RADICALI ROMA

Lo scandalo utile

Lo scandalo del contraddirmi, dell’essere/ con te e contro te, con te nel cuore,/ in luce, contro te nelle buie viscere…”. Tre versi di Pier Paolo Pasolini (li avrete riconosciuti, no?): gigioneschi, ma anche affascinanti, alla fine. Sono in epigrafe di una sua scarna antologia, apparsa anni fa nella fortunata collana di poesia allegata a un quotidiano: una ventina di composizioni del poeta di Casarsa, poche per dare un’idea del suo fluviale verseggiare ma basterebbe il bellissimo “Le ceneri di Gramsci” – il poemetto epico-elegiaco che esplose come una bomba nel quieto idillio montaliano della poesia italiana – per distrarmi da una insonnia fastidiosa e anche, come sempre le insonnie, un pizzico angosciosa. Mi soffermo invece su quei tre versi quasi li leggessi per la prima volta (effetto dello straniamento notturno?). Mentre girello per la casa silenziosa accendendo e spegnendo le luci di stanza in stanza, rimugino su quella insistita consapevolezza dello “scandalo” del contraddirsi, della vita, dell’esistenza che si riconosce tale in quanto vissuta in questa continua oscillazione – da pendolo di Foucault – che la ragione non riesce a bloccare ma che nessuna fede potrà mai placare. Mi pare che in Pasolini ci sia spazio più per la fede che per la ragione, il critico Gianfranco Contini (non lui solo) sottolineò una “sostanza antilluministica” del poeta, forse influenzato dalla deriva estetica che questi imprimeva in ogni gesto o pronunciamento. Ma sarà poi vero? Davvero antilluminista, il Pasolini che alla fine del suo incessante “progress” esistenziale sfocerà (caso unico, in Italia) in una eresia autenticamente sadiana? E poi, è proprio vero che all’illuminismo non appartenga anche la fede: in sé, nell’Altro o in qualche Essere più o meno leggibile ma sempre fede, cioè soccorso dal fondo dell’esistere, anche quando le certezze non si conformano ad alcuna verità e viceversa, e dunque resta minaccioso lo scandalo del “contraddirsi”: “con te nel cuore, in luce, e contro te nelle buie viscere”, eccetera? 

Lo scambio di interventi con Pannella
 
Povero Gramsci, snobbato dai liberal e messo in soffitta dagli estremisti, tranne malfidati esegeti dell’ultimo momento. Vivi ormai solo in questo remoto dialogo con il poeta, tra i vialetti del tuo cimitero lontano e solitario. Qualche anno dopo, il dialogante con Gramsci intrattenne un celebre scambio di interventi, lettere, articoli, con Marco Pannella, che certo non era (o non era più, dall’epoca dell’adolescenza) un usignolo della chiesa cattolica: per dire, Pasolini contro l’aborto, Pannella a favore. I due si intesero subito, alla grande. Di sicuro li accomunava il senso fortissimo del diario in pubblico, in piazza, mozzafiato, provocatorio, anche esibizionista (ma senza tv, come succede oggi). La schermaglia tra una passione cattolica di stampo estetico e il libertarismo illuminista tratteggiò l’identikit di un’antropologia radicale dell’assoluto umano. Che scandalo: non mancano quelli che l’accusano ancora di essere figlia non ultima del nichilismo distruttore, della modernità dissipatrice, eccetera. A me proprio non pare, non vedo qui nichilismo, scopro anzi grande passione e creazione feroce. Il contraddirsi pasoliniano è carenza di identità o non piuttosto terreno fertile per la nascita di un’identità che affonda nel profondo dell’intimità, un celebrare il cammino (luterano?) della carne e magari dello sperma, ma anche delle speranze di quanti sono viandanti su questa terra? Hanno voglia a mistificarlo in interessata convergenza i veri, anche se opposti, antilluministi del nostro mondo politico-culturale. Vogliamo poi definirlo antiborghese? Pasolini credeva di esserlo e ci teneva, Pannella invece sostiene che solo la grande borghesia europea ha saputo sperimentare la contraddizione dell’esistere, una contraddizione illuministica storicamente fondamentale.

 Che notte, ragazzi. Fuori della finestra sale un fresco, inedito chiarore: “Cogli l’alba/ sbiancata sui muri// ma, sai?, la notte ha momenti/ d’una segreta fortuna –/ alla luce, il bello svanisce”. Questi però sono solo versi miei.