RADICALI ROMA

"Mercoledì la firma del piano per sanare il debito"

”Mercoledi’ prossimo firmero’ con il governo il piano di rientro del debito di 10 mila miliardi di vecchie lire accumulato dalla sanita’ laziale negli anni scorsi. Iniziera’ cosi’ la fase di uscita dal tunnel che solo pochi mesi fa sembrava senza sbocchi”. L’annuncio è del presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, al termine del confronto con il personale medico e paramedico dell’ospedale di Tarquinia, in provincia di Viterbo, dove sono in corso lavori di totale ristrutturazione. ”Quando il piano di rientro’ sara’ ultimato – ha aggiunto il Governatore – avremo un sistema sanitario che destinera’ il 47% delle risorse alla rete ospedaliera e il 53% al territorio, come avviene nelle regioni piu’ virtuose”. Marrazzo ha poi affermato che la manovra di risanamento non avra’ ripercussioni sui servizi resi ai cittadini che, in molti casi, non si accorgeranno nemmeno dei tagli effettuati in quanto riguarderanno soprattutto sprechi o episodi che hanno piu’ attinenza con l’illecito. ”Nel 2015 – ha concluso l’ex volto di Rai Tre – la sanita’ del Lazio, ripulita dalle immoralita’ del quinquennio passato, occupera’ i primi posti a livello nazionale per efficienza e affidabilita”’.

In precedenza l’assessore alla Sanita’, Augusto Battaglia, aveva affermato che l’asl di Viterbo dovra’ contribuire con 450 milioni di euro al piano di rientro del debito sanitario. ”Alla fine di questa legislatura – ha precisato Battaglia – la provincia di Viterbo avra’ 3 posti letto ospedalieri per ogni 1000 abitanti e 1 posto letto di riabilitazione per ogni 1000 abitanti, cioe’ un rapporto ottimale. Nel frattempo – ha concluso – sara’ completato l’ospedale di Viterbo, in costruzione da 30 anni”. Il direttore generale dell’Asl, Giuseppe Aloisio, ha annunciato che prima dell’estate sara’ indetta la gara d’appalto per il completamento di Belcolle, e che i lavori partiranno all’inizio del gennaio 2008. Marrazzo e Battaglia sono stati accompagnati dal capogruppo Ds alla Pisana, Giuseppe Parroncini.
Ansa