RADICALI ROMA

L'Italia laica manifesta a Roma e a Milano. Boselli: sui Pacs l'Unione abbia coraggio

 

L’Unione “abbia il coraggio di andare avanti” sulla strada della approvazione di una legge sulle unioni civili e di contrastare “la campagna integralista guidata dalle gerarchie vaticane”. Lo chiede Enrico Boselli, intervenendo dal palco di piazza Farnese, durante la manifestazione a sostegno dei Pacs. “La laicità dello Stato – ha aggiunto –  è un bene prezioso che noi vogliamo difendere”. A dispetto delle critiche della vigilia avanzate dal centrodestra ma anche da alcuni settori del centrosinistra, quella romana non è stata una manifestazione a favore dei matrimoni gay, era certo presente in forze il movimento omosessuale, ma anche moltissime le coppie etero e le  “famiglie tradizionali”, con tanto di bambini al seguito.

L’Italia laica si è riunita per celebrare simbolicamente cinque Pacs “eccellenti”, ma soprattutto per chiedere “uno Stato laico”, in cui siano riconosciuti i diritti anche di chi non sceglie il matrimonio per suggellare la propria unione, e di chi – le coppie omosessuali – non ha alcuno strumento a disposizione per far riconoscere pubblicamente il proprio legame.  
Festa sobria, pochi gli eccessi, tra i partecipanti come tra chi è intervenuto dal palco. Più che gli attacchi a chi è contrario ai Pacs, tutti gli interventi hanno puntato a rivendicare i diritti negati. Citatissima la Costituzione: rispetto per l’articolo 29, quello sulla famiglia fondata sul matrimonio, ma senza dimenticare gli articoli 2 e 3, che sanciscono l’uguaglianza dei cittadini senza alcuna distinzione.
E forse proprio per respingere le accuse di folklore, arrivate anche dal centrosinistra, il Pacs tra le cinque coppie (l’eurodeputato Ds Pasqualina Napoletano e il suo compagno Andrea Amato; Paola Concia, presidente di Agensport e la sua compagna Luisella; Cristina Morelli, capogruppo dei Verdi alla Regione Liguria, e il suo compagno Luca Dall’Orto, assessore all’Ambiente di Genova; la portavoce della provincia di Siracusa Agata Ruscica e la sua compagna, la giornalista Angela Barbagallo; Alfredo Capuano, capogruppo Ds al X Municipio di Roma, e il suo compagno Claudio Saliola), non viene celebrato con qualche formula rituale, né dal magistrato di Cassazione Giovanni Palombarini, che si limita ad un intervento dal palco.
Ad accendere la piazza, il confronto con la politica. Presenti esponenti di tutti i partiti dell’Unione (presente anche il senatore della Margherita Alessandro Battisti, manca solo l’Udeur); per la Cdl, mandano la loro adesione Biondi e Nucara, mentre interviene dal palco il Riformatore liberale Benedetto Della Vedova: intervento di circa dieci minuti, con dieci minuti di fischi. Nonostante il divorzio politico, lo difende Marco Pannella, discutendo in piazza con i contestatori.
E fischi anche per Francesco Rutelli, ogni volta che il suo nome viene evocato dagli oratori, ovviamente per criticare le sue posizioni. A tenere banco, anche la frase di Prodi, che si è detto amareggiato per le modalità della manifestazione. Lo difende Alfonso Pecoraro Scanio: “L’importante è che da premier firmi la legge sui Pacs”, dice dal palco.
Oltre al centrodestra e a chi nell’Unione non è convintissimo dei Pacs, bersaglio delle critiche – comunque sempre garbate e mai offensive – anche il Vaticano e papa Ratzinger. Fischi al nome di papa Ratzinger, applausi per tutti gli oratori che rivendicano la laicità dello Stato, e autentica ovazione per Boselli e Capezzone che contestano Concordato e Otto per mille.
Il leader dello Sdi ha ringraziato i partecipanti alla manifestazione per il loro “coraggio” e ha aggiunto che “è un coraggio che spero contagi tutte le forze politiche, a cominciare dall’Unione, perché ce n’é bisogno per andare avanti. Sono stato accusato – ha ricordato l’esponente della Rosa nel pugno – di voler togliere la parola alla Chiesa, ma è un diritto per le gerarchie vaticane dire ciò che pensano sulla vita pubblica e sulla politica. Ma se lo fanno – ha concluso – mettono in discussione loro per primi il Concordato e i privilegi che quel Concordato loro assicura”.
La piazza romana si e’ collegata con l’altra piazza, a Milano, dove migliaia di persone stavano manifestando per difendere la legge sull’interruzione volontaria di gravidanza.
Due temi, quello dei pacs e quello della 194, simili ed uniti – secondo i manifestanti – perché diritti da conquistare o da tutelare contro l’offensiva cattolica. Durante una conferenza stampa della Rosa nel pugno, che ha preceduto la manifestazione, insieme alla europarlamentare dello sdi Pia Locatelli, Emma Bonino ha illustrato le modifiche principali alla 194 contenute in una proposta di legge che verra’ presentata in Parlamento.
“Innanzitutto – ha spiegato la leader radicale – deve essere garantito, nelle strutture dove si pratica l’interruzione volontaria della gravidanza, il 50% di personale non obiettore, anche mediante procedure di trasferimento e di mobilità. Inoltre occorre estendere alle strutture private convenzionate la possibilità di praticare l’aborto. Infine occorre che la pillola del giorno dopo possa essere venduta senza ricetta medica”.
La Bonino ha sottolineato, tuttavia, che nelle strutture sanitarie dove si pratica l’aborto vi e’ una carenza di personale non obiettore: “Nella Lucania il 90% dei ginecologi è obiettore, nel Veneto l’80%, a Pavia, addirittura, non c’è più un medico che pratica l’aborto”.
“E’ inaccettabile – ha sottolineato Pia Locatalli – che una legge che ha funzionato venga messa in discussione. Così come è inaccettabile che il Papa ci venga a dire su cosa dobbiamo legiferare”. E la Bonino ha rincarato la dose: “C’è una campagna di molestie clericali inaccettabile. Poi scopriamo che dopo un premier operaio abbiamo un Pontefice farmacista. Il Papa dice, la stampa riprende e i politici rispondono. Il cardinale Ruini sembra essere il leader dell’agenda politica del Paese. Basta con le ipocrisie”.