Anche l’Europa scende in campo per la moratoria sulla pena di morte nel mondo. Si tratta di una mobilitazione politica quasi inedita e che ha per teatro il Parlamento europeo. L’aula discuterà sulla moratoria nella prossima sessione che si terrà a Bruxelles il 31 gennaio e voterà una risoluzione dopo un dibattito. Il tema è stato proposto dalla Delegazione italiana nel Pse con un’iniziativa del suo presidente Gianni Pittella e fatta propria dal Pse; successivamente, la conferenza dei presidenti ha approvato la proposta e l’ha messa al secondo punto dell’ordine del giorno dei lavori del parlamento, dopo una discussione sui cambiamenti climatici. Il voto di una risoluzione che afferma la necessità di bloccare le esecuzioni capitali nel mondo costituirà un evento di prima grandezza ed avrà ovviamente un significativo impatto politico. Di certo costituirà un importante sostegno all’iniziativa assunta dal governo italiano in sede Onu. L’iniziativa dell’aula sarà affiancata da una raccolta di firme per una Dichiarazione scritta del Parlamento da inviare all’Assemblea dell’Onu. Si tratta di un documento, preparato dai radicali Marco Pannella e Marco Cappato e che è stato fatto proprio dal capogruppo dei liberal-democratici (Alde), il britannico Watson. La dichiarazione scritta è uno strumento parlamentare che, per avere validità, dovrà essere sottoscritto dalla metà più uno dei deputati europei. Pannella e Cappato sono sicuri di poter raggiungere le 393 firme di deputati richiesti dal regolamento perché il testo è stato già sottoscritto dai presidenti di tutti i gruppi (Ppe, Pse, Alde, Uen, Verdi, Gue e Indipendenti/Democrazia) eccetto che dal neo gruppo di estrema destra .