L’Assemblea annuale di Radicali Roma, riunita a Roma il 16 dicembre 2018, udite le relazioni di Segretario e Tesoriere, le approva.
L’assemblea ringrazia i 400mila cittadini che lo scorso 11 novembre si sono recati alle urne per il referendum sulla messa a gara del trasporto pubblico locale, uno dei nodi cruciali nella vita nella Capitale. Sottolinea come quel voto sia stato un successo e un “gesto di ribellione” verso un’amministrazione che ha tentato in ogni modo di silenziare una grande occasione di democrazia e verso le più seguite trasmissioni televisive, che pur parlando di Roma, non hanno dedicato una parola all’iniziativa referendaria.
L’assemblea ribadisce, anche in mancanza -ad oggi- di una proclamazione ufficiale dei risultati, la vittoria del Sì, con oltre tre quarti dei voti, considerato anche che il quorum da un lato era stato abrogato dallo statuto di Roma Capitale prima dell’indizione della consultazione, e dall’altro, resta politicamente incompatibile con il carattere di indirizzo che il referendum consultivo riveste.
L’assemblea sottolinea che in un contesto come quello che si sta delineando su scala mondiale, europea e italiana, i paesi democratici rischiano di arretrare drammaticamente sul piano della civiltà, dell’umanità e più in generale dello stato di diritto.
Chi crede nella democrazia e nell’Europa unita come unici orizzonti possibili in un mondo globalizzato ha il dovere di porsi obiettivi ambiziosi, che riportino le persone a trovare nella politica un sincero motivo di impegno per risolvere i problemi e affrontare le paure del futuro. Le lotte radicali e il metodo della nonviolenza, della disobbedienza civile, del dialogo e della collaborazione intorno ad obiettivi concreti sono valori che oggi divengono strumenti ancora più preziosi per una necessaria resistenza democratica e civile che sappia andare oltre le mere identità elettoralistiche.
L’assemblea rileva perciò la necessità di rilanciare quelle lotte, contribuendo alla vita di Radicali italiani anche in ambito territoriale, a partire dai temi della partecipazione democratica, della concorrenza, dell’inclusione e protezione sociale, della sostenibilità ecologica e dei diritti umani e civili.
L’assemblea sostiene il lavoro degli eletti radicali alle ultime elezioni politiche e regionali, rilevando la necessità di proseguire forme di aggiornamento e collaborazione, in modo da offrire il proprio contributo alla loro attività e al contempo a fare delle postazioni istituzionali che essi ricoprono un fronte per le battaglie dell’Associazione.
L’assemblea invita gli organi dirigenti a predisporre con urgenza un percorso di ascolto, approfondimento e aggregazione intorno a riforme puntuali sui principali temi nevralgici della Città, che possa condurre all’elaborazione di un progetto complessivo di governo di Roma, a partire dalla trasformazione di “Mobilitiamo Roma” in un portale aperto a proposte e a realtà diverse, aprendo a tutte le forze politiche, civili, del mondo accademico e professionale che vorranno contribuire. Una risposta all’attacco alla democrazia da parte della nuova maggioranza Lega-M5Stelle, all’inadeguato governo di Roma da parte della giunta Raggi, alla mancanza di un’efficace opposizione democratica e alla necessità di una politica nuova e credibile. In questa chiave l’assemblea individua come emergenze principali da affrontare: la mobilità, i rifiuti, il problema della casa e dell’emergenza abitativa, il lavoro e lo sviluppo economico, la povertà urbana, l’accoglienza e l’inclusione degli stranieri e i diritti politici di partecipazione democratica.
