RADICALI ROMA

Marco o il genio della trattativa «Vecchio pirata rilancia sempre»

Te lo dicono senza ironia: se Walter Veltroni legge questo articolo, non perde tempo. Conoscono Marco Pannella. Raccontano, e aggiungono aneddoti eloquenti, di aver trattato fino alla stanchezza – alcuni anche vent’anni fa – con l’uomo dai capelli bianchi che ormai ha rughe profonde come la sua astuzia, il cinismo, la freddezza, la genialità. E per questo, tutti, ma veramente tutti, dettano una prima regola: quando tratti con lui, mai considerare chiusa la partita politica. Mai. Nemmeno quando lui si alza, saluta e, sorridente, se ne va.

 

 

 

«Negoziatore straordinario. Devo aggiungere altro?». Claudio Martelli, ex carismatico leader socialista ai tempi in cui il gran capo era Bettino Craxi, mediò con Pannella dopo le politiche del 1987.

 

 

 

«Con i radicali non solo avevamo avuto un’intesa l’anno prima per i referendum sulla Giustizia, ma pure in campagna elettorale: insieme sui palchi». Poi? «Poi, dopo la vittoria, si pose il problema: portarli al governo con i democristiani». Come? «Ci provai io, anche se Bettino era scettico. Pannella era riuscito a far eleggere persino Cicciolina, la pornostar…». E già. «Bettino mi diceva: ma come faccio a far sedere la biondina a un tavolo dov’è seduto Andreotti?». Complicato. «Ci provai. Eppure, nonostante la trattativa fosse oggettivamente complessa, sa cosa chiese subito Pannella?». Cosa? «Il ministero degli Esteri per la Bonino». Un classico. «All’epoca, però, impossibile». Quindi? «Cominciò, lentamente, a calare le pretese. Finché si capì che un accordo era impossibile. Anche se…». Se? «È ricco di argomenti, lo senti e ti convinci che è fatta e invece… sa chi mi ricorda?». Chi? «Ciriaco De Mita». Eh… «Mi creda: stessa abilità strategica. Stessa incantevole spregiudicatezza».

 

 

 

Per dire: alle Regionali del 2005, «si inventò la storia dell”‘ospitalità”. Un’idea discutibile, ma strepitosa, o no?». Questa è la voce di Benedetto Della Vedova (ex dirigente radicale, da due anni confluito dentro Forza Italia).

 

 

 

Racconti. «Ero un dirigente radicale. E quando Marco tirò fuori il suo ragionamento, restammo basiti». Lo ricordi: «Disse: siccome non c’è libertà e non c’è democrazia, ma c’è solo un regime, noi nel regime, per batterci, dobbiamo entrare: chi ci ospita? Destra o sinistra?». Geniale. «Solo che poi non chiuse alcun accordo». E perché? «Al centrosinistra, che lo cercava, rilanciò chiedendo una Lista Coscioni. In termini di valori, una provocazione assoluta».

 

 

 

Sfuggente, estenuante, incontentabile: «e anche di più», sospira Della Vedova. Però «mai casualmente», aggiunge Vittorio Sgarbi, attuale assessore alla Cultura del Comune di Milano.

 

 

 

Bisogna dire che Sgarbi conosce Pannella dal 1996, quando l’indomito navigatore di mille tempeste (tra elezioni e referendum) ebbe l’idea di proporre al critico d’arte una lista comune: appunto, una lista Pannella-Sgarbi.

 

 

 

«Berlusconi lo ricevette in via dell’Anima, seduto al pianoforte. Non so se per impressionarlo… comunque Pannella non si scompose, perché è un vecchio pirata abituato a tutto. Comunque: il Cavaliere ci offrì ottanta candidature e, di queste, almeno trenta erano sicure. Una proposta pazzesca, ghiottissima. Ma Pannella che fece?». Che fece? «Rilanciò. E fece saltare l’accordo. Disse che ne voleva cento, come quelle offerte a Casini». Incredibile. «Studiato… La verità?». La verità. «Marco, al fondo di ogni trattativa, vuol mantenere integra la struttura del partito radicale, vuole che continui a essere dimensionato su se stesso…». Brutto affare, per chi ci tratta, come Veltroni: «Pessimo affare».

 

 

 

Pessimo. Anche perché «Pannella conosce bene la vecchia regola mercantile». Sarebbe, onorevole Giulio Tremonti? «Il diavolo sta pure nei dettagli…». Lei… «Io trattai con Pannella, per conto di Forza Italia, in occasione delle Regionali del 2000… Ma se posso indugiare in un ricordo di trattativa personale…». Prego. «Sul finire degli anni 90, Pannella promosse un referendum su alcune questioni, tra cui una fiscale. Ebbene, io ne curai l’aspetto legale e…». Allora? «Sa, con i radicali fai tutto gratis, e allora raggiungemmo un accordo simbolico». Tipo? «Marco mi disse: ti pago mille lire. E ti ci faccio un quadretto». Pensiero carino. «Solo che io lo sto ancora aspettando, il quadretto…» .