RADICALI ROMA

L'Eurisko: il 53% dei cattolici è favorevole alle coppie di fatto

  Italiani in maggioranza favorevoli alle coppie di fatto, così come a un’ora «delle religioni» nelle aule scolastiche, e anche all’eutanasia. E’ il quadro che emerge dalla terza ricerca Eurisko commissionata dalla Chiesa valdese. Spicca il fatto che il 65% degli italiani intervistati è favorevole al riconoscimento giuridico delle coppie di fatto. Una presa di posizione «che sorprende – ha commentato Paolo Naso, coordinatore della campagna dell’8 per mille delle Chiese valdesi e metodiste – specialmente se si considera che l’82% del campione si dichiara cattolico». E anche tra chi si dichiara cattolico praticante, andando a messa tutte le settimane, i favorevoli alle coppie di fatto sono ugualmente più della metà, pari al 53%. «E’ importante che il nuovo governo ora prenda atto di questi dati» ha affermato la pastora Maria Bonafede. La ricerca mette in luce, inoltre, che il 70% degli italiani è molto o abbastanza favorevole all’attivazione di un insegnamento di «Storia delle religioni» in chiave laica e aconfessionale, mentre solo il 46% è favorevole all’estensione di un’ora di insegnamento anche alle altre fedi. Il 67%, inoltre, si dice favorevole a forme di eutanasia: il 45% solo su espressa indicazione del paziente, il 24% anche su indicazione dei parenti se si accerta l’impossibilità di decidere ed esprimersi del paziente. E anche tra i cattolici praticanti la maggioranza(53%) non esclude a priori la possibilità di ammettere l’eutanasia.

 

 

 

 «L’opinione pubblica italiana è pronta ad accogliere una legge che garantisca alle coppie di fatto alcuni diritti umani fondamentali come previdenza, sanità e casa» commenta Franco Grillini, deputato dell’Ulivo e presidente onorario di Arcigay. «Il fatto che due terzi degli italiani ascolti il parere della Chiesa – dice Lucio Malan di Forza Italia-, ma decida secondo la propria coscienza, dovrebbe rallegrare un po’ tutti». «E’ sempre più grande la distanza tra gli eccessi e gli estremismi delle attuali gerarchie vaticane – sostiene invece Capezzone, Rosa nel Pugno – e la sensibilità aperta, non impaurita dalla modernità, del popolo dei credenti».