Oggi, giovedì 15 dicembre, il capogruppo alla Regione Lazio della ‘Rosa nel Pugno’, Rapisardo Antinucci in collaborazione con l’associazione Radicali Roma ha presentato una mozione d’urgenza per far aderire il consiglio regionale alla Marcia di Natale. Segue il testo della mozione.
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MOZIONE
MARCIA DI NATALE PER L’AMNISTIA, LA GIUSTIZIA, LA LIBERTÀ
IL CONSIGLIO della Regione Lazio
tenuto conto
– che i dati e le cifre ufficiali sulla giustizia tratteggiano un sistema penale e giudiziario ormai agonizzante, incapace di far fronte agli obblighi di legge, a snellire e completare le procedure avviate e ottemperare alla funzione preposta dalle norme costituzionali con pesanti ripercussioni sulla sua capacità deterrente, risocializzante e su quella concretamente risarcitoria nei confronti delle vittime del reato;
– che tale crisi del sistema crea e ha creato di fatto una situazione di illegalità e non rispondenza al dettato della costituzione soprattutto negli ambiti più “sensibili” della vita civile del paese quali le carceri, dove quotidianamente l’obbligo di ottemperanza alle prescrizioni della legge, a causa di esigenze c.d. “emergenziali”, viene puntualmente eluso;
– che, attualmente, i processi pendenti sono 8.942.932, di cui 5.580.000 penali e che tra la data del delitto e quella della sentenza la durata media è di 35 mesi per il primo grado del processo e di 65 mesi per il grado di appello;
– che sono ben 865.073 le persone che negli ultimi 4 anni hanno beneficiato della prescrizione dei reati per i quali erano state inquisite;
– che le prescrizioni da 66.556 nel 1996 sono passate a 221.880 nel 2004;
– che 60.000 sono le persone in carcere (massimo storico dal dopoguerra), altre 50.000 sono in misura alternativa alla detenzione, ulteriori 70-80.000, già condannate a pene inferiori ai tre anni (4 nei casi di tossicodipendenza), sono in attesa delle decisioni del giudice circa la possibilità di scontare la condanna in misura alternativa, per un totale di 180-190.000 persone con una crescita esponenziale di sei volte nel breve volgere di 15 anni;
– che gran parte della popolazione carceraria è composta da tossicodipendenti, extracomunitari, persone “senza difesa” che andrebbero curate e aiutate e che ben 22.000 sono i detenuti ancora in attesa di sentenza definitiva;
– che il carcere sta vivendo la sua fase più drammatica con un sovraffollamento che rasenta la catastrofe umanitaria e malattie, atti di autolesionismo e suicidi in costante aumento;
– che la pretesa rieducativa del carcere è sempre più svilita dall’abbandono degli intendimenti della “legge Gozzini” a favore di una politica più tesa a privilegiare la penalità rispetto a forme concrete e più risocializzanti di misure restrittive di tipo alternativo;
– che il sistema penitenziario, dal 20 Settembre 2005, è anche, formalmente, fuorilegge.
rilevato:
– che la percentuale della recidiva è del 75% nei casi di detenuti che scontano per intero la condanna in carcere, mentre si abbassa drasticamente al 27% nel caso di tossicodipendenti condannati che scontano la condanna, o una parte di essa, in affidamento ai servizi sociali e al 12% nel caso di non tossicodipendenti affidati ai servizi sociali;
– che per tutto questo investire sul recupero e sulla prevenzione è la vera politica sulla sicurezza, posto che, tra l’altro, tenere una persona in carcere costa 63.875 euro l’anno (in gran parte per la struttura), mentre per il vitto di ogni recluso si spendono mediamente soli 1,58 euro al giorno;
– che tenere un tossicodipendente in carcere (e sono almeno 18.000) costa il quadruplo che assisterlo in una comunità o affidarlo ad un servizio pubblico;
– che sono passati tre anni da quando il Parlamento tutto applaudì ripetutamente e calorosamente Giovanni Paolo II nel mentre invocava una riduzione delle pene;
considerando:
– che sono questi i numeri che trasformano la questione dell’amnistia e dell’indulto da semplice provvedimento umanitario e razionalizzante, in una risposta necessaria a quella che è divenuta una vera e propria EMERGENZA SOCIALE, che riguarda la vita e le condizioni di milioni di cittadini e di famiglie italiane;
– che non c’è altro strumento per affrontare i guasti strutturali del sistema penitenziario che quello dell’amnistia e dell’indulto (di un provvedimento cioè che consenta di ridurre di almeno 15.000 il numero degli attuali detenuti);
– che questi due intrecciati provvedimenti legislativi sono la precondizione volta a ridare concretezza e soprattutto equità all’amministrazione della giustizia;
Invita il Consiglio della Regione Lazio di
–a partecipare alla manifestazione indetta a Roma per il 25 Dicembre 2005
–a promuovere iniziative di sostegno e collaborare a favore della suddetta manifestazione
-a mettere a disposizione della manifestazione il gonfalone da far sfilare durante il corteo
–a divulgare fini ed obiettivi di tale manifestazione affinché il maggior numero possibile di cittadini ne venga a conoscenza