L’assemblea ribadisce la necessità di un rinnovato impegno dell’Associazione sul fronte della mobilità. I proclami della giunta Raggi incentrati sull’idea di un sistema di trasporto pubblico sul piano della governance, in continuità con la gestione attuale, scontano l’ideologica negazione dell’evidenza di una mobilità quasi esclusivamente privata e l’assenza di una seria attività pubblica di progettazione e programmazione. Per contrastare tale insipienza l’assemblea sottolinea la necessità di affrontare il gravissimo deficit infrastrutturale attraverso l’elaborazione di un progetto di mobilità alternativo rispetto a quelli tradizionali di concezione ottocentesca. In questa prospettiva, ribadisce l’urgenza di puntare su sistemi innovativi, flessibili e leggeri, ispirati alle più attuali smart technologies e tarati sulla preventiva meticolosa rilevazione della domanda di mobilità. Sottolinea l’esigenza di continuare nell’attività di denuncia della politica degli slogan a partire da quelli sulla Metro C, nella consapevolezza che da tale opera non verrà mai nulla di buono senza la preventiva rimozione dei vizi progettuali che ne hanno già decretato il fallimento drenando tutte le risorse per ogni soluzione alternativa. Al fine di dare un contributo concreto in questa direzione l’assemblea impegna gli organi dirigenti a farsi promotori delle proposte radicali sull’automazione delle linee A e B della metropolitana di Roma. Li impegna, altresì, a valorizzare le postazioni istituzionali per dare voce a soluzioni alternative per la prosecuzione della Metro C e per la trasformazione delle ferroviarie già esistenti, a partire dalla Roma-Fiumicino, in nuove metropolitane. L’Assemblea impegna infine gli organi dirigenti a finalizzare l’iniziativa referendaria con le più opportune azioni legali volte alla proclamazione della vittoria del “SI” nella consultazione dell’11 novembre e alle conseguenti azioni politiche nei confronti dell’amministrazione capitolina.
L’assemblea sottolinea che la crisi dei rifiuti che attanaglia la città, a maggior ragione dopo l’incendio dell’impianto di Tmb Salario, è frutto dello scellerato immobilismo da parte della giunta Raggi, che da un lato continua a sacrificare le reali necessità della Capitale sul piano impiantistico all’esigenza di guadagnare consenso attraverso insostenibili posizioni ideologiche, e dall’altro stenta a porre in essere le ormai improcrastinabili politiche per aumentare in modo significativo la raccolta differenziata, con ciò esponendo i cittadini a disagi ormai cronici, proseguendo nell’opera di sistematica distruzione della capacità industriale dell’Ama. Rileva quindi la necessità di affiancare alle iniziative legislative già intraprese alla Regione Lazio proposte che possano incidere anche a livello comunale e municipale, per offrire un pacchetto complessivo di riforme in grado di risolvere realmente il problema dei rifiuti nella nostra città.
L’assemblea rileva che il tema della casa è stato troppo a lungo assente dal dibattito politico cittadino, con gravi danni sul tessuto economico e sociale. Sono infatti cresciute le disuguaglianze tra il centro storico e gli altri territori urbani, tra gli abbienti e chi è in difficoltà, tra le giovani generazioni e quelle precedenti. Per affrontare questa situazione è necessario innanzitutto distinguere i problemi, per trovare a ognuno di essi una risposta specifica ed efficace. Da un lato abbiamo infatti il circuito del welfare, oggi inefficiente, che deve dare risposte adeguate a chi non può permettersi un alloggio e tornare a governare le criticità urbane nel segno della solidarietà e della legalità; dall’altro il mercato immobiliare, oggi iniquo e troppo centrato sulla rendita, che deve essere aperto a una maggiore concorrenza, anche sperimentando politiche per realizzare alloggi il cui prezzo di vendita o di affitto sia più vicino al potere medio di acquisto. L’assemblea, quindi, promuove la ricerca di politiche atte a riformare questo quadro, nella prospettiva di una società aperta, equa, dinamica e tesa a una crescita economica robusta e distribuita.
Sul tema del lavoro l’assemblea fa propria la relazione di Roberto Cicciomessere. A Roma la crisi economica è stata pagata in particolare dai giovani. Infatti, la crescita dal 2008 al 2017 di 130 mila posti di lavoro è il risultato della perdita di oltre 36 mila posti di lavoro dei giovani, compensata dalla maggiore crescita degli occupati adulti di 167 mila unità. Anche il tasso di disoccupazione dei giovani romani (17,3%) è superiore di ben 7 punti percentuali a quello dei coetanei milanesi (10,3%). Le cause sono molteplici: bassissimo livello d’istruzione, mancanza di qualifiche professionali di alto livello, bassissima domanda da parte delle imprese romane, difficile transizione dalla scuola al lavoro, poca incidenza del settore terziario avanzato rispetto a quello dei servizi e alla persona. Serve un sistema produttivo più competitivo nei settori innovativi come quelli del terziario avanzato, aumentando la qualità dell’offerta turistica e del tempo libero e la qualifica professionale degli addetti, il livello d’istruzione dei giovani. L’assemblea invita dunque gli organi dirigenti a dedicare un particolare focus sul problema dell’occupazione giovanile nella Capitale.
