RADICALI ROMA

Mobilità e ambiente, la ricetta di Dario Esposito

Secondo il recente “Rapporto sulla qualità della mobilità” presentato da Aci-Eurispes in ottobre, la Capitale detiene il primato italiano di veicoli circolanti tra autovetture, veicoli commerciali e motocicli. Assessore Esposito come sta l’aria della capitale?

L’aria di Roma è in progressivo miglioramento. Negli ultimi dieci anni, il livello di alcuni agenti inquinanti è diminuito in modo determinante, e si sono ridotti i rischi per la salute. Questo vale in particolare per il monossido di carbonio e il benzene. Diversa è invece la situazione di alcune sostanze come le polveri sottili e gli ossidi di azoto che restano superiori ai limiti stabiliti dalle normative europee.  

Cosa deve fare l’amministrazione per ridurre gli inquinanti prodotti dal traffico veicolare? 

Deve continuare il lavoro svolto sul fronte degli interventi strutturali. Intendo creazione fasce di salvaguardia ambientale che regolamentano l’accesso dei veicoli più inquinanti in diverse zone della città, piano di sostituzione del parco bus e il potenziamento del sistema del trasporto pubblico. Per questo abbiamo scelto di procedere all’istituzione del divieto di circolazione, a partire da gennaio 2007, per i motorini Euro 0 a due tempi all’interno dell’anello ferroviario. (provvedimento che inizialmente non riguarderà i residenti n.d.r.). Si pensi che anche grazie all’adozione di misure analoghe riservate alle auto non catalitiche, in quattro anni a Roma gli autoveicoli a benzina Euro 0 sono diminuiti del 60% circa.  

E  la “cura del ferro”? 

Con la “cura del ferro”, e in particolare con la realizzazione della nuova linea C e con il prolungamento della linea B1 della metropolitana, abbiamo dato il via alla realizzazione di opere fondamentali per una mobilità urbana sostenibile, sebbene ciò si inserisca in una prospettiva di lungo periodo. Dobbiamo infatti partire dal presupposto che Roma è una grande area metropolitana che ha dovuto affrontare il progressivo aumento dei veicoli privati a motore senza avere una struttura urbanistica adeguata, essendo una città con più di 2000 anni di storia. Per recuperare questa situazione oggi noi dobbiamo ragionare in modo da favorire sistemi di spostamento alternativi all’auto privata, in particolare la mobilità ciclabile e il sistema dell’intermodalità, ovvero dello scambio bici più mezzo pubblico. 

Come pensate di sviluppare la mobilità ciclabile? 

A Roma si è risvegliata un gran voglia di bici. Lo dimostra non solo la partecipazione crescente ai cicloraduni e alle domeniche ecologiche, l’ultima delle quali, quella dello scorso 24 settembre 2006, ha visto pedalare circa 10.000 romani per il centro storico, ma anche l’aumento dei ciclisti per le strade durante tutti i giorni della settimana. Come riportato infatti dalla recente ricerca curata dall’Aci-Eurispes, il 23,3% dei romani ha dichiarato un interesse per la bicicletta come mezzo di trasporto utile per gli spostamenti in città. Si tratta di un dato sottovalutato dagli organi di informazione che va letto invece come un segnale veramente incoraggiante per la nostra città che ha puntato da alcuni anni sullo sviluppo della mobilità ciclabile.  

E le strutture? 

Negli scorsi anni si è andata infatti definendo una rete di percorsi ciclo-pedonali di circa 150 km, che nel loro complesso costituiscono gli assi principali di un sistema che si dovrà ampliare attraverso percorsi di quartiere, casa-scuola e casa-lavoro. Un esempio di questo lavoro, è rappresentato dalla recente apertura della nuova pista ciclabile Villa Ada-Ponte Milvio, inaugurata lo scorso 17 ottobre, che ha ricollegato i percorsi ciclopedonali già esistenti lungo il Tevere e l’Aniene. L’obiettivo è quello di favorire l’utilizzo abituale della bicicletta come azione strategica per una mobilità sostenibile. Andare in bici fa parte infatti delle buone pratiche che possono favorire concretamente il raggiungimento degli obiettivi del Protocollo di Kyoto, fra cui quello del risanamento dell’aria. Bisogna considerare che la bicicletta è un mezzo di spostamento molto vantaggioso soprattutto sulle distanze brevi di 3 o 5 km, sia per il tempo impiegato sia per la facilità di parcheggio. 

Altri progetti in cantiere? 

Ampliare le aree pedonali e potenziare l’intermodalità. Quest’ultima consiste nell’alternare l’utilizzo della bici con quello dei mezzi pubblici, ovvero nel sistema di scambio bici più metro, bici più bus e bici più treno. Per questo motivo in molte stazioni ferroviarie e della metropolitana di Roma sono state installate nuove strutture porta-biciclette ed è stata attivata in via sperimentale la linea bus 791 per il trasporto domenicale della due ruote. L’intermodalità vuole essere cioè un servizio pubblico concorrenziale al trasporto privato a motore e uno strumento di pianificazione strategica in termini di mobilità. Quanto invece alle isole pedonali, una recente modifica del Codice della Strada (ex art. 3 D.L. n°285/92) le ha trasformate in zone aperte al transito non solo dei pedoni ma anche delle biciclette e quindi in aree strategiche per la ciclabilità. 

Cosa significa per Roma avere poteri speciali per la mobilità? 

Il decreto emanato dal Governo Prodi riguarda interventi e opere strutturali in materia di traffico e  riduzione dell’inquinamento. In sintesi ciò si traduce in iter più rapidi per attuare opere e interventi su parcheggi, viabilità, trasporto pubblico, aree pedonali, corsie preferenziali. Questi nuovi poteri del sindaco potranno quindi effettivamente incidere sui tempi di realizzazione del pacchetto di opere già messe in programma dal Campidoglio, che ammontano a circa 793 milioni di euro.  

E’ previsto un aumento dei fondi? 

I poteri speciali non si traducono nella disponibilità di fondi aggiuntivi, ma nella possibilità di spendere risorse già disponibili nel bilancio comunale in maniera accelerata. Si potranno così velocizzare interventi per il potenziamento del trasporto pubblico, con l’acquisto di nuovi mezzi a carburante ecologico. Tutti questi interventi potranno essere attuati snellendo le procedure. Certo, entro limiti dati e fermo restando il parere delle sovrintendenze. Ciò che conta, è però che a Roma, dopo anni di silenzio, è stata finalmente riconosciuta l’emergenza traffico e che il sindaco Veltroni, come commissario straordinario, potrà avere poteri analoghi a quelli riconosciuti sin dal 2001 al sindaco di Milano e poi successivamente ai primi cittadini di Catania e Palermo