RADICALI ROMA

Napoleone a Sant’Elena

All’Orologio di Roma un Ennio Coltorti Imperiale in “Napoleone a Sant’Elena”

di Lucio De Angelis

Ultima settimana di repliche alla Sala Grande del Teatro dell’Orologio di Roma di  “Napoleone a Sant’Elena (La dernière salve)” che dopo “A cena col diavolo (Le souper)” è un altro capolavoro firmato da Jean Claude Brisville. Questo testo, interpretato a Parigi da Claude Brasseur, rappresenta con dovizia di particolari (Brisville oltre ad essere uno straordinario drammaturgo è un rinomato biografo), con fortissima tensione drammatica e con teatralissima ironia lo scontro tra Napoleone Bonaparte e il suo carceriere, il Governatore dell’isola, l’inglese Hudson Lowe.

Con un gesto storico, il 15 luglio 1815 Napoleone si arrese agli inglesi salendo a bordo della nave HMS Bellerofont. Condizione della consegna era la deportazione in Inghilterra o negli Stati Uniti, ove intendeva vivere soggetto al diritto comune e con lo status di privato cittadino. Il capitano Maitland, in rappresentanza del principe reggente, venne meno alla parola data, e Napoleone venne tratto in arresto e condotto dal Northumberland a Sant’Elena, piccola isola nel mezzo dell’Oceano Atlantico.

Napoleone dettò le sue memorie ed espresse il suo disprezzo per gli inglesi, personificati nell’odiosa figura del “carceriere” di Napoleone sir Hudson Lowe (che dal trattamento duro riservato a Napoleone non trasse alcun vantaggio per la sua carriera, anzi fu accusato di essere stato troppo severo nei confronti dell’imperatore francese). Egli dettò al conte de Las Cases il Memoriale di Sant’Elena e nella seconda metà dell’aprile 1821 scrisse lui stesso le sue ultime volontà e molte note a margine (per un totale di 40 pagine).

I dolori allo stomaco di cui già soffriva da tempo, acuitisi nel clima inospitale dell’isola e con il duro regime impostogli, lo condussero alla morte il 5 maggio 1821 alle ore 17:49. Egli chiese di essere seppellito sulle sponde della Senna, ma fu invece seppellito a Sant’Elena come stabilito già l’anno prima dal governo inglese. Il governatore Lowe e i suoi uomini gli tributarono gli onori riservati a un generale.

L’autopsia accertò la causa di morte in un tumore dello stomaco.

Lo scontro tra Lowe e Napoleone si rivelò assolutamente impari: politicamente e praticamente, visto il potere del Governatore e l’impotenza dell’ex imperatore e fu tutto a vantaggio del primo, ma la grandezza d’animo, la fantasia, la personalità, il peso umano, storico e carismatico del geniale corso schiacciarono il grigio esecutore di ordini.

Un terzo personaggio misterioso e sorprendente, Montholon, cortigiano volontariamente esiliatosi insieme a Napoleone, ha reso la vicenda ancora più intrigante e piena di suspence: perché questi decide di condividere l’esilio con un uomo ormai (almeno all’apparenza) finito? Fedeltà? Ammirazione? Calcolo? O tradimento? E Bonaparte è al corrente del perché? Ma soprattutto è schiavo del suo grande passato o sta costruendo grazie a questa sua infelice condizione attuale un futuro ancora più glorioso? E tutta questa intrigante e misteriosa vicenda avviene in un “non  spazio” senza tempo: la sua prigione/residenza di Longwood.

L’oceano che circonda l’isola (Sant’Elena è ancora oggi difficilmente raggiungibile), l’arido vento, l’Aliseo, che la tormenta, il duro clima e la selvaggia natura che la opprimono rendono l’ultima dimora di Napoleone un inferno. E proprio qui tuttavia la personalità complessa e contraddittoria del grande corso, pur nella miseria della sua condizione attuale, in contrasto con i suoi aspetti banalmente quotidiani, a volte anche meschini, ha modo di esaltarsi  e di ergersi come un tempo al di sopra dell’umano e di bussare ancora una volta, lui, uomo tra gli uomini, alla porta degli Dei.

La regia dello spettacolo è di Ennio Coltorti che, già interprete del Principe di Talleyrand e regista di “A cena col diavolo”, veste perfettamente i panni del Bonaparte. Gli altri due attori sono Alessandro Mistichelli e Bruno Governale. I costumi sono firmati da un personaggio molto conosciuto nell’ambito dello spettacolo: Rita Forzano, che per idearli (si vorranno estremamente accurati e “Viscontiani”) ha potuto consultare la vastissima documentazione iconografica, relativa al grande personaggio e alla sua epoca, raccolta dal nonno: il celebre regista Gioacchino Forzano.

Lo spettacolo ha debuttato a Roma nel 2006, esattamente il 5 Maggio (giorno della morte del grande còrso) nel teatro Stanze Segrete, il cui spazio è stato  “rivoluzionato” affinché potesse essere ricreata la stanza in cui si svolge l’azione (curioso aver scoperto che le misure dello spazio di Stanze Segrete sono identiche a quelle della stanza in cui viveva Napoleone a Sant’Elena).

Oggi nell’ “allegra catacomba” , così viene definita la Sala Grande dell’Orologio, si perde un po’ l’effetto dell’ambientazione a cui Coltorti sopperisce con una recitazione “imperiale”.

Inoltre l’autore stesso, Jean Claude Brisville, e in seguito l’Ambasciatore di Francia Jean-Marc de La Sablière, hanno inviato i loro complimenti personali ad Ennio Coltorti per la sua versione dello spettacolo, sottolineandone l’ottima qualità.

Teatro dell’Orologio – Sala Grande

Via de’Filippini, 17/A Info. 06.6875550

fino al 14 febbraio 2010

martedì – sabato 21.00, domenica ore 17.30

Molise Spettacoli e Associazione Culturale Logos

presentano

Ennio Coltorti

in

“Napoleone a Sant’Elena”

(La dernière salve)

di Jean Claude Brisville

con

Alessandro Mistichelli e Bruno Governale

traduzione e regia

Ennio Coltorti

costumi Rita Forzano                                               musiche Luigi Maiello

scene Fabiana Di Marco                       videoproiezioni Tommaso Vecchio