Negli ultimi anni le situazioni di disagio sono cresciute e riguardano non solo gli stranieri, ma più in generale quanti sono finiti in povertà, esclusi dall’accesso ai servizi che avrebbero dovuto sostenerli. Sono circa 14.000 secondo l’ultimo rapporto Caritas le persone a Roma senza dimora, e continua a mancare un approccio strutturale a questa situazione. Dopo l’approvazione del decreto “sicurezza”, tutto ciò che è stato fatto negli ultimi anni da tante amministrazioni ed enti locali in tutt’Italia, per un’equa distribuzione di richiedenti asilo e rifugiati su tutto il territorio e per una gestione ordinata e sostenibile dell’accoglienza, rischia di finire, con un ritorno al passato che priverà di fatto le persone della possibilità di inclusione sociale e creerà situazioni di disagio che si ripercuoteranno su tutta la collettività. La politica delle ruspe produrrà un aumento delle marginalità, delle persone che finiranno per strada e degli insediamenti informali.
Radicali Roma, oltre a svolgere da tre anni, insieme ad altre associazioni, orientamento legale ai migranti presenti nella Capitale, si propone ora, anche grazie alla postazione in Regione, di intensificare l’attività di analisi e monitoraggio delle disparità sociali, delle discriminazioni e delle situazioni di marginalità, per individuare possibili iniziative e strategie ed è stata già avviata un’analisi delle realtà abitative occupate, attraverso visite e incontri con gli esperti.
Sul tema della partecipazione e dei diritti politici, le modifiche statutarie approvate dalla maggioranza 5Stelle rischiano di rafforzare il ruolo dell’amministrazione a discapito dell’iniziativa dei cittadini: è quindi necessario, in sede di redazione del nuovo regolamento, ridurre gli ostacoli che impediscono il pieno esercizio dell’utilizzo di tali strumenti – a partire dalla questione dell’autenticazione delle sottoscrizioni e dalla sottoscrizione online – e tenere conto dei problemi legati all’utilizzo delle nuove tecnologie. Permane poi, a distanza di due anni e mezzo dalle ultime elezioni amministrative, il caos dei municipi in merito alle iniziative popolari, che lede il diritto di iniziativa dei cittadini e viola il principio di uguaglianza su tutto il territorio comunale.
L’assemblea sostiene infine l’iniziativa legislativa per la riforma degli istituti di partecipazione popolare nella Regione Lazio, attualmente all’esame degli uffici, auspicando una sua rapida calendarizzazione e approvazione.
L’assemblea individua nella riflessione sulla strutturazione dell’associazione, sulla sua capacità di presenza in Città, di autofinanziamento e sulla necessità di attrarre iniziative, iscrizioni e adesioni, un elemento cruciale per portare avanti con efficacia le proprie battaglie, senza il quale qualsiasi proposito rischia di rimanere astratto e difficilmente raggiungibile.
L’assemblea auspica che l’esperienza di +Europa possa proseguire come movimento dei cittadini europei, della rivolta democratica e nonviolenta contro le politiche nazionaliste, per la costruzione della cittadinanza europea, verso la costituzione degli Stati Uniti d’Europa.
+Europa può proporsi come promotrice di un processo di “ricucitura” di una società italiana incattivita, rabbiosa e sfiduciata così come descritta dal Censis: una ricucitura che non può che partire dalle città, luogo dove sono più evidenti le distanze tra centro e periferie e dove è enorme la disparità, oltre che di reddito, anche di accesso a conoscenza e partecipazione.
Per questo rivolge un invito agli iscritti e militanti di Radicali Roma a partecipare alla fase costituente di +Europa, sia in ambito romano sia in vista del primo congresso nazionale che si terrà a Milano, per farne -anche in vista delle elezioni europee- il movimento della “Europa futura” fatto di persone e proposte credibili, allargandolo da subito a nuove personalità, movimenti e organizzazioni, anche territoriali.