RADICALI ROMA

«L'otto per mille è un trucco» Il nuovo fronte divide l'Unione

  Dopo il referendum sulla fecondazione assistìta, dopo l’annuncio di voler rivedere il Concordato, dopo le dispute sull’lci e sulla pillola abortiva, Enrico Boselli aggiunge altri tre mattoni al muro che rischia di disegnare per l’Unione un futuro da separati in casa. Chiede di rivedere la legge sull’otto per mille, il segretario dello Sdi. Accusa il cardinal Ruim di «comportarsi come un vero e proprio capopartito» e di «usare un linguaggio bellico». E rifila un colpo anche a Francesco Rutelli, a suo giudizio troppo schiacciato sulle posizioni della Chiesa perchè sul referendum per la fecondazione assistita «non ebbe la pur minima riserva» sull’appello all’astensione da parte dei vescovi. Daniele Capezzone — segretario dei Radicali, ora legati allo Sdi sotto il nuovo simbolo della Rosa— aggiunge il carico: «C’è ormai una tentazione padronale della Cei, una sorta di opa vaticana sulla politica, la stampa, la società e la cultura italiane». Quanto basta per provocare la reazione della Margherita che con Pierluigi Castagnetti si rivolge al «cari Boselli e Capezzone» e parla di «insolenze verso il cardinal Ruini e la Chiesa italiana che stanno superando il limite accettabile». E tutto questo mentre Rutelli apre il fronte della pillola abortiva: sulla sperimentazione decidano i medici, non i politici.

  BOSELLI — «L’otto per mille è un vero e proprio trucco ed è arrivato il momento di renderlo noto» dice il segretario dello Sdi. La discussione non è nuova: alle parrocchie non vanno solo i soldi degli italiani che nella dichiarazione dei redditi barrano la casella Chiesa cattolica ma anche una parte di quelli che non hanno espresso preferenze. I soldi di chi non indica il destinatario vengono divisi secondo le percentuali di chi invece si pronuncia. E quindi in buona parte finiscono alla Chiesa. «In questo modo — spiega il leader dello Sdi — ai circa otto milioni e mezzo di italiani che scelgono la Chiesa cattolica, se ne aggiungono altri sedici milioni che quella scelta non l’hanno mai fatta». La legge va cambiata, secondo Boselli. Un progetto condiviso non solo dai Radicali, ma anche da Rifondazione comunista: «Sbaglia chi pensa che attaccare questi privilegi ci faccia perdere voti fra i cattolici. Penso sia molto più dannosa la corsa ad apparire più papista del Papa».

  MARGHERITA—Non è solo Castagnetti a replicare, Rosy Bindi si limita a parlare da ex ministro della Salute e si concentra su uno dei punti di conflitto: «Le parole del cardinal Ruini sulla pillola abortiva – spiega – sono degne di rispetto e considerazione». Renzo Lusetti, invece, prende la questione di petto: «Francamente non si sente il bisogno di quotidiane nonché improbabili polemiche dello Sdi nei confronti della Margherita”. Dall’Unione Boselli e Capezzone incassano l’appoggio del Pdci.

  RUTELLI — Il presidente della Margherita torna sulla Ru 486: «Il suo uso non deve riguardare la politica». Secondo Rutelli, «c’è una legge che regola l’interruzione della gravidanza e dunque il modo in cui l’aborto viene attuato negli ospedali deve essere scelto dalle autorità sanitarie e non dai politici”. Sì anche alla sperimentazione: «L’uso della Ru 486 deve avvenire con modalità controllate dai medici. Dunque è giusto che la sperimentazione venga fatta».