RADICALI ROMA

Montezemolo salva solo il taglio del cuneo fiscale «Manovra demagogica»

Il testo della Finanziaria è arrivato in Parlamento: sono 217 articoli per 253 pagine, in pratica 27,8 milioni di euro al grammo, visto che il faldone del disegno di legge pesa ben 1 chilo e 200 grammi e mette assieme interventi per 33,4 miliardi di euro. Il documento, che sarà illustrato oggi pomeriggio in commissione Bilancio dal ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa, conferma per il 2007 la discesa del deficit al 2,8%, un saldo netto da finanziarie di 29 miliardi ed un debito al 106,9%.

Il testo è fresco di stampa e già infuria lo scontro: molto dura la protesta di Confindustria. «Che una parte del sindacato e del partito della spesa inneggino alla vittoria in questa Finanziaria è un fatto che ci preoccupa – denuncia Luca Cordero di Montezemolo -. Noi imprenditori abbiamo la sensazione che la demagogia abbia avuto forse troppo spazio». Troppe anche le «urla» e troppe le scelte discusse «solo all’interno del governo, dove non tutti hanno la cultura del mercato». E quindi, in sostanza, «troppo poco rigore». Unico dato positivo, il taglio del cuneo. Anche in Parlamento le acque sono già agitate. In molti chiedono modifiche, a cominciare dal centrodestra che si prepara a scendere in piazza. «Ha perso l’Italia che produce – dichiara Maurizio Sacconi di Forza Italia -. La nostra opposizione sarà dura, dura, dura». Nel centrosinistra, invece, il ministro Ferrero (Prc) chiede di abolire i ticket e dare più fiato ai Comuni, mentre Udeur ed Rnp vogliono alleggerire il prelievo fiscale. Il governo, dalla Turco a Nicolais, da Bianchi a Damiano e Fioroni, fa ovviamente quadrato. «Terremo fermi i saldi, ma avremo molti ritocchi e miglioramenti da fare» afferma il vicepremier Francesco Rutelli. Il ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa continua a mostrarsi ottimista ed in una intervista a «le Monde», «Financial Times» e «Frankfurter Allgemeine Zeitung» assicura che «la Finanziaria conserverà il suo volto attuale» anche a fronte delle eventuali «modifiche di natura tecnica». Poi al Tg5 si dice sicuro che il patto con i comuni reggerà e che non ci saranno aumenti delle tasse locali. Ma l’Anci apre un nuovo fronte di polemiche e replica a muso duro: «Dichiarazioni sorprendenti, sulla Finanziaria non c’è stato nessun accordo coi comuni».

Oltre alla revisione dell’Irpef, una delle misure che fa più discutere è il trasferimento di 5 miliardi di euro dai fondi del Tfr all’Inps. Confindustria ieri ha nuovamente confermato tutta la sua contrarietà, mentre gli economisti de «lavoce.info» Tito Boeri e Pietro Garibaldi hanno definito «inquietante» questo intervento, augurandosi che Bruxelles lo blocchi: «Si tratta di soldi dei lavoratori, i debiti sono debiti». Alle critiche risponde il ministro del Lavoro Cesare Damiano, che conferma «il grande obiettivo» di anticipare al prossimo luglio il decollo della previdenza integrativa. Mentre Giulio Santagata (Attuazione del programma) butta giù due conti per sostenere che nel dare/avere le imprese «comunque» non ci rimettono. L’ex ministro del lavoro, Roberto Maroni, invece, parla di «esproprio proletario», «che mette in ginocchio le piccole e medie imprese padane».

Ma non c’è solo Confindustria che protesta: anche gli artigiani (Confartigianato e Cna) si lamentano, molto critica la Confcommercio, perplesse pure Confesercenti e Legacoop. I sindacati confermano il loro appoggio al governo, anche se il leader della Uil Luigi Angeletti sostiene che l’intervento sul Tfr «non si può fare per legge, ma va contrattato con le parti sociali». Da Bruxelles, per ora, nessun commento. Il giudizio è rinviato al 6 novembre quando la Commissione europea renderà note le due previsioni di autunno. Idem l’agenzia internazionale di valutazione Standard & Poor’s che si aggiorna per «fine ottobre». Fitch invece esprime «delusione» per il fatto che i tagli netti alla spesa siano stati ridotti ad appena 15 miliardi. «Serviva più rigore». O «più coraggio» come è tornato a chiedere ieri sera da Torino Montezemolo: «Ben venga la lotta all’evasione o il fatto che chi ha di più paghi di più – afferma il presidente di Confindustria – ma non si fa una Finanziaria solo o soprattutto con le entrate. Si è persa un’occasione per dare un taglio agli sprechi e per affrontare da subito il tema della previdenza che è fondamentale».