MASSARI E IERVOLINO: LA PROPOSTA D'UNA NUOVA LEGGE ELETTORALE REGIONALE E’ INCOSTITUZIONALE La partitocrazia non unisca cio’ che la Costituzione (e la Corte costituzionale) hanno diviso di Alessandro Massari e Massimiliano Iervolino, della Direzione Nazionale di Radicali Italiani La proposta di legge dell’on. Calderisi per la modifica della legge elettorale regionale è sicuramente inutile, oltre che dannosa, perché tende a sottrarre alle Regioni le nuove competenze costituzionali ad esse attribuite in materia elettorale. E’ incostituzionale! Dal 1999 la Costituzione ha disposto una competenza elettorale regionale ripartita tra Stato e Regioni. Lo Stato detta la normativa di riferimento fissandone i pincipî, le Regioni dettano la normativa di dettaglio nel rispetto degli stessi. Dal 2004 una apposita legge statale ha stabilito quale sia il principio fondamentale che le Regioni devono rispettare in materia elettorale: l’<<individuazione di un sistema elettorale che agevoli la formazione di stabili maggioranze nel Consiglio regionale e assicuri la rappresentanza delle minoranze>>. Non si può fingere che l’introduzione d’uno sbarramento del 4% nella legge quadro nazionale possa essere considerato un principio perché è, di tutta evidenza, una specifica normativa di dettaglio, oltreché potenzialmente in contrasto con l’assicurazione della rappresentanza DELLE opposizioni. E’ incostituzionale! La stessa Corte costituzionale, in seguito alla citata riforma costituzionale del 1999, ha dichiarato che le leggi statali in materia conservano la loro efficacia, in forza del principio di continuità (ad es. con la sentenza n. 376 del 2002 e l’ordinanza n. 383 del 2002), fino a quando non vengano sostituite dalle leggi regionali: ma la potestà legislativa in tema di elezione dei Consigli regionali spetta ormai alle Regioni. Anche la giurisprudenza della corte è chiara: è incostituzionale! Ma quale sarebbe il motivo di questa “invasione di campo”? Lo si legge nella relazione introduttiva della proposta di legge stessa: << rendere coerente la legislazione elettorale regionale con quella per l’elezione del Parlamento nazionale e per l’elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia >>. Lodevole. Ma l’on. Calderisi si è accorto che è caduto in contraddizione? Infatti, la pdl disciplina anche le elezioni comunali e provinciali, senza menzionarle, mantenendo il doppio turno. Dove sarebbe allora la presunta coerenza di tutte le leggi elettorali? L’unica coerenza è quella che vede impegnata la partitocrazia tutta nell’allontanare gli elettori dalle istituzioni. Tutte le istituzioni. Si mormora di federalismo e poi si ostacola anche il ben più tenue regionalismo? Dobbiamo “tornare alla Costituzione”. Che si lasci alle Regioni il compito di darsi in autonomia la legge elettorale. Da radicali proponiamo si adotti, nei singoli Consigli regionali, un sistema uninominale maggioritario con parte dei seggi attribuiti ai migliori secondi. Solo per questa via si può assicurare, contemporaneamente, la governabilità, la rappresentanza delle minoranze, un rapporto diretto tra cittadino ed eletto, condizioni che sono alla base di ogni democrazia. L’Italia si muove in senso opposto perché vige solamente il surrogato della democrazia: la partitocrazia, che tecnicamente è il regime politico in cui il “potere effettivo” ha i suoi centri nei partiti e non negli organi previsti dalla Costituzione. Anche ciò è incostituzionale! O meglio, è l’origine di tutte le altre violazioni costituzionali