RADICALI ROMA

NO AL PROTEZIONISMO

L’Istituto Bruno Leoni, in collaborazione con il Centre for the New Europe e Globalia, ha lanciato il seguente appello, comparso il 12 settembre 2003 sul Foglio:

NO AL PROTEZIONISMO
La consapevolezza dell’inefficienza e dell’ingiustizia delle tariffe doganali è al cuore della stessa teoria economica, sin dai tempi di Adam Smith. Tuttavia, nonostante vi sia chi parla di “pensiero unico liberale” e di miti ideologici sul cui tronco s’innesterebbe l’avventura della globalizzazione, viviamo ancora in un mondo di barriere e tariffe.
L’Unione Europea, in particolare, nata come area comune di libero scambio, oggi impone 15.000 dazi contro prodotti di varia provenienza. Una serie di misure economiche che, nel Terzo mondo – secondo le stime di un recente report del Centre for the New Europe – costano la vita a 6.600 persone ogni giorno. Che significa 275 persone all’ora. Un uomo ogni tredici secondi, da qualche parte nel mondo, muore a causa di troppo protezionismo e troppo poca globalizzazione.
Se l’Africa potesse intensificare la sua quota di interscambio mondiale di appena l’un per cento, ciò le frutterebbe 70 miliardi di euro in più l’anno. Il che basterebbe per trascinare 128 milioni di persone fuori dalla povertà.
Ciononostante, in prossimità dell’importante riunione della World Trade Organization a Cancun (Messico), in Italia si sono udite soltanto voci schierate a favore di una limitazione degli scambi – attraverso vari strumenti.

Si è immaginato, come stratagemma per rafforzare la nostra competitività, l’istituzione di nuove tariffe in funzione anti-asiatica. Anziché fare Pressione sul governo cinese perché elimini le barriere all’entrata, che sbarrano il cammino ai nostri prodotti, si vorrebbe seguirne il modello: aprendo la strada a una “guerra di tariffe” che potrebbe precluderci il più grande mercato del mondo.
Come intellettuali, come imprenditori, come politici, ma soprattutto come persone, diciamo “no” a una politica che mette a rischio la vita dei nostri simili, oltre a proibire ai consumatori italiani di beneficiare di buoni prodotti a basso prezzo. Il libero scambio è la premessa della pace: il Novecento ha dimostrato cosa succeda quando gli si antepongono questo o quell’egoismo nazionale. Il nostro auspicio è che la storia non sia destinata a ripetersi.

Primi firmatari:
Luigi Amicone (direttore di Tempi), Dario Antiseri (LUISS Roma), Simone
Baldelli (Giovani di Forza Italia), Marco Bassani (Università di Milano), Luisella Battaglia (Università di Genova), Sergio Belardinelli (Università di Bologna), don Bruno Bordignon, Romano Bracalini (giornalista), Rino Cammilleri (giornalista), Aldo Canovari (editore), Cinzia Caporale (Università di Siena), Fausto Carioti (giornalista), Rodolfo Casadei (giornalista), Riccardo Cascioli (giornalista), Maurizio Cassano (imprenditore), Alessandro Cecchi Paone (giornalista), Franco Cellino (imprenditore), Alejandro A. Chafuen Rismondo (Atlas Economic Research Foundation), Enrico Colombatto (Università di Torino), Dino Cofrancesco (Università di Genova), Giovanni Cofrancesco (Università di Genova), Mauro Cresti (Università di Siena), Raimondo Cubeddu (Università di Pisa), Bruno Dapei (imprenditore), Benedetto Della Vedova (europarlamentare radicale), Alessandro De Nicola (presidente della Adam Smith Society), Fabrizio D’Esposito (giornalista), Sergio Dosio (Unione Industriale di Torino), Tim Evans (Centre for the New Europe), Leonardo Facco (editore), Renato Farina (giornalista), Vittorio Feltri (direttore di Libero), Roberto Festa (Università di Trieste), Angelo Fiori (Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma), Franco Forlin (imprenditore), Diego Gabutti (giornalista), Antonio Gaspari (giornalista), padre Piero Gheddo, Lord Harris of High Cross, Nicola Iannello (giornalista), Lorenzo Imbasciati (imprenditore), Lorenzo Infantino (LUISS Roma), Sergio Leali (imprenditore), Leonard Liggio (George Mason University), Carlo Lottieri (Università di Siena), Vittorio Macioce (giornalista), Antonio Martino (ministro della Difesa), Vittorio Menesini (Università di Perugia), Bruno Mezzetti (Università politecnica delle Marche), Alberto Mingardi (Centre for the New Europe), Diego Minonzio (giornalista), Stefano Monti Bragadin (Università di Genova), Giovanni Orsina (Università “La Sapienza”, Roma), Andrea Orsini (deputato di Forza Italia), Guglielmo Piombini (saggista), Antonio Polito (direttore de Il Riformista), Raffaele Prodomo (Università della Calabria), Giuseppe Quarto (imprenditore), Giorgio Rebuffa (Università di Genova), Renato Angelo Ricci (presidente onorario Società Italiana di Fisica), Sergio Ricossa (Università di Torino), Robi Ronza (giornalista), Giambattista Rosa (dirigente d’impresa), Cesare Romiti (presidente Associazione Italia-Cina), Florindo Rubbettino (editore), Francesco Sala (Università di Milano), Pascal Salin (Université Paris Dauphine), Corrado Sforza Fogliani (presidente Confedilizia), Angelo Spena (Università di Verona), Carlo Stagnaro (Istituto Bruno Leoni), Roberta Tatafiore (giornalista), Adriano Teso (imprenditore), Luigi Tessera Chiesa (imprenditore), Tito Tettamanti (imprenditore), Giorgio Troi (Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione), Alessandro Vitale (Università di Milano), Paolo Zanetto (Globalia), Luigi Zingales (University of Chicago).

Aderiscono anche: Adam Smith Society, Club L’Imprenditore, Enclave, Osservatorio sulla bioetica.

Per aderire all’appello inviare un’e-mail all’indirizzo noalprotezionismo@cne.org, oppure telefonare al n. 328-4453502, o inviare un fax al n. 02-700429814.