RADICALI ROMA

L’Italia dei valori FAMILIARI

La politica secondo Di Pietro. C’è l’ex pm che tutto comanda. Poi sua moglie, l’amica di famiglia, la ex moglie, il nuovo compagno della ex moglie, la figlia della sorella, il cognato… Ecco chi controlla l’Idv e i suoi affari, anzitutto immobiliari

   E adesso, pover’uomo? Adesso che perfino sul suo blog i lettori-eletto­ri di Antonio Di Pietro l’hanno messo in croce protestando contro il figlio Cristiano, poco valorosamente intercettato mentre chiedeva favori all’ex provveditore alle opere pubbliche della Campania. Ades­so che Cristiano si è dimesso dal parti­to (ma non dagli incarichi di consiglie­re comunale e provinciale) e lui a denti stretti ha invitato i magistrati «ad an­dare avanti», tanto è sicuro che nel com­portamento del figlio non ci sia nulla di «penalmente rilevante». Adesso che le battute si sprecano e che persino Cle­mente Mastella, titolare del primo par­tito-famiglia della Repubblica, si è tol­to la soddisfazione di censurarlo. Ecco, adesso forse è il caso di raccontare me­glio la storia di Tonino e dei «Di Pie­tros», come li ha ribattezzati il sito Da­gospia strizzando l’occhio al serial Usa sulla famiglia mafiosa dei Sopranos.

     Valutazioni politiche a parte, i Di Pie­tros sono più che una famiglia, sono una saga. Una famiglia-partito, un partito gestito come una famiglia. Dove non si è mai tenuto un congresso e si ignora co­sa siano le mozioni di maggioranza e mi­noranza, visto che tutto è nelle mani di un presidente, Antonio, che gestisce ogni cosa con la ruvida autorità di un vecchio pater familias; e dove figli, nipoti, mo­gli, famigli, parenti dei famigli rappre­sentano la spina dorsale dei fedelissimi che tutto dispongono, dalla linea del par­tito ai rimborsi elettorali. Ma non era lui che gridava «basta col nepotismo»?

    Se politicamente l’Idv ha costruito la sua fortuna sull’ambizione di incarnare il nuovo, antropologicamente è un par­tito clan di tipo quasi arcaico, a tutti i livelli. Cristiano, il primogenito oggi nella tempesta, per l’Italia dei valori è stato eletto nel consiglio comunale di Montenero e in quello provinciale di Campobasso; nel partito molisano oscurava perfino il coordinatore regionale in carica, il senatore Giuseppe Astore.

    Anna, la figlia di Tonino, è stata in­serita come giornalista nel quotidiano ufficiale dipietrista, Italia dei valori (riquadro a pagina 46). Gabriele Cimado­ro, il cognato del capo (Barbara Mazzo­leni in Cimadoro è la sorella di Susanna Mazzoleni in Di Pietro), è ora deputato e responsabile degli enti locali per l’Idv, ma ha in tasca la promessa di una can­didatura alle europee. Valentina Bozzel­li, figlia di una sorella defunta di Toni­no, è nell’albo d’oro dei pionieri Idv in Molise. La prima moglie di Di Pietro, Isabella Ferrara, madre di Cristiano, è referente comunale Idv a Inverigo, nel Comasco, ed è stata candidata nel 2007 ai consigli comunali di Lurago d’Erba e Lurate Caccivio. Anche il nuovo com­pagno di Isabella, Armando Guaiana, ha trovato un interstizio: responsabile pro­vinciale del partito a Como, nonché can­didato (non eletto) a Turate e a Uggia­te alle ultime amministrative.

     Come stupirsi, allora, se nel 2004 a Bergamo il sindaco Roberto Bruni si è sentito proporre la moglie di Antonio Di Pietro come assessore al Commercio? Il posto doveva toccare al coordinatore ber­gamasco del partito, Goffredo Cassader, uno a cui l’indignazione non è ancora pas­sata: «Ho dato subito le dimissioni. Ma come, io ho fatto la campagna elettora­le, ho portato l’Idv in giunta, e poi vedo passarmi davanti la moglie del capo? Una che non ha mai fatto un comizio o un’ini­ziativa di qualche rilevanza?».

