fassino: «I Pacs sono sostenuti anche dai Ds ma su queste materie non si va avanti a colpi di maggioranza e, non condividendo la Margherita ed altri questo strumento, si è scelta un’altra strada: non i Pacs bensì un riconoscimento giuridico in altre forme». Poi anche lui parte all’attacco: «Non mi considero meno attento a difendere la laicità rispetto al compagni della Rosa nel pugno». La risposta è di Enrico Boselli: «Capiamo che Fassino non voglia prendere lezioni di laicità da noi ma temiamo che sia proprio lui a subire le lezioni della Binetti e di Bobba». E i solchi si allargano.