RADICALI ROMA

L’inquilino fastidioso

C’è un uomo in Italia che è un gran rompi palle. Il suo nome è Marco Pannella. Ma intendiamoci, Pannella non è un rompi palle generico. No. Pannella è un rompi palle specifico. E’ un rompi palle istituzionale ovvero delle istituzioni o per le istituzioni. Se la nostra democrazia fosse un condominio, Pannella sarebbe quell’inquilino che abita in una piccola mansarda. Un inquilino stravagante e che nelle riunioni conta poco perché pochi sono i suoi millesimi. Però quell’inquilino, che da cinquant’anni abita nel palazzo immaginario della democrazia, ha un pregio: la costanza nell’attenzione. E’ sempre lui che per primo si accorge di una crepa nel palazzo, o di quell’infiltrazione, o che l’amministratore non fa gli interessi dei condomini. Fatica il Pannella inquilino rompi palle a farsi sentire dai ricchi e ipocriti condomini, molto spesso impegnati a condonare i propri abusi edilizi. Ma alla fine, magari dopo anni, i fatti danno ragione a quel Pannella. Ed ecco che oggi ci risiamo. Ci ritroviamo a che fare di nuovo (e per fortuna) con una pannelliana intuizione, “la marcia di Natale per l’amnistia, la giustizia e la libertà”. A prima vista può sembrare difficile – anche perché la chiarezza non è una prerogativa del “ragazzo” – capire l’importanza storica e civile di questa pannelliana intuizione. Proviamo a scansare per un momento Pannella, con il suo nasone, le manone e quello sguardo che non ti molla mai, ed ecco che anche senza Pannella il pregio della sua intuizione resta. Sta lì, bella, preziosa e giusta, perché vera. Un’intuizione che si fa “nostra” per i suoi contenuti. La giustizia è la questione sociale più importante che c’è in Italia. Milioni sono le persone coinvolte nel cattivo funzionamento della giustizia. Vittime, imputati, detenuti. Famiglie intere che hanno perso la serenità perché travolte da un carcere fuori legge o da un processo lento e dagli esiti incerti. Gente come noi, e tanta, che non si è mai svelata nella sua interezza per vergogna. La vergogna di un padre in carcere. Di un cugino processato. La vergogna per un figlio ammazzato senza che sia stata fatta giustizia. Silenzio. Buio. Quante storie, quante vite, quante persone in questi anni non hanno potuto svelare se stesse e le ingiustizie subite. Voi vittime, imputati e detenuti non siete mai esistiti?

 Eppure i numeri delle persone coinvolte nel mondo della cosiddetta Giustizia parlano da soli. Oltre 9 milioni i processi pendenti, tra quelli civili e quelli penali. 100 mila i ricorsi pendenti in Cassazione. 60 mila le persone detenute in carcere. 50 mila sono le persone sottoposte a misure alternative al carcere. Più di 70 mila le persone che, condannate a una pena entro i tre anni, aspettano di sapere dalla magistratura di sorveglianza se possono accedere a misure diverse dal carcere. Morale: il 30 per cento della popolazione italiana è coinvolto in questo mondo che vogliamo ancora chiamare Giustizia. Che la politica si renda conto della grande questione sociale che è conseguenza del cattivo funzionamento della giustizia in Italia. Che ne prendatto, perché è doveroso per chi siede in Parlamento occuparsi della cosa comune, della res publica. Che si consenta a queste persone di manifestarsi e di manifestare. Perché non basta un diritto leso per manifestare in piazza ma è necessario che questo diritto leso sia rivendicato da chi, per mestiere, ha in mano l’organizzazione delle manifestazioni, e, di conseguenza, dei diritti manifestabili. Ciò che appare è. Ciò che non appare non è.

 Auguri a chi scenderà in piazza (e a chi no)
 
Per queste ragioni da settimane Pannella cerca di rovinare il Natale a politici, sindacalisti e cittadini. Pretende (il rompi palle) che il 25 dicembre ci si veda tutti a Roma, ore 10, sotto Castel Sant’Angelo. “Ma il 25 è Natale! Per mio figlio è meglio aprire i regali che vedere una testimonianza di democrazia, o no?”. Pretende che la nostra sinistra tremebonda, che prima tendeva la mano (quando era ferma) ai più deboli, raccolga il suo invito e faccia sua l’iniziativa della Marcia di Natale. “Perché in Italia c’è una sinistra?”. Pretende, ma qui veramente esagera, che destra e sinistra si incontrino per trattare il tema della Giustizia con lo spirito trasversale dei nostri costituenti. “Sì, vabbè! Ma se pensano solo a litigare in tv!”. Ormai è chiaro: Pannella è un rompi palle, eppure questa volta ha ragione. E’ veramente strana ’sta democrazia in cui stenta la giustizia. Buon Natale a chi non verrà alla marcia. Un Natale Buono a chi il 25 marcerà con noi.