    Susanna Mazzoleni, avvocato berga­masco, «moglie del capo» dal 1994 e madre dei suoi due figli Anna e Anto­nio, detto Toto, non ha avuto bisogno di fare grande attività politica per sca­lare i vertici dell’Idv. Il 26 luglio 2004, davanti al notaio Peppino Noseri di Ber­gamo, la signora ha fatto il suo ingres­so nel triumvirato che rappresenta il cuore e la cassaforte del partito: la Libe­ra associazione Italia dei valori-Lista Di Pietro, fondata dal marito nel settem­bre del 2000 per promuovere «la valo­rizzazione, la diffusione e la piena affer­mazione della cultura della legalità» (vedere Panorama 43 del 2007).

    Antonio Di Pietro ne è per statuto il presidente; tesoriere da sempre è un’ami­ca di famiglia, Silvana Mura, ex commer­ciante di biancheria a Chiari (Bs) che or mai da anni è il brac­cio destro di Tonino; segretaria ne è Susan­na Mazzoleni. L’asso­ciazione promuove la nascita del partito, tuttavia è l’associazio­ne che per statuto decide tutto, dalla li­nea politica alla presentazione delle liste; ed è sempre l’associazione che incassa i co­spicui rimborsi elettorali (quasi 40 mi­lioni di euro) e ne decide l’utilizzo.

     Tonino e le sue donne: il clan nel clan, i Di Pietros al quadrato. Sana diffidenza dell’Italia di origine contadina verso gli estranei? O la famiglia (allargata) come unica trincea sicura in un mondo consi­derato ostile? Certo è che le due donne di famiglia non si amano molto; e l’aned­dotica bergamasca in proposito è vasta.

     Silvana Mura da anni segue Antonio come un’ombra, in Italia e all’estero. Su­sanna Mazzoleni invece con Tonino è arrivata, nel 2002, sull’orlo del di­vorzio. Poi il ripensamento. Poi la sca­lata alla cassaforte del partito. Ancora oggi è in posizione defilata e si conti­nua a non conoscerle un’iniziativa poli­tica, nemmeno un comunicato. Sui giornali finisce raramente, più che al­tro per via dei cospicui acquisti immo­biliari che insieme con il marito ha ef­fettuato negli ultimi anni.

     Tante case, nella saga familiare dei Di Pietros la passione per il mattone è pari solo a quella per la politica. Case a Cur­no, Milano, Bruxelles, Roma, Montene­ro. C’è stata un’inchiesta, archiviata, del­la procura di Roma che ipotizzava l’uti­lizzo dei fondi Idv per lo shopping im­mobiliare della famiglia. Solo nel febbra­io-marzo 2003 Di Pietro spese oltre 1 milione di euro: un attico di 173 metri quadrati per Cristiano, comprato il 4 feb­braio a Montenero per circa 300 mila eu­ro; un mese dopo, a Bergamo, al quarto piano di un bel palazzetto liberty in via dei Partigiani, un appartamento di sette vani e mezzo (190 metri quadrati) per Anna e Antonio; lo stesso giorno la mo­glie di Tonino ha comprato un apparta­mento di 48 metri quadrati, sempre al quarto piano, più due cantine e un gara­ge. «Tutti acquistati presso l’immobilia­re San Michele e rogitati presso lo stesso notaio. Un esborso, dicono esperti immobiliaristi bergamaschi, intorno agli 800 mila euro» calcolava l’estate scorsa il mensile napoletano La voce delle voci. Mai smentito.

