Di Paolo Izzo, segretario di Radicali Roma
Abbiamo appreso “magno cum gaudio” che il settimanale “Famiglia Cristiana” ha avviato una raccolta firme online per chiedere l’abrogazione del reato di clandestinità. Questa lodevole iniziativa segue quella ancor più significativa della visita di papa Francesco all’isola di Lampedusa. E raccoglie numerosissime adesioni nella comunità religiosa e in quella civile: non ultima quella del “Corriere Immigrazione” che sottolinea come, rispetto alle istituzioni, tocchi “ad altri soggetti, i giornali per esempio, prendere l’iniziativa e portare avanti le battaglie politiche”.
Come Radicali abbiamo già, in più occasioni, rilevato l’importanza dell’impegno della Chiesa cattolica sull’immigrazione, ma vorremmo anche ricordare agli amici di “Famiglia Cristiana”, nonché alla direzione del “Corriere Immigrazione”, che una petizione online può sì sensibilizzare l’opinione pubblica, ma non risolvere efficacemente la drammatica questione messa in essere dalla legge Bossi-Fini prima e dal Decreto Legge Maroni poi. Invitiamo pertanto gli amici di questi importanti media a diffondere, a sostenere e a far firmare almeno i due referendum radicali (dei dodici che abbiamo proposto) che riguardano proprio quel tema e sono volti all’abrogazione di due articoli inumani dei suddetti legge e DDL, con i quali di fatto il reato di clandestinità è stato introdotto. Anche questo potrebbero e dovrebbero fare i giornali, per aiutare la (buona) politica: informare, appunto.