RADICALI ROMA

L'Huffington Post – Colloquio con Mina Welby: "Il Catechismo di Don Gallo era la Costituzione"

 

di Matteo Mainardi – Don Andrea Gallo ci ha lasciati mercoledì. La notizia della morte di uno dei più amati sacerdoti italiani ha colpito tutti, soprattutto gli ultimi, gli emarginati ai quali apriva le braccia. Nell’ottobre del 2011 fu lui a dire “io trovo del cristianesimo negli altri, trovo del cristianesimo nelle prostitute, trovo del cristianesimo nei miei carissimi barboni, trovo del cristianesimo nell’ateo… cioè la buona novella, chi mi dà una buona notizia è un evangelista”.

A ricordarlo è oggi Mina Welby, amica del sacerdote genovese che ha cercato di spiegare la solidarietà e l’amore con semplici e importantissimi gesti.

Mina, oggi l’Italia ricorda Don Gallo. Tanti gli appellativi che lo hanno aggettivato sui nostri giornali: il prete contro, l’altra faccia della Chiesa, il prete rosso, il prete di strada. Al di là di tutte queste definizioni quale messaggio, secondo te, ci ha lasciato Don Gallo?

Ricordo la sua email di grande conforto per la famiglia Welby, inviatami dopo la festa di Natale 2006, in memoria di Piergiorgio. Lo ritengo il grande messaggero dell’Amore verso gli uomini tutti, senza distinguere né classificare i “peccatori”, categoria dove tutti in fin dei conti dovremmo essere compresi, credenti e non credenti. Don Gallo mi continuerà a dire: “Non giudicare e non sarai giudicata, perdona e sarai perdonata”. Ha usato la sua sete di Giustizia per far diventare noi ricercatori di Giustizia e di Pace. Don Andrea Gallo, un uomo con le braccia aperte a tutti.

Azzardo se dico che tu e Don Gallo siete molto simili? Lui un sacerdote a favore della fecondazione assistita, contro le discriminazioni, promotore dei diritti e tu profonda cristiana che hai appoggiato tuo marito nella lotta per l’eutanasia?

Con Don Gallo ci siamo sempre capiti al volo. Era un uomo il cui Catechismo era la Costituzione della Repubblica Italiana. Un prete che ha saputo mettere d’accordo il Decalogo con le leggi, la laicità con l’essere cristiani, la fede con i diritti di tutti, ha fatto sempre riflettere sulla libertà di coscienza, sul profondo significato del vivere e del morire. Io continuo a credere sia giusto lottare per delle leggi che diano libera facoltà di scelta a tutti i cittadini anche in decisioni gravi, leggi liberali e non proibizioniste e discriminatorie.

Oggi un’altra notizia di suicidio assistito in Svizzera: Donatella Turri Gandolfi racconta alla Nuova Sardegna la dipartita del padre. Tu come co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni sei la prima firmataria di una pdl per la legalizzazione dell’eutanasia e per il testamento biologico. Come procede la raccolta e che aria si respira tra le persone?

Con grande disappunto apprendo dell’espatrio di un altro cittadino italiano per ottenere una dolce morte. Essere prima firmataria della PdL per il Rifiuto di trattamenti sanitari e la liceità dell’eutanasia, ivi compreso il testamento biologico, mi dà la consapevolezza di grande responsabilità nei confronti dei cittadini del nostro Paese. Sulle piazze che sto battendo dal sud al nord riscontro l’aspettativa degli italiani per una buona legge che apra alla possibilità di scelta per i malati terminali o inguaribili. Molti ci cercano e vengono ai nostri tavoli già informatissimi e pronti per firmare. Ci sono gli scettici e ci sono i contrari. Non ho trovato forti oppositori tra i cittadini. Nel complesso la raccolta delle firme sulle piazze sta andando alla grande.

Siamo alla vigilia delle comunali in diverse città italiane e prima tra tutte Roma. Secondo te qual è il candidato che più di tutti potrebbe essere una garanzia per il rispetto dei diritti di tutti?

Ovviamente fin dall’inizio ho appoggiato la candidatura di Ignazio Marino, conoscendo la sua apertura in particolare sui diritti civili. Il suo invito al Segretario di Radicali Roma, Riccardo Magi, di candidarsi nella Lista Civica per Ignazio Marino, è un’ulteriore garanzia per noi tutti. Riccardo, giovane compagno Radicale che conosco da molti anni, ha già dimostrato di poter dare moltissimo a Roma, offrendo ai cittadini strumenti di partecipazione popolare senza precedenti: dall’anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati alle iniziative referendarie riguardanti anche testamento biologico e unioni civili. Per far rispettare lo Statuto di Roma chiedendo la calendarizzazione delle delibere sui diritti civili è stato anche interdetto dall’Aula per 30 giorni. Essendo fuori dal Consiglio Comunale è stato comunque determinante innanzitutto nella difesa della legalità a dimostrazione del fatto che anche un solo Radicale può fare la differenza. La mia scelta sarà Riccardo Magi con Marino Sindaco.