    Mattone, famiglia e partito. A volte i Di Pietros riescono a unirli tutti e tre, co­me nel caso della Antocri. An come An­na, To come Toto, Cri come Cristiano, l’immobiliare di Tonino è ormai celebre. Nata nel 2003 con un capitale sociale di 50 mila euro, grazie ai prestiti infruttife­ri del socio unico Di Pietro (1,2 milioni di euro in tre anni), è riuscita a compra­re due grandi appartamenti a Milano e a Roma, uno in via Felice Casati e l’altro in via Principe Eugenio. Poi il padrone di casa Di Pietro ha affittato i due uffici al­l’Italia dei valori, di cui Di Pietro è pre­sidente, e con la pigione ha pagato le ra­te del mutuo. A dare il via al contratto è stato il tesoriere del partito, Silvana Mu­ra. E proprio Mura, dal 2004 al 2006, era nel consiglio di amministrazione dell’An­tocri. Nulla di penalmente rilevante, s’in­tende. Ma dalla politica agli affari, dalle case al partito, il dato antropologico e umano è costante: la centralità del clan. La vicenda dell’Antocri ha destato un certo s
calpore. Inevitabile. Perciò Anto­nio Di Pietro ha venduto l’appartamen­to di Roma e nel 2007 l’Italia dei valo­ri ha dovuto traslocare a via Santa Ma­ria in Via, in affitto. Nuovo affitto an­che per gli uffici del partito a Bergamo, spostati dalla storica sede di via Tara­melli a via Locatelli 29. Mura ne ha da­to comunicazione al partito nella rela­zione di bilancio 2007. Ma perché ha taciuto sul nuovo padrone di casa, che è Antonio Di Pietro, naturalmente?

     E perché non ha nemmeno fatto un accenno al travagliato acquisto dei no­ve vani che appartenevano all’Inail? Un affare in famiglia anche questo: a parte­cipare all’asta a offerta segreta indetta a Bergamo, nel novembre 2004, presso il notaio Giuseppina Santangelo, non è stato infatti Di Pietro bensì Claudio Be­lotti, l’ex compagno di Silvana Mura, «per conto di persona che si riserva di nominare». Per un vizio di forma nella presentazione della domanda Belotti è stato escluso dall’asta e i nove vani di via Locatelli sono stati aggiudicati alla Bergamo House srl.

     Belotti però non si è arreso. Ricorso al tar, respinto. Ricorso al Consiglio di Stato. E a Roma, finalmente, visto che all’udienza non si presenta nessuno, né per conto dell’Inail né per la Bergamo House, Belotti ce la fa: si aggiudica l’ap­partamento per 261.661 euro. Al rogi­to, fissato per il 16 marzo 2006, 16 me­si dopo l’asta, finalmente spunta Di Pie­tro, «la persona da nominare» per i cui interessi Belotti si è tanto assiduamen­te battuto.

     Claudio Belotti nell’Idv ha un posto di tutto rispetto. È stato l’organizzatore del­la festa Idv di Vasto del 2008. Si occupa della stampa del materiale di propagan­da. È amministratore unico della Antocri da quando Tonino e Silva­na, diventati rispetti­vamente ministro alle infrastrutture e deputata della Repubblica nel 2006, si sono dimessi. È uomo di assoluta fiducia. Insomma, lui, la moglie di lui, l’ami­ca di famiglia, l’ex compagno di lei, i figli di lui, la sua ex moglie, il nuovo compagno della ex moglie, la figlia del­la sorella, il cognato… Che cos’altro manca nel piccolo presepe di questo par­tito clan per entrare di diritto nella tan­to disprezzata Prima repubblica? Il gi­necologo di famiglia? C’è: Antonio Pa­lagiano, vecchio amico di Susanna Maz­zoleni, supervisore della gravidanza tri­gemellare della moglie di Cristiano: de­putato. L’amica brava ai fornelli? C’è: Giuliana Carlino, maestra elementare al cui desco Tonino mangia con gran pia­cere il pesce; non ha grande verve poli­tica ma è stata capogruppo Idv in con­siglio comunale a Milano, poi assessore all’Economato in provincia. Indagata (e poi assolta) per aver autenticato firme false in favore di Alessandra Mussolini, dal 2008 è senatrice.

     Il marito di Giuliana, Pasquale Rus­so, è un bancario in pensione che si pre­sta a far da autista a Mazzoleni. Quan­to alla senatrice Carlino, agli intimi con­fida il suo più grande sogno: la pensio­ne di parlamentare. Grazie a Di Pietro è sulla buona strada.