“Da ieri, sui siti www.radicali.it e www.rosanelpugno.it, tutti possono leggere e consultare un sondaggio, una molto interessante ricerca fatta da Renato Mannheimer. Se ne può dedurre che oggi, il 20% degli elettori della Rosa nel Pugno proverrebbe dal Centro-destra, mentre – da altre ricerche – una percentuale altrettanto forte potrebbe indirizzarsi alla Margherita ed ai Pensionati. Ma la Margherita non sarà presente in quanto tale sulla scheda elettorale. E’ quindi immaginabile che la parte laica e liberale degli elettori sin qui di Centro-destra disposti a passare al Centro-sinistra potrebbe trasferirsi, essere ‘recuperata’ dalla Rosa nel Pugno. Assegnando in ipotesi a quest’ultima 1.300.000 voti, poco meno di 250.000 mila costituirebbero l’apporto alla coalizione prodiana e la perdita secca della coalizione berlusconiana: lo 0,60% del totale degli elettori.
La conventio ad escludendum nei confronti dei radicali, e oggi della Rosa nel Pugno, unisce purtroppo molto saldamente le due “opposte” coalizioni, nella profonda unità oligarchica, di monopartitismo (sempre meno imperfetto) che costituisce, purtroppo, la più profonda caratteristica del regime italiano, che la Rosa nel Pugno e sola a voler radicalmente riformare e non semplicemente aggiornare, con “alternanze” governative di stampo Prima-Repubblica. Se Prodi, Rutelli, Fassino, non mutano questa posizione da subito, dovranno troppo tardi prendere atto che Berlusconi avrà scatenato i suoi immensi mezzi finanziari, propagandistici, radiotelevisivi, per quanto meno recuperare il massimo di elettorato liberale, laico, radicale e socialista.
Se gli “Scontri”, confronti, polemiche pubbliche fra noi e il resto dell’Unione non saranno celate alla pubblica opinione, l’Unione cesserà di essere un nuovo contenitore, un raccoglitore anche dei delusi della gestione berlusconiana. La nostra polemica ossessivamente è e sarà rivolta contro il massimo pericolo, disastroso per l’Italia, per la democrazia, per lo Stato di Diritto, per le libertà ed i diritti civili, è costituito dal rischio di un successo berlusconiano che protrarrebbe il suo dominio complessivamente per un decennio sulle istituzioni e sulla società italiana…
Questo renderebbe evidente alla opinione pubblica, intellettualmente ed emotivamente, che il fronte di scontro fra oligarchia partitocratica e quanti vogliono non solamente una sua “alternanza” interna ma anche e soprattutto l’affermarsi progressivo e urgente di una alternativa liberale, e finalmente di una Grande Riforma anglosassone è solo ”interno” all’Unione, mentre all’interno della Casa della Liberta non è possibile altro che ottenere “liberalità” pelose del sovrano, politicamente qualche piatto di lenticchie in un mare di reazione illiberale e antilaica, di straripamento populista, demagogico di stampo ormai anche nazionalista e clerico-fascista.
Ma da parte di Prodi si dovrebbe fare i conti con l’indubbia, antica ed attualissima scelta di Fausto Bertinotti, come suo interlocutore privilegiato, da parte di Silvio Berlusconi, prima della sua ‘terza Camera’ e dell’intero partito Rai-Tv, RaiSet. Ma sono francamente pessimista: Prodi avvisato, Unione salvata? Occorrerebbe, occorre che Prodi si decida a crescere non più proponendosi come futuro gestore possibile del Governo, ma anche come Leader e – non fosse per un minimo – Riformatore di una opposizione altrimenti vecchia di più di dieci anni”.
Marco Pannella